
Dati del Viminale: dalla nascita del Conte bis oltre 1.000 arrivi contro i poco più di 500 nello stesso periodo dell'anno scorso.La nuova era è già realtà. La mano di velluto sostituisce il pugno di ferro. A due settimane dalla nascita del Conte bis, gli sbarchi sono quasi raddoppiati. La Verità ha rielaborato i dati ministeriali, per raffrontarli con lo stesso periodo del 2018. Dal 5 settembre 2019, giorno del primo vagito giallorosso, allo scorso 18 settembre, ultimo dato verificabile, sulle coste italiane sono approdati 1.049 migranti. Nello stesso lasso dell'anno passato, con Matteo Salvini al Viminale, gli arrivi erano stati 597. Un aumento del 75 per cento. La strategia di Luciana Lamorgese, neoministro dell'Interno, ha da questo punto di vista le sembianze della disfatta. Negli ultimi 14 giorni sono sbarcati oltre mille stranieri. Nei primi otto mesi del 2019 se ne contavano poco più di 5 mila.L'epoca dell'intransigenza leghista è trapassato remoto. La resistibile alleanza tra Pd e M5s dà i primi acerbi frutti. A settembre, già 1.565 migranti: il numero maggiore dall'agosto 2018. E nei prossimi giorni l'assedio pare destinato a continuare. Insomma, in un paio di settimane, «Giuseppi» e i suoi hanno frantumato ogni record negativo, ribaltando i vituperati trascorsi. Conte, premier bifronte, rinnega il tempo che fu. Riecco l'«invasione». Ogni giorno partono dall'Africa barche e barchini, che ormai entrano direttamente nei porti siciliani, calabresi e sardi. Le Ong intanto continuano a pattugliare il Mediterraneo, pronte a caricare centinaia di clandestini alla deriva. La regina nel mar dei migranti è ora l'ex nave oceanografica Ocean Viking, al servizio di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere. Adesso ha 182 profughi a bordo. E dopo aver rifiutato l'approdo nei porti libici, punta ancora su Lampedusa. malgrado i decreti sicurezza siano tuttora vigenti. Un'altra marea umana è pronta a riversarsi sull'isoletta. Il centro d'accoglienza siciliano avrebbe una capienza massima di 95 persone, negli ultimi giorni ha però ospitato anche 240 migranti. Le sponde lampedusane sono accerchiate da gommoni e imbarcazioni. Anche sul fronte libico le notizie sono preoccupanti. Il nuovo corso italiano ha convinto decine di africani a tentare la traversata. Tripoli sembra lasciar fare: i controlli ai confini sono sempre più laschi e la guardia costiera è in ambasce. La linea di Lamorgese, già prefetto di Milano, appare fallimentare. E stride terribilmente con il recente passato.Riavvolgiamo il nastro a un anno fa. Settembre 2018: il numero degli arrivi sulle coste italiane segna il minimo storico. Meno di mille migranti sbarcati: 947 per l'esattezza. Salvini può festeggiare. È reduce dalla madre delle battaglie navali: la Diciotti è rimasta bloccata per giorni al largo di Catania. Solo alla fine i 137 stranieri vengono fatti scendere. Il braccio di ferro diventa però una prova di forza simbolica. Da quel momento, gli sbarchi cominciano a calare. La lotta all'immigrazione diventa la bandiera dei gialloblù. E i consensi per la Lega cominciano a salire vertiginosamente. Le frontiere chiuse incontrano il plauso di buona parte degli italiani. Il vento, a dispetto della paventata ineluttabilità, è girato.Un anno più tardi, tutto è cambiato. La priorità del nuovo governo è fin da subito lampante: smantellare il Decreto sicurezza del leader leghista. Basta prove di forza e porte chiusi. Questo suggerisce il buonismo democratico, preso a prestito dai 5 stelle. E questo impone l'Europa, che plaude a un governo finalmente contiguo. A riprova, Bruxelles adesso mostra lo zuccherino: la solidarietà. L'Italia, promette l'Ue, non sarà più sola. Una pattuglia di bendisposti contribuirà a farsi carico degli stranieri. Bellissime parole, seguite da controverso svolgimento. La Francia vuole solo richiedenti asilo: anche due giorni fa, mentre il presidente Emmanuel Macron incontrava Conte, a Ventimiglia i gendarmi ci rispedivano indietro decine di irregolari. La Grecia chiede pericolosa reciprocità. Malta ha già palesato incongruenza. Germania e Spagna invece si farebbero carico dei migranti economici. Forse. Se ne discuterà nell'imminente vertice alla Valletta tra l'Italia e gli altri «volenterosi»: l'accordo però è lontano.La politica europea furbescamente tituba. Quella italiana è imbambolata, tra proclami e dura realtà. Intanto, gli sbarchi proseguono. Mercoledì scorso sono arrivate 130 persone. Un'altra ondata sembra imminente. Mentre la Ocean Viking naviga minacciosamente nei paraggi. A Lampedusa le forze dell'ordine sono però allo stremo. Un gruppo di tunisini ha perfino inscenato sull'isola la prima protesta: non vogliono essere rimpatriati. Il timore, l'ennesimo, è che la tensione continui a salire.Ma Conte è ottimista: l'intesa europea è imminente. Peccato che i numeri del Viminale siano impietosi. Con i giallorossi gli sbarchi sono aumentati del 75 per cento. A Salvini non rimane che trafiggere l'odiato «Giuseppi»: «Record di aumento dopo 18 mesi di cali. Conte si fa prendere in giro da Macron. Da avvocato del popolo a traditore del popolo, che misera fine».
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).
Mucche (iStock)
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.
«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.





