2021-09-26
I nuovi documenti trovati in Regione mandano al tappeto la difesa di Sileri
Spunta la lista degli esami (a pagamento) svolti dal pentastellato. E il Lazio ora punta alla clinica: «Non vigilò sull'incompatibilità».Riassunto delle puntate precedenti. La Regione Lazio, che nel 2019 aveva «scagionato» Pierpaolo Sileri per la vicenda delle visite private a pagamento nella clinica Nuova Villa Claudia, negli ultimi mesi è tornata alla carica, sollecitata dalle interrogazioni del consigliere regionale di Fdi, Antonello Aurigemma. Ecco i punti fermi. Tra il 20 marzo 2018 e il 25 gennaio 2019, mentre era in aspettativa a Tor Vergata, il senatore grillino Sileri svolse occasionalmente, presso la casa di cura di via Flaminia Nuova, «attività professionale con oneri a carico del singolo utente». Giuseppe Petrella, ex direttore della Scuola di specializzazione di chirurgia generale dell'ateneo romano, sentito dal Fatto, aveva precisato di avergli affidato «l'attività di tutoraggio di studenti e dottorandi». La stessa ricostruzione che, a maggio scorso, il sottosegretario alla Salute aveva offerto alle Iene. L'ente guidato da Nicola Zingaretti, quindi, contestava a Sileri l'esercizio di «attività non svolta presso l'amministrazione di appartenenza per il mantenimento delle competenze, né (di insegnamento e tutoraggio) a titolo gratuito, come prescritto dall'articolo 1 comma 130 della legge 662/1996». Anziché andare a insegnare o a effettuare, saltuariamente, operazioni chirurgiche per non perdere la manualità, l'esponente pentastellato si era fatto pagare per vere e proprie prestazioni sanitarie. Ora, allegata a un documento regionale del 22 settembre, spunta anche la lista di quei servizi. È un elenco di 46 voci (si può definirla saltuarietà?), la maggioranza delle quali afferisce a esami clinici e non a interventi: salvo alcune (saltuarie!) eccezioni, quasi ovunque si parla di «visita specialistica», «esofagogastroduodenoscopia», o «rettosigmocolonscopia». Sarebbe la prova che Sileri mentì pubblicamente sulla natura della sua collaborazione con Nuova Villa Claudia. La normativa, d'altronde, prevede che «i dipendenti delle amministrazioni pubbliche collocati fuori ruolo o in aspettativa per l'assolvimento di pubbliche funzioni» possano essere autorizzati a svolgere, solo «presso l'amministrazione di appartenenza, prestazioni lavorative saltuarie gratuite e senza alcun onere per l'amministrazione». A patto che si tratti di «prestazioni di alta qualificazione professionale in relazione alle quali si rende necessario il continuo esercizio per evitare la perdita della professionalità acquisita». Com'è il caso degli interventi chirurgici. Tuttavia, le carte mostrano che Sileri effettuò esami specialistici, facendosi pagare le singole visite. Ciò potrebbe spiegare pure quella specie di intervista-spot alla clinica Villa Claudia, trasmessa da un'emittente della Capitale, Radio Sei, in cui lo speaker diceva al prof: lei «è lì per un appuntamento per un controllo». E Sileri confermava: «Sì sì, io sono qui, certo».La Regione Lazio, intanto, ha posto la questione all'attenzione dell'Ordine dei medici di Roma, che il 14 settembre ha comunicato di aver disposto «gli accertamenti istruttori del caso», chiedendo alla Direzione salute «di conoscere […] gli eventuali provvedimenti adottati da codesta amministrazione, ovvero da parte della fondazione Ptv (Policlinico Tor Vergata, ndr) o della Asl Roma 1». Vedremo cosa deciderà l'Ordine. Il dipartimento, comunque, ha scritto anche all'azienda sanitaria, intimando di svolgere verifiche presso la casa di cura, a proposito della «mancata vigilanza relativamente alle incompatibilità del professionista», cioè lo stesso Sileri, «a erogare prestazioni sanitarie a titolo oneroso» e affinché Nuova Villa Claudia informi «codesta Asl e la Regione del computo dell'ammontare dell'importo per l'erogazione delle prestazioni svolte in favore» della clinica.La questione delle incompatibilità è quella giuridicamente più scivolosa. Il sottosegretario sostiene che, una volta collocato in aspettativa, è stato sollevato dall'obbligo di prestare attività assistenziale. Quindi, non gli si sarebbero applicate più le stesse norme previste per il personale del Ssn, come prescrive il decreto legislativo 517/1999, che, appunto, le considera vigenti «per quanto attiene all'esercizio dell'attività assistenziale». Dunque, alla base delle osservazioni della Regione a proposito della «mancata vigilanza sulle incompatibilità», dovrebbe esserci la dichiarazione con cui Sileri riferì a Nuova Villa Claudia che intratteneva «altri rapporti di lavoro anche di natura convenzionale con il Ssn e di essere attualmente in aspettativa obbligatoria […] dopo carica elettiva». Ne conseguirebbe che, alla luce della legge 662/1996, il senatore non si sarebbe dovuto recare nella casa di cura, tra l'altro convenzionata con la Sanità regionale, per svolgere esami clinici pagati dagli utenti. E se Nuova Villa Claudia gliel'ha concesso, potrebbe aver trascurato di controllare questo regime d'incompatibilità.Noi siamo sempre stati - e rimaniamo - a disposizione del sottosegretario, qualora volesse proporre ai lettori la sua versione. O, almeno, spiegare come mai raccontò di essere andato nella clinica romana a fare il tutor, quando è acclarato che andava a fare il medico. Noi ci limitiamo a segnalare un dettaglio: qualche altro sottosegretario s'è dovuto dimettere per molto meno.
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