2019-08-18
I grillini fanno i duri con i leghisti: «Volevano fregarci, si sono fregati»
Il «Blog delle stelle» attacca: «Hanno portato il Paese sull'orlo del precipizio e hanno cercato Berlusconi, che però li ha snobbati». Luigi Di Maio temporeggia per capire se gli conviene ricucire o fare un accordo con il Pd.Nessun incontro, nessuna telefonata, nessuna voglia di tornare dall'alleato traditore e neanche di cambiare partner. Soltanto attacchi alla Lega sul Blog delle stelle. I pentastellati sembrano dire «no» a tutto e stanno a guardare, quasi a godersi questi giorni di crisi «liquida» che soltanto martedì avrà una svolta. Dopo il leader Luigi Di Maio che venerdì aveva parlato di «fake news» rispetto alla possibilità di un incarico a Palazzo Chigi in un nuovo esecutivo gialloblù, i 5 stelle ribadiscono che non intendono ricucire né immaginare un maxi rimpasto. E accusano la Lega di non voler mollare «le poltrone» con il solito post sul Blog dal titolo «Salvini sceglie Silvio, ma anche lui lo snobba». «Vorremmo mettere una cosa in chiaro», si legge. «Salvini e la Lega non solo hanno fatto cadere il governo a Ferragosto, portando il Paese sull'orlo del precipizio per rincorrere i sondaggi e il loro interesse personale, ma hanno fatto una chiara scelta politica. Perché 24 ore dopo aver aperto la crisi hanno chiamato Berlusconi e sono andati ad Arcore». E rivolgendosi agli elettori: «Salvini ha preferito Arcore a voi. E sapete qual è il paradosso di tutto questo? Che ora pare sia lo stesso Berlusconi a snobbarli. Gli ha dato picche. È incredibile, nemmeno lui si fida di loro, ma è costretto a starci insieme per farsi garantire le tv. È il solito giochino di sempre, sono 30 anni che è così. Io ti do, tu mi dai. Ma a noi queste logiche non interessano. Il M5s è un'altra cosa. È vero, Salvini ha provato a fregarci tutti, ma alla fine si è fregato lui».Il Cavaliere diventa l'ultimo pretesto per un no categorico al riavvicinamento con il Carroccio come peraltro sembra ribadire su Facebook il senatore Primo Di Nicola: «Indietro non si torna, addio alla Lega. Quello che gli attori in campo in questa crisi, la peggiore, ma anche la più pericolosa, da Tangentopoli e dalla nascita della cosiddetta Seconda Repubblica, hanno il dovere di fare, è dire una parola chiara ai cittadini, al di là degli interessi di parte e delle strategie sul come uscire dall'impasse nella quale il sistema politico è stato precipitato dall'azzardo di Salvini». E ancora: «Tenere lontano dal governo Salvini è ormai diventato un dovere democratico, per conservare un minimo di credibilità alla politica, alle prerogative del Parlamento e a quelle della presidenza della Repubblica, la sola titolata a indicare la data di nuove elezioni». Nonostante i toni apparentemente inflessibili, c'è chi crede che sia tutta una tattica per raccogliere più vantaggi possibili. Di Maio, insomma, dovrebbe ancora decidere se ricucire o strappare a andare con il Pd. A dirlo senza peli sulla lingua è un ex grillino come il senatore Gregorio De Falco, oggi nel gruppo misto: «I 5 stelle sono finiti, torneranno con la Lega. Tanti grillini hanno applaudito Salvini quando ha proposto di tagliare i parlamentari. Di Maio è il colpevole del tradimento degli ideali del Movimento. L'accordo con il Pd? La vedo difficile e comunque non è Di Maio a decidere ma Davide Casaleggio». Nel Movimento c'è un'ala grillina che va da Beppe Grillo a Roberto Fico, da Stefano Patuanelli a Carla Ruocco e a Nicola Morra, che sarebbe ben propensa a sedersi al tavolo con il Pd renziano visto che il segretario dem Nicola Zingaretti continua a frenare. Nel frattempo un'altra ala spinge per il ritorno al governo gialloblù. Ieri però le acque si sono agitate ulteriormente sulla questione migranti. Fonti del Movimento hanno detto a Repubblica: «Salvini ha fatto cadere il governo e pretende ancora di fare il ministro. Parla da ministro, ma per conto di chi e di cosa se ha detto che vuole sfiduciare il governo? Si dimetta se ha un briciolo di coerenza».Insomma, mentre il sottosegretario leghista Claudio Durigon invita alla calma («Facciamo decantare un po' la situazione»), bisognerà aspettare martedì per sentire le comunicazioni di Giuseppe Conte sulla crisi e vedere se si dimetterà oppure no. E online continuano le accuse alla Lega di non voler mollare le poltrone. Di Nicola scrive: «Anche oggi si dimettono domani». Rincara Vito Crimi: «Ma come, non dovevano mollare tutti la poltrona? Hanno aperto una crisi di governo in pieno agosto annunciando di essere pronti a dimettersi in blocco e invece ancora sono lì, incollati alla poltrona. Senza pudore! Si tratta di una crisi surreale aperta dalla Lega solo per tutelare gli interessi di partito, per portare a casa nuove poltrone. Storia da Prima Repubblica, logiche di Palazzo, intrighi politici, solo per conquistare nuovo potere». Nel frattempo sul Blog delle stelle e sulla pagina Facebook di Di Maio continua il conto alla rovescia per il taglio dei parlamentari, il cui ultimo voto è in calendario giovedì 22: «Mancano solo cinque giorni e finalmente taglieremo 345 poltrone. Grazie a questo taglio faremo risparmiare mezzo miliardo di euro ai cittadini, 100 milioni di euro all'anno e 300.000 euro al giorno. Soldi da spendere in strade, scuole, ospedali, asili nido. P.s. Se la Lega sfiducerà il presidente Conte, il taglio salta!».
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».