Con i rialzi della Bce la rata del variabile è aumentata del 50%. Migliorano i guadagni solo sui depositi vincolati a lungo termine.
Con i rialzi della Bce la rata del variabile è aumentata del 50%. Migliorano i guadagni solo sui depositi vincolati a lungo termine.I tassi della Bce salgono, i mutui variabile non smettono di essere ogni mese sempre più salati (più 52% di aumenti negli ultimi 14 mesi secondo Facile.it), ma i rendimenti dei conti correnti restano sempre e comunque al palo. Stiamo parlando dei depositi, il denaro dei cittadini che viene dato alle banche e che, in tempi di tassi con il segno più, dovrebbe crescere. Invece, secondo i dati forniti da Facile.it alla Verità, il valore medio dei rendimenti legati ai conti correnti oscilla tra un desolante 0% e un pur sempre deprimente (nella migliore delle ipotesi) 0,25%. In parole povere, con l’inflazione a doppia cifra, questo significa che chi tiene liquidità sul conto corrente di fatto sta perdendo soldi, o potere d’acquisto che dir si voglia. Le banche fanno margine sui depositi e i correntisti non vedono un centesimo. Eppure, secondo le stime della Banca d’Italia, i depositi in Italia non investiti ammontano a 1.150 miliardi di euro. È stato proprio l’istituto guidato dal governatore Ignazio Visco ad invitare gli istituti di credito a cambiare le condizioni dei conti a favore della clientela. «Con l'aumento dei tassi di interesse oggi in corso, tali intermediari sono stati sollecitati a rivedere le condizioni in senso favorevole ai clienti. Alcune banche stanno procedendo in tale direzione», ha ricordato la banca centrale italiana.Ma, non solo i rendimenti sono prossimi allo zero, ma le spese di gestione del conto non accennano a diminuire. Anzi, in molti casi, visti anche i tassi bassi della Bce a cui abbiamo assistito fino all’anno scorso, le banche hanno cercato di fare cassa rendendo più salati i servizi connessi ai conti. Anche su questo, Bankitalia ha posto l’attenzione. Le cifre, difatti, non mentono. Le spese medie di gestione dei conti correnti nel 2021 erano pari a 94,7 euro, 3,8 in più rispetto al 2020 (sesto rincaro consecutivo). Da notare, inoltre, che quasi tre quarti degli aumenti (il 73,4%) sono legati alle spese fisse, voce in cui «l’apporto più significativo è attribuibile a quelle per l'emissione e per la gestione delle carte di pagamento». Il ritornello non cambia nemmeno per i conti online, dove la spesa media è passata da 21,5 a 24,3 euro all’anno.Anche per i mutui non c’è scampo. Secondo Facile.it, un mutuo a tasso variabile in media è salito di 35 euro al mese negli ultimi 14 mesi quindi, il rincaro arriverebbe a circa 237 euro, vale a dire il 52% in più rispetto alla rata originale, basata su un finanziamento da 126.000 euro in 25 anni sottoscritto a gennaio 2022.In più, ed è ancora presto per dirlo perché l’ultimo rialzo della Bce è avvenuto circa una settimana fa, ora il timore è che i tassi medi dei mutui variabili possano arrivare a superare il 5%, mettendo letteralmente in ginocchio i proprietari immobiliari italiani. Nel caso dei conti correnti, va detto, le banche spesso non fanno salire i rendimenti perché, così facendo, sperano di invogliare i risparmiatori a investire allo sportello dove possono applicare laute commissioni per ogni prodotto finanziario distribuito. Un modo per ottenere qualcosa in più dalla propria liquidità depositata sul conto corrente potrebbe essere quella di un conto deposito. Con i tassi in salita, questi prodotti sono infatti tornati a dire la loro sul mercato, dopo anno in cui sono stati snobbati. Nel caso dei conti deposito vincolati, analizzando i dati disponibili su Facile.it, i migliori i tassi con scadenza del vincolo a 60 mesi hanno segnato, a marzo 2023, un aumento fino al 200% rispetto e gennaio 2022, passando da una redditività dell’1,5% al 4,5%. Confrontando invece i dati di marzo con quelli di gennaio 2023 l’incremento è del 12,5% in appena due mesi. Ancora più consistente l’aumento dei tassi dei vincolati a 12 mesi, pari a +230% in poco più di un anno (+10% a marzo 2023 rispetto a gennaio 2023); arriva addirittura al +275%, infine, la crescita per quelli con scadenza a 36 mesi (+28,6% marzo 2023 rispetto a gennaio 2023).Per quanto riguarda i conti deposito non vincolati, invece, a fronte della maggior libertà di accesso ai propri risparmi, i tassi di interesse offerti sono leggermente inferiori: più 150% negli ultimi 14 mesi (più 25% negli ultimi due mesi).«A partire dallo scorso anno, a fronte di un rincaro delle spese di gestione del conto corrente tradizionale, sono tornati a diffondersi sempre di più i conti deposito, i cui tassi di rendimento, in poco più di un anno, hanno registrato aumenti a tre cifre», spiegano alla Verità gli esperti di Facile.it. «La crescita è in parte correlata anche alla politica monetaria della Banca centrale europea che, a partire da luglio 2022, ha cominciato ad aumentare il costo del denaro: tali incrementi hanno permesso agli stessi istituti di credito di offrire tassi decisamente più alti sui conti deposito».
Ansa
Slitta a oggi il termine per le modifiche alla manovra. Spunta bonus per le scuole private.
Rush finale per gli emendamenti alla manovra. È slittato a oggi il termine per la presentazione dei cosiddetti segnalati. Significa che le 5.742 proposte di modifica del testo iniziale, saranno ridotte a 414. Sempre oggi si svolgerà un pre Consiglio dei ministri in vista del cdm di domani. Uno dei punti all’ordine del giorno è lo schema di disegno di legge che prevede l’istituzione del Registro unico nazionale dei dispositivi medici impiantabili. Sono poi previsti due schemi di decreto legislativo. Il primo su Terzo settore, crisi d’impresa, sport e Iva. Il secondo, introduce integrazioni per Irpef e Ires, tocca la fiscalità internazionale, le imposte sulle successioni e donazioni e di registro, con modifiche anche allo Statuto dei diritti del contribuente e ai testi unici delle sanzioni tributarie. Si affronterà poi l’adeguamento alla normativa europea. Vengono esaminati in via definitiva i decreti relativi alle sanzioni per chi viola gli obblighi sui carburanti sostenibili per l’aviazione (Saf).
Lucio Malan (Ansa)
La mossa di Lucio Malan ricorda che 275 miliardi di riserve sono del Paese. Anche se non ne può disporre per le regole europee.
Ci sono diversi modi per mandare frecciatine nemmeno tanto trasversali verso la Banca d’Italia, l’Eurosistema e la Ue. Uno è quello di voler stabilire in modo inequivocabile chi è il proprietario delle riserve auree detenute e gestite dalle stanze di Palazzo Koch.
Dopo un tentativo simile durante il governo Conte uno, a opera del senatore leghista Claudio Borghi, venerdì è stato il senatore Lucio Malan, capogruppo di Fdi al Senato, con altri quattro senatori del suo partito, ad apporre la propria firma su un lapidario emendamento alla legge di Bilancio 2026: «Le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia appartengono allo Stato, in nome del popolo italiano».
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 19 novembre con Flaminia Camilletti
Roberto Calderoli e Luca Zaia (Ansa)
Attilio Fontana e Luca Zaia siglano le pre-intese su Protezione civile, professioni, previdenza integrativa e sanità. Il Doge: «Subito 300 milioni agli ospedali». Roberto Calderoli: «Federalismo fiscale entro marzo o saltano 32 miliardi di Pnrr».
Diciotto novembre. Data storica. Un anno dopo l’intervento della Corte costituzionale che ha fermato, di fatto, l’entrata in vigore della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata, sono arrivate le prime storiche pre-intese tra i governatori di Veneto e Lombardia con il ministro degli Affari regionali su quattro materie: Protezione civile, professioni, previdenza complementare e gestione finanziaria della sanità. Nella Costituzione c’è scritto che sono 23 le materie che possono essere affidate in gestione alle Regioni, ma 15 sono «protette» dai Lep, ovvero bisogna fissare i Livelli essenziali di prestazione prima di procedere alla devoluzione. «Entro la legislatura», saranno fissati i criteri per i Lep ha annunciato Roberto Calderoli ieri mattina a Palazzo Balbi, la sede della Regione Veneto, durante la firma dell’accordo con Luca Zaia.






