2019-11-09
I veri razzisti stanno proprio a sinistra
Adesso si capisce a che cosa serve una commissione parlamentare straordinaria per contrastare «fenomeni d'intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza». Si comprende perfettamente qual è la ragione per cui si vuole istituire una commissione con poteri di indagine, controllo e indirizzo su ciò che viene detto o scritto, sui social, in tv o sui giornali. La commissione (...)(...) ha il compito di promuovere campagne di intimidazione e censura verso chi non si adegua al pensiero dominante, minacciando sanzioni e condanne e magari anche chiusure delle testate o dei mezzi che non si conformano al pensiero mainstream dell'accoglienza indiscriminata.Badate bene, non c'entra nulla Liliana Segre, la senatrice a vita testimone di una delle più orribili tragedie della storia, deportata ad Auschwitz-Birkenau, dove vide sterminata la sua famiglia. No, non c'entrano nulla il nazismo, il fascismo, l'antisemitismo con quella commissione, perché per fermare chi rimpiange i campi di concentramento, chi inneggia alla violenza, al Duce e sogna di ricostituire il partito fascista o di annientare gli ebrei, ripristinando magari quella barbarie delle leggi razziali, in Italia ci sono già fior di leggi. Quella che porta il nome dell'ex ministro dell'Interno Mario Scelba e che vieta l'apologia del fascismo è del 1952. Mentre quella che porta il nome di un altro ministro dell'Interno, Nicola Mancino, e vieta ogni manifestazione razzista e antisemita, è del 1993. Entrambe affidano alla magistratura il compito di reprimere chi istighi a commettere violenze o atti di discriminazione per motivi razziali, etnici o religiosi, coprendo dunque i casi di antisemitismo, di intolleranza religiosa e di razzismo.Perché dunque una parte del Parlamento, guarda caso la sinistra, oggi reclama a gran voce una commissione d'inchiesta con poteri pari a quelli della magistratura e per farlo si nasconde, strumentalizzandone la tragedia, dietro la senatrice Liliana Segre, cioè dietro una delle ultime testimoni della Shoah? Il motivo è semplice: i compagni vogliono poter disporre di uno strumento che vada oltre le norme stabilite da Scelba e Mancino. La sinistra pretende di avere in mano un potere illimitato per colpire chiunque dica o scriva cose che non siano gradite al pensiero dominante, in particolare su accoglienza, immigrati e altro.È questo il vero motivo che sta alla base della commissione: disporre di un organismo che consenta di silenziare a colpi di sanzioni e prescrizioni chiunque non si uniformi alla cultura che si intende imporre. Non a caso, il testo proposto in aula è vago, tanto vago da lasciare mano libera al censore per imbavagliare il giornalista o anche solo il cittadino che non sposi il pensiero mainstream. Infatti, nel testo si parla di qualsiasi forma in qualche modo inciti o giustifichi l'odio razziale, la xenofobia, l'antisemitismo, l'antislamismo, l'antigitanismo, le discriminazioni verso le minoranze e gli immigrati. Perfino l'etnocentrismo e il nazionalismo aggressivo possono essere messi nel mirino.In pratica dire «prima gli italiani» potrebbe essere ritenuto un comportamento razzista, perché esclude gli immigrati. E anche sostenere la necessità di rimandare a casa i clandestini potrebbe finire nel mirino della nuova polizia delle idee. La censura potrebbe colpire chi reclama la chiusura dei porti, o anche solo chi critichi gli integralisti islamici, non ritenendo compatibile la libertà di parola quando sfiori una religione. Tanto per fare un esempio, il libro di Oriana Fallaci, La rabbia e l'orgoglio, scritto di getto dopo l'11 settembre, sarebbe messo all'indice e così pure il mio, dal titolo Islamofollia, per non dire del recente Stop islam di Magdi Cristiano Allam. Con la scusa del razzismo, dell'antisemitismo e del fascismo, il pensiero non politicamente corretto dai compagni sarebbe messo al bando. Vietato come incompatibile con la democrazia. Del resto, per capire che cosa abbiano in testa certi sinistri intellettuali è sufficiente leggere che cosa ha scritto ieri Stefano Balassone, ex consigliere della Rai cresciuto a Telekabul. Parlando dei talk show, su Repubblica ha spiegato che esiste una televisione intelligente e una no, quella che fa La 7 con Corrado Formigli e quella che fa Rete 4 con Paolo Del Debbio. La prima è vista dalle persone acculturate, la seconda da poveracci che al massimo hanno fatto la scuola elementare. Par di capire che Dritto e rovescio sia considerato da Balassone non solo feccia, ma una specie di pornografia del pensiero per minus habens. E se esistesse una commissione di vigilanza sull'informazione, Balassone reclamerebbe l'immediata chiusura del programma. Per parte nostra, possiamo dire solo una cosa, e cioè che se il razzismo e la discriminazione esistono, questi sono rappresentati perfettamente dall'ultimo esponente di quella televisione comunista con i soldi pubblici. Il razzismo è pretesa superiorità, etnica o culturale. La discriminazione è la selezione che si intende operare sulla base di un pregiudizio che induce a credersi migliori di altri. Ecco, è così che nascono i regimi. Dal bavaglio e dalla censura. Dunque non chiamatela commissione d'indagine sul razzismo. Chiamatela per quel che è: Minculpop. Come ai tempi del fascismo.
Jose Mourinho (Getty Images)