2021-01-22
I governatori scoprono il bluff di Arcuri
Luca Zaia (Veneto) e Vincenzo De Luca (Campania) puntano il commissario che ha attribuito all'azienda i ritardi nella consegna delle dosi Il viceministro Pierpaolo Sileri e Agostino Miozzo del Cts frenano Mr Invitalia sulle azioni legali. Bando lampo per i padiglioni a forma di primula«Questa settimana ci sono stati ritardi sulla consegna delle dosi di vaccini Pfizer per tutti gli Stati membri, ma saranno assorbiti entro metà febbraio. Dalla prossima settimana le consegne torneranno al 100% delle dosi previste settimanalmente», ha annunciato ieri un portavoce della Commissione europea. Confermando quello che era stato già comunicato lo scorso 15 gennaio dalla stessa casa farmaceutica quando in una nota congiunta con BioNtech era stata annunciata la necessità di apportare «alcune modifiche dei processi» ma anche assicurato che il programma originale delle consegne alla Ue sarebbe ripreso «a partire dalla settimana 25 gennaio, con un aumento delle consegne dalla settimana del 15 febbraio». Eppure in Italia è andata avanti per giorni la gazzarra alimentata da Roma sui «drammatici» ritardi nelle consegne con tanto di azione legale minacciata dal commissario Domenico Arcuri contro la Pfizer. E confermata ieri da lui stesso, in versione «ultimo giapponese», durante la conferenza stampa di aggiornamento settimanale: «Abbiamo interessato l'Avvocatura generale dello Stato che sta istruendo dossier che potranno portare a una serie di iniziative a tutela della campagna di vaccinazione e il potenziale danno che una sua interruzione o rallentamento produrrebbe». Tutto col condizionale in una sorta di causa preventiva, dunque. Una mossa pericolosa, e perdente in partenza vista la risposta tombale data mercoledì dal colosso Usa al Financial Times. Ovvero che, conteggiando le dosi e non i flaconi, non è in arretrato. Perché i suoi accordi con i governi si sono «sempre basati» sulla consegna «di dosi e non di fiale». E, come ha certificato l'Ema l'8 gennaio cambiando il «bugiardino» dei vaccini, ogni fiala contiene 6 dosi, e non 5 come indicato fino a quel momento. Se poi qualcuno ha usato già la sesta dose gratis per accelerare nella gara a chi vaccinava di più, non è un problema della Pfizer. Ma di chi ha lasciato correre senza pianificare correttamente le forniture. Giocando con i numeri e con un «equivoco» chiaro in realtà fin dall'inizio.Non è un caso se il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha frenato sulle cause minacciate da Arcuri: «Aspetterei le due settimane che la Pfizer ha chiesto per ampliare la produzione. Se per alcune settimane hai una riduzione del numero di dosi fornite, che poi però recuperi, a fronte di una maggiore produzione in toto che garantirà più dosi nei prossimi mesi non ci vedo nulla di male», ha detto ieri. Pure Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, ha spiegato che «Pfizer ci ha assicurato che i ritardi sono già superati. Si è trattato di problemi logistici, non di produzione e quindi il ritardo di questa settimana sarà recuperato». Insomma, il caso si è sgonfiato. Se ne sono accorti anche quei governatori delle Regioni che hanno approfittato, finché hanno potuto, di quel 20% di vaccino in più nei flaconi per scalare la classifica dei «virtuosi» e che fino a mercoledì tuonavano con Arcuri contro la perfida Pfizer (cui per altro non spetta decidere dove devono andare i vaccini e il piano della distribuzione). Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ieri ha invitato Arcuri a procedere «sulla base di una linea di equità e oggettività assoluta, a tutela dei nostri concittadini e nel rispetto di uno sforzo organizzativo enorme compiuto dalla Regione che non può essere vanificato. Siamo pronti, in caso contrario, a tutelarci in ogni sede», ha aggiunto mandando un messaggio allo stesso commissario. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha chiesto di «sapere qual è l'impegno contrattuale con Pfizer», sottolineando che «dopo aver fatto delle verifiche, ho riscontrato che è vero che il taglio è avvenuto anche in altri Paesi europei. Anzi, sembra che in Germania si sia tagliato anche più che in Italia, e così in Francia. Mi resta il dubbio, e non vorrei mai che fosse così, che l'azienda abbia fatto il conto su cinque dosi per fiala, mentre noi siamo bravi e ne facciamo sei», ha aggiunto ammettendo così indirettamente di aver consumato anche la scorta «extra». Tanto che Zaia vorrebbe estendere la prossima campagna vaccinale da metà mese anche agli over 75 (grazie anche alle dosi del Moderna). Attenzione: è vero che dopo il rallentamento nelle consegne alcune Regioni si trovano in affanno ma non si può dimenticare che la contabilità dei vaccini tenuta da Roma è stata fatta fino a domenica su cinque dosi per flacone, mentre in realtà erano sei. Chi ha il compito di programmare le forniture necessarie avrebbe dovuto sapere se, e chi, aveva già usato la sesta dose evitando il «tappo» come capacità di somministrazione. Eppure Arcuri continua a dare la colpa a Pfizer, alla «mancanza di materia prima. Abbiamo ricevuto il 29% di dosi di vaccino in meno del previsto, la settimana prossima riceveremo il 20% in meno», ha detto ieri senza però spiegare il 20% in meno rispetto a cosa. E cambiando più volte i numeri di riferimento dalle dosi conteggiate alle fiale. Comunque «il sistema di rendicontazione della campagna vaccinale in Italia è visibile sul sito», ha poi aggiunto. Ma aprendo il database delle consegne gli aggiornamenti risultano fermi e almeno a attorno alle venti di ieri sera non risultavano ancora caricate le oltre 300.000 dosi Pfizer arrivate questa settimana. Di certo stanno per arrivare le Primule perché «è stato pubblicato il bando di gara per la realizzazione dei padiglioni temporanei per la vaccinazione di massa». La scadenza per presentare le offerte? Il 27 gennaio.
Abdel Fattah Al-Sisi e Donald Trump (Ansa)