2021-01-12
I mediatori stranieri ringraziano Arcuri: «Mandi i soldi in Cina». Ma stanno in Italia
Protagonista una coppia di imprenditori con base fra Roma e Milano. Lei comunicava con il super commissario.Le stranezze nell'inchiesta sulle mascherine non finiscono mai. Dalle carte della Procura di Roma emerge come dietro alla fornitura da 1,25 miliardi di euro ci fosse una banda di cinesi de Roma che da molti anni risiedono qui. Al punto che la Guardia di finanza in un'informativa ha scritto che le tre società cinesi a cui si era affidato il commissario straordinario «si sono avvalse della collaborazione in Cina di tale “Marco" fino a oggi non meglio identificato nonché del libero professionista Daniele Guidi», il banchiere sammarinese di cui abbiamo già scritto anche ieri. Dopo le perquisizioni le Fiamme gialle identificano «Marco» in Zhongkai Cai, per i contatti con l'ecuadoriano Jorge Solis, indagato per traffico illecito di influenze insieme con Guidi, il giornalista Mario Benotti (il gancio con il commissario Domenico Arcuri), l'imprenditore Andrea Tommasi e altre due persone. Gli ultimi sviluppi investigativi «hanno permesso di identificare il citato “Marco", quale componente di un'organizzazione ben strutturata e coordinata di cui fa parte anche Guidi». Il signor Cai, nato il giorno di Natale del 1976, è residente a Roma e ha un permesso di soggiorno rilasciato a tempo indeterminato nel 2017. La moglie, Lu Zhou Xiao, pure lei quarantaquattrenne, risulta residente con il signor Cai nel popolare quartiere del Quadraro. La coppia, come vedremo, ha svolto diverse attività in Italia. Ma la signora è anche colei che compare sulla scena della trattativa tra il commissario straordinario e la Cina per le mascherine. E in particolare come general manager della Luokai trade, nata appena cinque giorni prima della stipula dei contratti e capace di portare a casa commesse per 634 milioni di euro. Quindi la donna scrive su carta intestata della Luokai (con tanto di timbro con la stella rossa) direttamente al commissario per felicitarsi in un impeccabile italiano: «Ringraziando per la fiducia accordata alla nostra società, rimaniamo a vostra disposizione e porgiamo i migliori saluti». Con la missiva la donna comunica le coordinate bancarie del conto corrente cinese ove accreditare le somme della commessa. Quindi una cinese de Roma all'improvviso apre una società di import export in Cina, trova centinaia di milioni di mascherine e manda ad Arcuri un conto corrente cinese per incassare i soldi. Sulla coppia, a parte, come vedremo, una segnalazione dell'Antiriciclaggio, non c'è molto altro da dire, se non che il signor Cai alla fine degli anni Novanta venne indagato per contrabbando in un caso di mancato o incompleto accertamento dell'oggetto del reato. Qualche anno dopo è, però, stato prosciolto. Ha molti più problemi giudiziari il cognato Hui Yu, utilizzatore di diversi alias e pluridenunciato per diversi reati, che vanno dalla vendita di prodotti contraffatti alle false fatturazioni. Ma quest'ultimo, al momento, non ci risulta coinvolto nella vicenda delle mascherine. Cai, hanno scoperto gli investigatori, utilizzava la mail Marco@Athenavalve.com. Anche questa una società molto poco cinese. La sede è infatti a Settimo Milanese e si occupa di valvole industriali. Questa ditta è direttamente collegata, come emerge dal Web e come abbiamo già scritto, con le aziende cinesi. Alla Camera di commercio Cai risulta avere un ruolo nella Athena, quello di «insistore». Un termine giuridico poco noto, che indica un rappresentante sostanziale dell'imprenditore in una sede o in un ramo dell'azienda. Cai vanta un curriculum da manager di piccole imprese abbastanza corposo. Infatti oltre al ruolo nella Athena, il cinese salito suo malgrado agli onori della cronaca per l'inchiesta sulle mascherine ricopre la stessa carica nella Lucy fashion srl, quella di socio accomandatario in un ristorante di Civitanova Marche e quella di amministratore unico di due società, la Kailly srl e la Ge-star srl. Di quest'ultima Cai è anche socio al 70%, insieme alla sorella Lili, Mentre la prima società è controllata al 70% dalla sorella e al 30 dalla moglie. Formalmente la sede della Kailly (2.000 euro di capitale versato, attiva nel settore del commercio all'ingrosso di abbigliamento) è a Roma, distante pochi passi da piazza Vittorio, ma quando ieri ci siamo recati a cercare informazioni abbiamo trovato un palazzone pieno di appartamenti, senza nessun riferimento alla società. Il 28 ottobre scorso, dai conti della Kailly sono stati bonificati circa 66.000 euro alla Wenzhou light industrial products, altra società fornitrice di 230 milioni di mascherine acquistate dallo staff di Domenico Arcuri. Ufficialmente Cai non ha nessun ruolo nella società e forse proprio per questo Bankitalia ha emesso una segnalazione di operazione sospetta sul trasferimento di fondi. La seconda dopo quella relativa alle provvigioni degli intermediari, che ha scoperchiato il vaso di Pandora della maxifornitura. L'altra sorella di Cai, Lifen (moglie di Hui Yu) gestisce un negozio di abbigliamento non lontano dalla sede della società del fratello, quindi a metà del pomeriggio di ieri abbiamo tentato di rivolgerci a lei per contattarlo. Ma nel negozio hanno negato sia ogni forma di parentela, sia di conoscere Cai, per poi abbassare precipitosamente le saracinesche e chiudersi in macchina, attendendo che ci allontanassimo. Anche alla luce dell'indagine della Procura avremmo voluto una conferma o una smentita a quanto affermato da più fonti sulla partenza dei coniugi Cai verso la Cina, per capire a quando risaliva l'eventuale trasferimento e se era definitivo, ma i nostri interrogativi sono rimasti senza risposta.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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