2021-05-14
I «taxi del mare» hanno già ripreso servizio
Ong in mare. Nello Musumeci attacca il Viminale e lancia l'allarme sulla base delle stime dei servizi: un'ondata di migranti in arrivo. Il governatore vuole la flotta della Marina a difesa delle coste. Intercettato un veliero con 70 clandestini partito dalla Turchia«Arriveranno in 70.000», annuncia il governatore siciliano Nello Musumeci. Ieri, accompagnato dal sindaco di Lampedusa Totò Martello, ha alzato la voce dal ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Le previsioni «allarmanti», fa sapere Musumeci, «arrivano dai Servizi segreti». E le partenze sono previste già per le prossime settimane. Tutte dalle coste del Nord Africa. «Carne umana nelle mani di spregiudicati delinquenti», afferma Musumeci. Ma il governatore siciliano non è andato da Lamorgese solo per protestare. Ha chiesto al governo guidato da Mario Draghi «di darsi una strategia nel Mediterraneo». «Abbiamo chiesto che il premier Draghi, il giorno 25, nel Consiglio europeo, riesca finalmente a battere i pugni sul tavolo e a spiegare all'Europa che questo dramma umanitario non può essere lasciato soltanto all'Italia e alla Sicilia». E per evitare tensioni di carattere sociale per la pandemia, «abbiamo chiesto a Lamorgese di continuare a usare le navi quarantena». Ma non è l'unica richiesta: «Abbiamo chiesto di intervenire sul ministro della Difesa per un serio servizio di pattugliamento in mare e in aria per intercettare subito le navi che stanno per partire dalle coste nordafricane». E infine, Musumeci e Martello hanno insistito per un intervento «perentorio» sui governi tunisino e libico per «impedire o contenere la partenza dei trafficanti di carne umana». Lamorgese pare abbia tentato di rassicurarli. «Ma la buona volontà dell'inquilino del Viminale», ha affermato Musumeci, «non può bastare a rasserenarci». Dalla Libia ieri hanno riconfermato l'impegno per la «grande battaglia della lotta alle reti del traffico di esseri umani nel Mediterraneo». Ma il ministro dell'Interno del governo di unità nazionale libico, Khaled Mazen, alla Conferenza di Lisbona sulla gestione dei flussi migratori ha sottolineato «la mancanza di sostegno». I dati sembrano dargli ragione. Secondo l'Oim, nel 2020 sono stati intercettati in mare e riportati in Libia 11.891 migranti, mentre dall'inizio dell'anno sono state riportate a terra 7.096 persone dalla guardia costiera libica. I numeri ovviamente sono destinati a schizzare con l'inizio della bella stagione. E già ieri sono ripartiti gli sos di Alarm Phone. «Cento persone in pericolo al largo di Khoms (in Libia, ndr)». Stando alla segnalazione, il gommone col quale si sono avviati in mare «imbarca acqua». Inoltre, «dicono che cinque persone stanno morendo. Abbiamo allertato le autorità».«A me preoccupano le morti in mare e abbiamo un dato oggettivo che ci fa dire come si possono evitare, ovvero vietando le partenze. Altre soluzioni per me non esistono», ha detto in modo fermo ieri il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. «I morti in mare», ha ricordato Fedriga, «si sono ridotti quando con il ministro dell'Interno Matteo Salvini sono diminuite le partenze dalla Libia». E per il governatore friulano, «soluzioni alternative non esistono». Sugli sbarchi è intervenuto anche Salvini: «Sono assolutamente d'accordo con il presidente Draghi, ogni vita è preziosa e va salvata, ma l'Europa deve ricordarsi di esistere». E ha ribadito che «la soluzione è al di là del Mediterraneo, evitando le partenze». Quella dei morti in mare viene usata anche come una scusa dalle Ong per riprendere l'attività di taxi del mare. Medici senza frontiere ieri ha annunciato il rilancio delle attività di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale con una propria nave, la Geo Barents. «Nel Mediterraneo si continua a morire», ha dichiarato Claudia Lodesani, presidente di Msf, «in un desolante vuoto di capacità di soccorso. Come organizzazione medico umanitaria assistiamo persone vulnerabili ovunque nel mondo da 50 anni. Di fronte alle morti incessanti e alla colpevole inazione degli Stati, siamo obbligati a tornare in mare per portare soccorso, cure e umanità, facendo la nostra parte per fermare queste tragedie evitabili». L'alibi è sempre lo stesso: «Da inizio anno più di 500 uomini, donne e bambini sono morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo centrale e il terribile naufragio del 22 aprile ha provocato almeno 130 morti». Ma Msf ha anche l'obiettivo di sottrarre alla guardia costiera libera l'operatività lungo le sue coste: «Chi sopravvive», ha aggiunto Lodesani, «rischia di essere intercettato dalla Guardia costiera libica supportata dall'Unione Europea e riportato con la forza in Libia (7.000 solo quest'anno)».Lamorgese si è ricordata di istituire una cabina di regia solo domenica scorsa, con il primo arrivo monstre: 1.500 migranti in un solo giorno. E gli sbarchi continuano. Ieri agenti della polizia di Stato e militari della sezione operativa navale della guardia di finanza, in collaborazione con l'Agenzia Frontex, hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto di due cittadini moldavi per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, dopo aver intercettato un veliero di 12 metri battente bandiera francese partito dalla Turchia con 70 iraniani e iracheni a bordo. I passeggeri sono stati accompagnati al porto commerciale di Augusta per la loro identificazione. Nel frattempo a Lampedusa si è ridotta la pressione nell'hotspot. I 600 sono stati trasferiti sulla nave quarantena Azzurra che ieri mattina è riuscita ad attraccare, grazie al miglioramento delle condizioni del mare. Altri 200, tutti minori non accompagnati, sono in partenza per Porto Empedocle con il traghetto Sansovino. Nell'hotspot, che è tarato per 250 ospiti, ne rimarranno ancora 800.