2021-09-09
I lockdown all’italiana? Una disfatta. Non hanno salvato neanche una vita
Il Pd insiste con la frottola che senza le restrizioni saremmo finiti «come il Brasile di Bolsonaro». Ma in verità non abbiamo fatto meglio. Sulla coscienza di chi ha governato l'emergenza ci sono migliaia di morti evitabili.Fino ad ora l'Italia ha pianto 130.000 morti per Covid. Trovo curioso che alcuni sollevino ancora il dubbio se quelli fossero stati, piuttosto, solo morti con Covid, dato che fin dall'inizio si registrava tra i morti una percentuale di positivi ben superiore alla percentuale di positivi tra i vivi. Inoltre, rispetto alla mortalità media degli anni precedenti, nei mesi interessati dalla pandemia abbiamo patito un eccesso di mortalità fin oltre l'80%. Per farla breve: i morti con Covid sono stati morti per Covid. Ma erano necessari 130.000 decessi? Decisamente no. 130.000 morti pesano come macigni sulle coscienze di: Sergio Mattarella, Giuseppe Conte, Roberto Speranza, Cts; poi, sulla coscienza di quella che l'amico Nicola Porro chiama «informazione unica del virus», di cui tutti noi abbiamo avuto tangibile esperienza quando ci si sintonizzava sul tg di qualunque canale tv o leggendo un qualunque quotidiano; e, infine, sulla coscienza di Mario Draghi e del suo governo. Ma andiamo con ordine.Se ci si limita ai Paesi con più di 10 milioni d'abitanti, l'Italia è al settimo posto per numero di morti per milione d'abitanti e, se si esclude il Perù che è un outlier nel mondo (avendone pianti ben 6.000), gli altri sei Paesi ne han pianti fra 2.150 (Italia) e 2.800 (Repubblica Ceca). Tutti questi Paesi stanno poco al di sopra della media della Ue che, per Covid, ha avuto 1.700 morti per milione d'abitanti. Quella del presidente Mattarella, che ha recentemente gongolato congratulandosi con le Regioni e con la Ue per «il successo nella lotta alla pandemia» ha tutte le fattezze della leggenda metropolitana.Come leggende metropolitane sono le panzane del Pd mirate a gettare fumo negli occhi allo scopo di offuscare le proprie responsabilità sui 130.000 morti. Come quella del 4 giugno 2020 quando, ospite di Bianca Berlinguer, l'onorevole Pier Luigi Bersani affermava: «Se avesse governato il centrodestra, non sarebbero bastati i cimiteri». E un giorno di metà agosto 2020, ad una qualche festa dell'Unità, Nicola Zingaretti affermava: «Noi non siamo il Paese di Bolsonaro, che ha fatto le fosse comuni nelle spiagge». Fino allo scorso giugno, Enrico Letta, ospite della Lilli Gruber a Otto e mezzo: «Senza le misure adottate dal governo del Pd, l'Italia verserebbe, in ordine alla pandemia, nello stesso stato in cui versa il Brasile».Le affermazioni di Zingaretti e di Letta sono patentemente false. La verità è che al Ferragosto 2020 i morti per Covid per milione d'abitanti erano 500 in Brasile e 590 in Italia, e all'inizio di giugno 2021 erano 2.100 in Italia e 2.200 in Brasile. Di fatto, Italia e Brasile hanno pianto un numero comparabile di morti per milione d'abitanti durante tutto il decorso della pandemia.Il fatto è che abbiamo affrontato la pandemia facendo tutto quel che non avremmo dovuto, ed evitando di fare quel che avremmo dovuto. In particolare, il nostro lockdown non ha salvato neanche una vita. Neanche una! E che ci si continui a minacciare di possibili chiusure, questo sì, presidente Mattarella, è immorale.Ogni due-tre quelli del Pd non mancano di raccontare la frottola che senza le misure da essi adottate, cioè senza lockdown - una minaccia che ci viene riproposta ogni santo giorno che Dio manda in terra - staremmo a piangere molti più dei 130.000 morti che abbiamo pianto. Senonché, a fronte della pletora di Paesi che hanno seguito il mirabile esempio italiano del lockdown, il caso vuole che ve ne sia uno, la Svezia, che non solo non lo ha seguito, ma addirittura non ha adottato quasi alcuna misura: in Svezia hanno continuato a vivere come se il virus non ci fosse. Il razionale della scelta è stato: «Ognuno sia poliziotto di sé stesso», tanto per usare le stesse parole dei loro ministri.Il confronto tra Svezia e Paesi che hanno adottato i lockdown è illuminante. L'evoluzione qualitativa degli effetti della pandemia è stata identica in tutti questi Paesi, con molti meno decessi per milione in Svezia che altrove. Per esempio, 2.150 in Italia e 1.450 in Svezia. Cosicché, quando si osserva un calo di eccesso di mortalità esso è dovuto non alle misure di lockdown (assenti in Svezia) ma all'evoluzione naturale del virus. Il lockdown italiano non ha salvato neanche una vita umana: esso è stato totalmente inutile.Indispettito dai successi della Svezia, il «telegiornale unico del virus» ha provato, prima, a raccontare quanto la Svezia fosse in braghe di tela (invece era messa meglio dell'Italia nel corso di tutta la pandemia). Poi che la circostanza fosse dovuta ad una inferiore densità di popolazione, ma la spiegazione non regge, posto che, come vedremo, Hong Kong, Giappone, Sud Corea, con elevatissima densità di popolazione, hanno saputo ben domare la pandemia. Infine, hanno provato a confrontare la Svezia con gli altri Paesi scandinavi, che non hanno avuto i decessi che ha patito la Svezia; ma la differenza cruciale tra Svezia, da un lato, e Danimarca, Norvegia e Finlandia dall'altro, è che questi ultimi eseguivano da subito test e tracciavano e isolavano gli infetti e i loro contatti, mentre la Svezia non faceva proprio nulla, cominciando ad eseguire un piccolo numero di test e tracciamenti solo non prima del luglio 2020 inoltrato. Di fatto, l'evoluzione dei danni della pandemia in Svezia è stata indistinguibile da quella degli altri Paesi europei. Il nostro lockdown non ha salvato neanche una vita, dunque. Neanche una! Ma allora, cosa bisognava fare? Innanzitutto, non bisognava fare alcuna chiusura. Poi, bisognava copiare la Sud Corea. Penserete: troppo facile parlare col senno di poi. No! Se cercate in Internet, troverete che è del 18 marzo 2020 il mio primo articolo ove avvertivo che si sarebbe dovuto copiare la Sud Corea, ed è del 28 aprile 2020 l'articolo ove alla domanda se il lockdown stesse servendo a qualcosa argomentavo concludendo con un deciso «no». Dico questo non per imbrodarmi, ma per dire che delle circostanze me n'ero accorto perfino io, che sono un nessuno. Allora vi chiederete come mai non si accorsero il ministro degli Esteri dei successi della Sud Corea e quello della Sanità del fallimento del lockdown. Non è difficile rispondere: basta declamare nome e cognome dei ministri, si fa per dire, competenti a quei dicasteri.(1. Continua)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
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