2022-01-23
I ristori inesistenti svelano la verità: non c’è più un euro
Aiuti irrisori, inflazione che galoppa e, a settembre, le tasse. Non ci salverà il Pnrr, che è una trappola peggiore del Mes.Non ne usciremo migliori come garrivano i balconi due anni fa. Ne usciamo più poveri. Brutto dirlo a chi crede alla favola del ministro forzista Renato Brunetta - quasi Nobel dell’economia - per cui l’Italia è la locomotiva d’Europa! La verità è che il governo ha finito i soldi; dopo due anni abbiamo 350 miliardi di debito in più, l’11,8 % di quelli che lavorano - meno del 39% di una popolazione anziana - sono sotto la soglia di povertà e l’occupazione femminile è sotto il 50% . Ma ci salverà il Pnrr! Davvero? Si comincia a capire - lo dice a mezza bocca l’ultimo report di Confindustria che stima il crollo degli investimenti - che il mitologico piano che ci fa fare altri 122 miliardi di debiti sia un Mes mascherato, che crea un vincolo esterno all’Italia, vincolo che Mario Draghi vuole interpretare dal Quirinale. Perciò se la prendono comoda nell’approvazione del nuovo Mes: lo scopo è già stato raggiunto con massima soddisfazione del Pd che potrà, con le briglie europee, condizionare qualsiasi governo. Sarà il Pnrr a condannare l’Italia a essere colonizzata. Converrà fare due conti. Partiamo dai cosiddetti ristori con Mario Draghi - il guru dell’economia - che ci fa la figura dell’Avaro a petto di uno statista come Giuseppe Conte. Di soldi veri non ce ne sono. Che se ne fa un bar di non pagare il sovra-contributo per la Cig fino a marzo? Una discoteca che non ha incassato neppure un euro quale credito d’imposta ha maturato? A settembre però dovrà versare in un’unica rata Iva e addizionali. I ristori per il commercio pari a 1,6 miliardi riguardano 735.500 imprese; fanno 2.175 euro a cranio. Con buona pace del ministro leghista Massimo Garavaglia, i 100 milioni aggiuntivi sul fondo turistico sono un’offesa. Il settore ricettivo è composto da 216 mila aziende. Gli operatori del turismo sono 48.000 a cui si aggiungono 14.000 agenzie. Avranno 359 euro. Sono già saltati per aria 70.000 bar e 65.000 ristoranti. Palazzo Chigi si trincera dietro un’affermazione: grazie ai salvacondotti abbiamo lasciato tutto aperto, interveniamo solo perché siamo generosi. Confcommercio stima che la ristorazione abbia perso 56 miliardi, per il Mio di Paolo Bianchini - aderente a Confturismo - solo nel mese di dicembre sono svaniti 7 miliardi. Ma li compensano con il credito d’imposta. Allora chiediamoci: perché un governo guidato da un grande economista si mette a rischio di perdere la faccia? Perché non c’è un euro e sugli italiani, una volta eletto l’inquilino del Colle, si abbatterà un uragano di tasse. La prova? Sulla riforma fiscale non si è neppure cominciato a discutere. Ad accendere la spia ci ha pensato la Banca d’Italia. Ha scritto nel suo bollettino: l’economia rallenta, cresceremo nel primo trimestre del 3,8. Ci si aspetterebbero dunque massicci sostegni anticiclici e invece siamo alle briciole. Ancora peggio Confindustria, quella che vuole il salvacondotto a ogni costo perché sostiene, con il suo presidente Carlo Bonomi, che è tutta colpa del virus. «A inizio 2022», scrivono gli industriali, «si sono fatte più fitte le nubi, addensatesi già a fine 2021 sulla risalita del Pil, stimato in frenata nel 4° trimestre. Con gli attuali prezzi abnormi dell’energia, i margini erosi, la scarsità di commodity e l’aumento dei contagi, il rischio è che il Pil subisca uno stop nel primo trimestre di almeno lo 0,8%». Sulla proiezione d’anno la crescita sarebbe solo del 3,2%, oltre un punto in meno della stima del ministro economico Daniele Franco. Ci fanno sapere che è tutta colpa del risalire dei contagi e dell’inflazione prodotta dalle fonti energetiche. Però poi la Confindustria scrive: «Il recupero dei consumi (gap di -3,6% dal pre-crisi, tutto nei servizi) rischia di interrompersi». Sicuri che non c’entrino nulla quarantene, negozi a singhiozzo e «patenti sanitarie»? E il salvifico Pnrr? «Gli investimenti in Italia hanno rallentato già nel terzo trimestre 2021. Agiscono da freno sia i bassi margini sia il contesto molto incerto». E magari anche la burocrazia sanitaria. Riassumendo: i consumi sono fermi ma c’è l’inflazione che significa stagflazione, paralisi dell’economia, gli investimenti non partono perché il Pnrr per ora è una bufala. Nel 2020 abbiamo fatto meno 9,8 di Pil, secondo le stime (ottimistiche) lo scorso anno siamo cresciuti del 6,2 e dando per buono che si faccia il 3,8 quest’anno siamo sotto il livello nominale del 2019, ma con l’inflazione al 4% e con - Pnrr compreso - 430 miliardi di debito in più. Per Christine Lagarde - presidente della Bce - è tutta colpa dell’energia e dunque l’inflazione rinculerà. I prezzi impazziti però non dipendono solo dall’energia, che peraltro è un mercato imperfetto anche grazie a Ursula Von der Leyen, ma da India, Cina, Brasile e in parte Stati Uniti che hanno fatto scorta di materie prime. Noi abbiamo gli impianti fermi per le quarantene, perché abbiamo fatto infettare l’economia dalla burocrazia sanitaria e loro ci sostituiscono. E si vendono tra loro al prezzo migliore. L’export - sostiene Confindustria - si è piantato. Agli italiani messi ai domiciliari da Roberto Speranza chi glielo spiega? Con un’inflazione che va più veloce dei contagi (a dicembre era al 3,9%, oggi viene fotografata al 4,7, si rischiano incrementi dell’1% al mese) perdono reddito e non consumano. A guadagnarci - finché dura - è solo lo Stato che si fa erodere il debito. Alla fine Draghi come un impresario d’avanspettacolo dirà: bambole non c’è una lira. Taca banda!
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)