2018-06-17
Il #MeToo contagia pure i criminali. Igor il russo: «Non ho mai stuprato»
Lo scandalo Weinstein colpisce anche gli assassini. Ha ucciso cinque persone, lo spietato Norbert Feher però ci tiene a specificare: «Per me le ragazze sono intoccabili».Che non esistano certezze già lo sapevamo, eppure gli uomini continuano a sorprenderci. Per esempio, se pensate che Norbert Feher, meglio noto come Igor il russo, sia uno spietato assassino, senza cuore e impermeabile alla pietas, forse sbagliate. Anche se la sua anima è imbrattata, in modo sudicio e indelebile, da cinque omicidi, tre commessi in Spagna e due in Italia. Qualcuno ha scritto che pure l'uomo peggiore ha le ali nascoste da qualche parte, tuttavia non siamo certi avesse ragione.Ebbene Igor il fuggiasco, Igor l'implacabile, Igor lo spietato, avrebbe un principio morale inderogabile: le donne non si toccano neppure con un fiore. Attraverso una lettera inviata al Corriere di Bologna, dalla sua cella d'isolamento nel carcere iberico di Zuera, il rambo solitario dalle 18 identità ha voluto, di fatto, iscriversi al movimento Me too. Prendendo decisa posizione, come tante star di Hollywood dopo lo scandalo Weinstein, contro molestie e violenze nei confronti del gentil sesso. Non intendiamo scherzare su un argomento tutt'altro che leggero, però bisogna raccontare per dovere di cronaca cosa attanaglia Igor l'assassino.Quello che non lo fa dormire, che lo costringe a trascorrere le notti con gli occhi spalancati al soffitto, non è il rimorso di avere ucciso tanti innocenti, tra cui Davide Fabbri e Valerio Verri, rispettivamente a Budrio e Portomaggiore il primo e l'8 aprile 2017. A consumarlo è un'imputazione che Norbert Feher giudica infamante, oltre che falsa e ingiusta: un'accusa di violenza sessuale per la quale è ricercato in Serbia, suo paese natale. «Per me le donne sono il massimo anche se ho una macchia sul mio nome che non credo potrò mai pulire», scrive Igor. «Sono stato accusato di un crimine che non ho fatto, non potrei far male a una donna neanche per scherzo. Potrei far fuori altri 50 uomini anche armati però non potrei far male a una donna, è una bugia». Continua la lettera: «Sono accusato di un crimine che non ho commesso, quasi 20 anni fa, però non c'era né la tecnologia né la mia attuale conoscenza che ho adesso, perché in questo preciso momento quelle accuse assurde potrei smontarle in cinque minuti».Sempre restando nel mondo femminile, racconta anche che alcuni galeotti, suoi compagni di prigionia, si sarebbero spacciato per lui, approfittando della sua fama per mietere conquiste. Va ricordato che questa è la sua versione dei fatti, che con la verità potrebbe non avere nulla a che fare. «Sono in isolamento totale, e non so un accidente di niente, né fuori né qua dentro», prosegue in italiano stentato, «so molto bene che ci sono personaggi che con molto piacere rimpiazzerebbero me, il sottoscritto, questa non è una novità, visto che qua dentro già uno ha provato a rimpiazzarmi con le donne». Infatti, secondo il criminale serbo, il penitenziario dove è rinchiuso, sarebbe misto e si consumerebbero anche rapporti intimi tra detenuti maschi e femmine.La missiva, che viene certificata come autentica anche se pare strano che l'abbiano lasciata spedire senza neppure censurarla, si conclude con un impeto di autoesaltazione mistica: «Ormai dovresti conoscermi abbastanza da sapere che io posso stare tranquillamente senza niente, ma devo aiutare gli altri compagni più deboli, visto che per me qui è uno scherzo e di questo posso ringraziare al Padre onnipotente che mi ha costruito così, sono molto più forte degli altri: Lode e Gloria al Padre eterno». Quindi la firma di Ezechiele, il nome del profeta biblico che scelse in carcere a Ferrara quando abbracciò, chissà su quali basi, la religione cattolica. Bisogna credere alle sue parole? Non sappiamo, di certo Igor l'assassino non va innalzato a mito (cosa che lui gradirebbe) e altrettanto di sicuro non sempre dice la verità (come invece vanta). Infatti ha confessato i tre brutali omicidi commessi in Spagna prima di essere catturato, ma mai quelli del barista di Budrio e della guardia provinciale Verri. Delitti per i quali si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm di Bologna, che lo hanno interrogato in Spagna. Ma contro di lui c'è la prova incontrovertibile del Dna lasciato sulla scena del crimine.
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