2021-04-04
I funzionari tricolore frenano le estradizioni. Ex Br verso l’impunità
Niente cenni nelle mail per preparare l'incontro Francia-Italia di giovedì, quando Luigi Bergamin avrà la prescrizione.Gli ex terroristi rossi scappati in Francia dopo gli Anni di piombo potrebbero rimanere in libertà perché, al di qua e al di là delle Alpi, sembra non esserci troppa voglia di applicare le sentenze dei giudici italiani. Questo è quanto pare emergere da una serie di documenti che La Verità ha potuto consultare. Tra questi c'è una mail indirizzata ad alcuni funzionari e magistrati del ministero della Giustizia francese e dell'ambasciata di Francia a Roma, datata 23 marzo 2021. In essa si parla di contatti tra i funzionari dei dicasteri dei due Paesi in previsione dell'incontro tra Marta Cartabia e il suo omologo transalpino Éric Dupond-Moretti che avrebbe dovuto svolgersi il 1° aprile. Poi la data è slittata di una settimana e il vertice è stato trasformato in un meeting via Internet, probabilmente a causa delle misure anti Covid. Il mittente dell'email informa i destinatari di aver parlato con un funzionario di Via Arenula. Con questo avrebbe discusso, tra l'altro, di «soggetti da trattare» o da evitare. Tra i primi vengono citati: la «cooperazione penale», le «confische», il tema dei «mna (minori non accompagnati, ndr)», «soggetti europei» e la «cooperazione tecnica». Poche righe dopo, si legge però: «Abbiamo convenuto di non parlare dei soggetti più delicati». Quali siano questi soggetti, non è dato saperlo. Ma si potrebbe sperare che, parlando della «cooperazione penale», i funzionari facessero riferimento anche alle vicende degli ex terroristi italiani, rifugiati in Francia tra gli anni Ottanta e Novanta grazie alla dottrina Mitterrand.La Verità ha contattato il ministero della Giustizia francese e l'ambasciata di Francia a Roma. Non hanno risposto. Da via Arenula fanno sapere che il cambiamento della data dell'incontro è stato deciso dalla Francia e che l'ordine del giorno è ancora in via di definizione. L'8 aprile si terrà un incontro virtuale.Come ha scritto La Verità, proprio in quella data scatterà la prescrizione per Luigi Bergamin, ex membro dei Proletari armati per il comunismo. Ma a quanto pare i titolari della Giustizia di Roma e Parigi non si occuperanno, nell'immediato, delle pratiche di estradizione pendenti sui latitanti. Il 10 maggio si estinguerà anche la domanda di estradizione per l'ex Br Maurizio Di Marzio. Rimarranno invece aperti i dossier su Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Enzo Calvitti, Narciso Manenti, Giorgio Pietrostefani, Sergio Tornaghi e Raffaele Ventura. Ci si potrebbe chiedere perché i guardasigilli di due Paesi alleati non riescano a trovare l'occasione per discutere in tempi utili di questioni così importanti.Forse perché, in Francia, le decisioni riguardanti le estradizioni possono coinvolgere anche altre istituzioni. Ad esempio nel 2008, per bloccare l'estradizione dell'ex Br Marina Petrella, intervenne l'allora presidente Nicolas Sarkozy. Oppure perché, forse, è più facile parlare di solidarietà europea su temi meno scottanti. Non deve essere semplice spiegare ai familiari delle vittime che alcuni dei responsabili della morte dei loro cari non faranno un giorno di carcere. Eppure, nel nostro Paese non mancano politici che hanno, o hanno avuto, intensi rapporti con la Francia. Ad esempio, il neo segretario del Pd, Enrico Letta, è appena tornato da Parigi dove ha diretto la scuola di affari internazionali di Science Po. Altri due ex premier non hanno mai fatto mistero delle loro simpatie per Emmanuel Macron. Il commissario Ue Paolo Gentiloni è stato un sostenitore del Trattato del Quirinale, sul quale lavorano ancora Roma e Parigi. Matteo Renzi invece, in una delle sue visite ufficiali all'Eliseo, parlava di «perfetta sintonia» con il leader francese. E poi ci sono Emma Bonino, Piero Fassino, Stefania Prestigiacomo e molti altri insigniti della Legione d'onore e che hanno deciso di non rinunciare all'onorificenza dopo la sua attribuzione al presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. Possibile dunque che in Italia non ci sia nessuno in grado di ottenere una concreta collaborazione da parte delle istituzioni francesi per l'estradizione degli ex terroristi rossi, prima che scatti la prescrizione?
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