2019-12-14
I 5 Stelle tagliati fuori da Agcom e privacy
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Le due autorità sono in proroga ormai da 6 mesi. Si dovrebbe votare il 19 in parlamento per eleggere i componenti. Per le comunicazioni restano in campo come possibili sostituti di Angelo Maria Cardani, Roberto Chieppa, fedelissimo di Giuseppe Conte, Laura Aria, interna e Antonello Giacomelli del Pd. Per il garante Raffaele Squitieri in vantaggio su Ignazio La Russa. Il rompicapo Agcom e garante privacy, le due authority ormai in proroga da 6 mesi, continua a turbare i sonni del governo giallorosso di Giuseppe Conte. Oltre al dibattito estenuante sulla manovra economica, presidente del Consiglio, i 5 Stelle e il partito Democratico, ragionano da mesi sul futuro delle due autorità garanti della comunicazione e della privacy, senza arrivarne a una. Negli ultimi giorni è stato proposto anche un emendamento all'interno della finanziaria per provare ad allargare i componenti, passando da 4 a 5, in modo da soddisfare tutte le richieste dei partiti. Ma non è passato. Tutto è rimasto com'è: i 4 componenti eleggono il presidente. Nel caso in cui non si trovi un accordo si sceglierà quello più anziano. Così a palazzo Chigi si è ritornati al punto di partenza, con la spada di damocle del termine della proroga il 31 dicembre. Al momento, se non ci saranno intoppi, si dovrebbe votare il 19 dicembre alla Camera solo per Agcom, mentre la privacy si potrebbe aspettare gennaio. L'autorità garante per le comunicazioni è in subbuglio. I commissari Antonio Nicita e Antonio Martusciello sono pronti a dare le dimissioni se dovesse esserci una nuova proroga. Per di più per Agcom i parlamentari 5 stelle e Lega non hanno avuto ancora indicazioni di voto. Al momento restano in campo come possibili sostituti di Angelo Maria Cardani, Roberto Chieppa, fedelissimo di Conte, Laura Aria, interna e Antonello Giacomelli del Pd. Per la privacy invece è quasi certo che Raffaele Squitieri, presidente emerito della Corte dei conti, dovrebbe avere la meglio su Ignazio La Russa, il candidato di Fratelli D'Italia contro cui si stanno opponendo 5 Stelle e Pd. In questa situazione, il partito più forte, ovvero i 5 Stelle, rimarrebbe senza presidente in ambedue le autorità. Perciò cercherà di contare con commissari forti e, a cascata, con segretari generali e direttori di fede grillina.