2020-08-30
«Il capo perfetto è la maglietta bianca in puro cotone»
La stilista lancia la sua nuova collezione con Uniqlo: «Sui social si premiano abiti vistosi, non quelli che donano a persone reali».Sono passati undici anni ma sembra ieri e l'entusiasmo è quello di sempre. La prossima collezione di Uniqlo (marchio di Fast retailing co, una delle principali holding di abbigliamento nipponico, che controlla anche Gu, J brand, Theory, Comptoir des cotonniers e Princesse tam.tam, con vendite globali pari a circa 2,2905 trilioni di yen) sarà firmata da Jil Sander, una sorta di revival della partnership che il marchio giapponese stipulò con la designer tedesca anni fa. Nel 2009, il gigante giapponese lavorò insieme a Jil nel primo progetto dopo il lancio della sua società di consulenza indipendente. Come allora, la collezione si chiamerà +J e sarà in vendita in autunno.«Ho iniziato la mia carriera come fashion editor per una rivista di moda tedesca», ha raccontato la stilista a Life Wear Magazine, la rivista interna di Uniqlo, «In questa funzione ho organizzato e supervisionato shooting di moda. Il più delle volte, ho avuto problemi a ottenere l'aspetto che avevo in mente. Per migliorare i pezzi di design che dovevamo fotografare, ho contattato i produttori con i miei suggerimenti e proposto alcune modifiche ai loro progetti. Dato che ho continuato a farlo, il più grande produttore di tessuti high tech è tornato da me e mi ha proposto di disegnare per lui personalmente. Alla fine, è stato più soddisfacente creare effettivamente i vestiti piuttosto che riprendere la moda esistente».Stilisticamente definita la «Regina del meno», la Sander (che fondò nel 1968 il suo marchio composto da capi cuciti con la macchina della madre) lanciò la sua prima collaborazione con Uniqlo con una quarantina di pezzi per uomo e donna: cappotti, giacche, maglieria e le sue tipiche magliette aderenti in cotone egiziano bianco. Dopo due anni, ovvero nel 2011, le due parti hanno deciso di concludere l'esperienza, per poi rilanciare una nuova collezione nel 2014.«Uniqlo ha molta esperienza e una grande conoscenza della produzione manifatturiera. Le possibilità di produzione sono infinite e stimolanti. Ciò include una logistica ben oliata, la commistione con la cultura giapponese e la vera padronanza dei dettagli».Qual è il suo capo d'abbigliamento preferito?«La maglietta bianca con una vestibilità perfetta. La indosso sotto ogni cosa e riempio il mio guardaroba con un'ampia selezione. Deve essere fatta di cotone egiziano sottile. È dall'inizio della mia carriera che disegno questo tipo di maglietta e non posso farne a meno».Lei ha lasciato l'azienda che ha fondato nell'ottobre 2013. +J si concentrerà sui suoi punti di forza: design minimalista, silhouette pure e tessuti di qualità.«Non faccio schizzi, disegno sul corpo e faccio molti adattamenti e prove. Quindi, sono sempre consapevole di tutti gli angoli e della forma tridimensionale. Il processo di fitting porta a nuove forme e proporzioni. Il mio occhio è il mio strumento più forte, posso vedere cosa è sbagliato o datato, ma anche da dove entra l'energia e quando un design inizia a sembrare fresco. Tengo anche a mente i clienti e le loro diverse esigenze. Le figure, le altezze e le carnagioni variano, quindi cerco di interpretare la collezione tenendo conto di diverse combinazioni e avendo ben chiara in mente la massima variabilità».Parlando della nuova collezione + J, quali immagini ci sono dietro i disegni?«Non lavoro con visioni o muse, né solo con un mood board. La mia creatività si basa sulla vestibilità e sulla sperimentazione dei tessuti. Escludo e allo stesso tempo spingo in certe direzioni. I miei occhi sono sintonizzati sulla forma emergente».Dalla prima collezione +J nel 2009, ci sono stati cambiamenti nel suo stato d'animo?«Tutto sembra essere cambiato, anche nella moda. Siamo stanchi di certe forme che associamo a un passato ormai lontano. Anche il materiale e le tecniche di produzione si sviluppano. Nuovi tessuti richiedono nuove soluzioni, per tagli e fantasie differenti. Senza essere necessariamente in grado di spiegare lo zeitgeist, posso percepire la necessità di una raffinatezza contemporanea. Sento i magnetismi, le tensioni e le armonie di oggi».Come è cambiata la moda con i progressi della tecnologia e l'arrivo dei social? Quali sono vantaggi e svantaggi?«Oggi abbiamo ecommerce, blogger, Instagram e molto altro. I social sono un grande motore per il settore. La moda ha vissuto una risurrezione online, anche se con regole diverse. Tuttavia, sento che abbiamo bisogno di un discorso più critico online per distinguere tra look appariscenti e design che effettivamente migliorano l'aspetto degli esseri umani reali».Che tipo di materiali vorrebbe in futuro?«Naturali e ibridi che fanno bene alla natura e al nostro prezioso pianeta».Quale ruolo dovrebbe avere l'abbigliamento nella creazione di un domani migliore?«Dovrebbe essere duraturo e accattivante. Dovrebbe servire per dare a chi lo indossa l'energia e la sicurezza che sono così necessarie nella nostra realtà globale».