2020-11-15
I grillini accantonano la trasparenza e Casaleggio snobba gli Stati generali
Nascosti i voti per scegliere i delegati: i vertici temono il seguito di Dibba. Il patron di Rousseau non partecipa: «Regole violate».La farsa degli stati generali del M5s serve almeno a far capire che la spaccatura tra i grillini è tutt'altro che prossima a sanarsi. Chiunque conosca i meccanismi che hanno portato il M5s ad avvicinarsi alla giornata conclusiva di oggi, sa benissimo che tutto è stato accuratamente predisposto per rimettere nelle mani di Luigi Di Maio la leadership dei pentastellati, dietro il paravento dell'organismo collegiale, nonostante sia proprio il ministro degli Esteri, con il suo sfrenato poltronismo, il principale responsabile delle sconfitte elettorali a raffica successive al miracoloso 32% ottenuto nel marzo 2018.Si è arrivati al punto di tenere nascosti i voti ottenuti da ciascuno dei 30 delegati che oggi prenderanno la parola, 5 minuti a testa, in una sorta di congresso virtuale che si terrà tutto on line. I 30 grillini parlanti sono stati scelti attraverso votazioni sulla piattaforma Rousseau delle quali però si è deciso di non rivelare i singoli risultati, pubblicando i nomi in ordine alfabetico. Hanno espresso le loro preferenze 26.365 iscritti su 151.740 aventi diritto di voto: il 17,3%. I candidati in lizza erano 978. I leader e presunti tali sono tutti in «scaletta»: il reggente Vito Crimi, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Paola Taverna e così via. Il premier Giuseppe Conte interverrà alle 12 e 30. Non si sa se Beppe Grillo parteciperà all'assemblea attraverso un video.Perché non rendere pubblici i voti ottenuti da ciascun delegato? L'opinione comune è che si vuole evitare di dimostrare come Alessandro Di Battista, unica voce di dissenso rispetto al poltronismo governista dimaiano, goda di un seguito superiore a quello di tutti gli altri. Di Battista tenta di tenere il M5s ancorato al principio «rivoluzionario» delle origini, si oppone all'alleanza strutturale con le sinistre e alla abolizione della regola dei due mandati. Su quest'ultimo tema, assai spinoso, si discute tra varie soluzioni: la possibilità di svolgere il «terzo mandato per meriti speciali», mantenere la regola del «mandato zero» per i consiglieri comunali o «consentire un terzo mandato consecutivo se uno dei due mandati precedenti ha avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno». In discussione anche il rapporto con la piattaforma Rousseau e con la Casaleggio Associati.A rendere incandescente la vigilia dell'appuntamento di oggi, ci pensa proprio Davide Casaleggio, che con un post su Facebook smaschera la sceneggiata degli stati generali: «Alcuni giornali», scrive Casaleggio, «si interrogano sulla mia eventuale presenza agli stati generali del M5s. Ho ricevuto l'invito a partecipare nella discussione di domenica. Ho deciso di declinare perché ritengo che se ci sono delle regole di ingaggio, queste debbano essere rispettate. Leggendo il documento di guida della discussione del primo giorno, registro che molte decisioni sono già state date per acquisite e si chiedono solo i dettagli. Su altre», aggiunge il figlio di Gianroberto, «come la questione sul vincolo dei due mandati, l'indicazione dai territori è stata chiara, ossia che rimanga intoccabile, ma al primo punto del documento guida si indica esplicitamente di dibattere su eventuali deroghe da adottare. Penso sia doveroso pubblicare i voti sia dei delegati del sabato sia dei relatori della domenica prima dell'evento», insiste Casaleggio, sulla stessa linea di Di Battista, «come anche i verbali delle riunioni provinciali e regionali, nella versione originale, che riportino i risultati degli incontri ufficiali nei quali tutti hanno potuto partecipare e che oggi non sono pubblici. Inoltre, le persone che dibatteranno dei nostri valori dovrebbero in primis aver rispettato le regole che abbiamo oggi. Non vorrei che si arrivi al paradosso che a scrivere le regole siano anche coloro che per primi non le rispettano. Probabilmente tutto ciò», conclude, «potrebbe dare l'integrità e la trasparenza che merita questo percorso».La risposta è affidata a Vito Crimi: «Leggo una polemica o una richiesta», replica il reggente del M5s, «che viene rispetto alla necessità di rendere trasparenti i voti e le preferenze ricevute da chi partecipa domani (oggi, ndr) pomeriggio al dibattito. Vorrei rappresentare due cose: credo che gli iscritti, invece di sapere quanti voti abbiano preso chi e quando, abbiano bisogno di risposte su come il loro contributo verrà preso in considerazione e utilizzato: il che viene palesemente evidenziato dalla partecipazione massiccia agli Stati generali». Crimi si arrampica sugli specchi: «Non è la prima volta», aggiunge il reggente, «che accade, ogni qualvolta che abbiamo avuto un processo che non si conclude con una votazione, noi abbiamo congelato l'espressione dei voti. Al termine del percorso, tutto sarà reso pubblico. Non ci sono mai stati segreti, è tutto certificato e in possesso di due notai».