2024-03-06
Hotel, ristoranti e agroalimentare grandi sconfitti sugli imballaggi
Ecco i settori più penalizzati dalla stretta Ue. Oggi nuova riunione sul tema a Bruxelles.All’indomani del trilogo fiume, circa 10 ore di vertice tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue per definire le nuove norme sugli imballaggi (regolamento sul packaging), c’è una sola certezza: il governo dell’Ue guidato da Ursula von der Leyen si è sfilato su uno dei punti principali della partita, l’articolo 7 che imponeva i nuovi paletti green previsti per le aziende europee anche alle imprese extra Ue che esportano nel Vecchio continente, depotenziando, di fatto, soprattutto la portata geopolitica dell’intesa. Senza il via libera della Commissione il testo si è infilato in un cul de sac, dal quale si spera possa uscire già oggi nel corso del collegio, la riunione dei vari commissari che dovrebbero discuterne. In attesa di capire cosa succederà e in mancanza di un testo ufficiale tutti possono gridare alla vittoria. Ma nella maggior parte dei casi si tratta di mezze vittorie. La sostanza è che i termini temporali non sono cambiati rispetto a quello che prevedevano Von der Leyen & C: con il regolamento infatti si prevede un calo dei rifiuti da imballaggio del 5% entro il 2030, del 10% nel 2035 e del 15% entro il 2040. Il punto è come ci si arriva. «Rispetto alle proposte iniziali della Commissione», ricorda l’ad di Filiera Italia Luigi Scordamaglia, «sono stati fatti diversi passi in avanti. Apprezziamo per esempio l’ esclusione dai divieti per il latte e il vino, così come va nella direzione auspicata la maggior valorizzazione delle bioplastiche completamente biodegradabili e il riconoscimento dello sforzo dell’Italia rispetto ai risultati del riciclo». In buona sostanza gli obblighi di passare a materiali e a procedure che consentano di riutilizzare l’imballaggio vengono meno se il Paese ha superato gli obiettivi di riciclo previsti dall’Europa. Il caso proprio dell’Italia che è andata oltre l’80% di raccolta e riciclo ed è diventata un modello di economia circolare. «Mentre regole e le imposizioni che fanno riferimento al settore dell’ortofrutta», continua Scordamaglia, «potevano essere affrontate con maggiore decisione». Non è un caso se i maggiori malcontenti vengono raccolti proprio tra i grandi produttori del canale Horeca (hotel, ristoranti e caffè) e dell’agroalimentare. Per dirla con un esempio di uno dei tecnici che ha seguito il dossier a Bruxelles: prenda il caso di chi coltiva i pomodori pachino che non potranno più essere imballati in materiali di plastica. Le nuove regole prevedono l’obbligo nella sostanza di usare la carta che costa due o tre volte di più e non ha la stessa «tenuta» dal punto di vista della protezione e dell’integrità del prodotto. L’ultima versione del testo, infatti, vieta alcuni materiali di imballaggio (la plastica, appunto) per il confezionamenti sotto il chilo e mezzo. «C’è la possibilità, per i singoli Paesi, di prevedere delle deroghe», spiega ancora alla Verità l’ad di Filiera Italia, «ma così ci ritroveremo a fare i conti con un’Europa disegnata a macchia di leopardo, dove si hanno regole diverse a seconda del Paese dove si vive o che si visita. Non proprio il massimo se si parla di un settore vitale come quello dell’agroalimentare e delle sue esportazioni». Ma visto che ancora ieri gli incontri tecnici si sono succeduti, la speranza di ulteriori cambiamenti resta forte. Tant’è che l’intera filiera agroalimentare italiana che parte da Coldiretti e arriva fino a Filiera Italia, Cia, Confapi, Legacoop, Coop, Cgil, Cisl e Uil continua a sostenere con forza il principio di reciprocità voluto in questa materia da Parlamento Ue e dal Consiglio ma incomprensibilmente avversato dalla Commissione. «Auspichiamo», evidenziano le associazioni in un comunicato, «che nel negoziato in corso ci possano essere ulteriori scelte a difesa delle imprese europee e che evitino l’inquinamento e lo spreco alimentare, come avverrebbe con alcune proposte ora sul tavolo che non tutelano a sufficienza alcuni settori quali l’ortofrutta».
Il Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza il 3 settembre 1950 (Getty Images)
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