2024-12-18
Honda e Nissan pronte alla fusione. Colosso da oltre 50 miliardi di euro
Al via le trattative per una holding che include Mitsubishi. Altra sfida per l’Europa. In tempi di crisi dell’auto, due (o forse tre) colossi giapponesi delle quattro ruote intendono unire le proprie forze. Si tratta di Honda e Nissan, che starebbero avviando trattative formali per un matrimonio che potrebbe coinvolgere anche Mitsubishi, di cui Nissan è prima azionista. A dare la notizia è stata l’agenzia Bloomberg citando Nikkei. A breve le due società dovrebbero firmare un memorandum of understanding che le dovrebbe portare in futuro a operare sotto una unica capogruppo. Se il matrimonio venisse confermato si parla di in colosso del valore di oltre 50 miliardi di euro. Alla base dell’interesse fra le due società c’è di sicuro la crisi finanziaria e strutturale che sta attraversando l’industria, con le istituzioni che spingono per una tecnologia, quella elettrica, che però sono in pochi a volere peri costi esorbitanti e gli svantaggi di utilizzo evidenti. Ecco perché l’unione potrebbe avere i suoi vantaggi. Da un lato, infatti, c’è Honda, che è leader nelle motociclette e ha una forte reputazione nel settore auto, ma ha bisogno di accelerare lo sviluppo di veicoli elettrici per restare competitiva. Nissan, dal canto suo, parte dell’alleanza con Renault e Mitsubishi, sta ancora cercando di risollevarsi da anni di crisi finanziarie e scandali manageriali, puntando su modelli innovativi come la serie Ariya nel segmento delle elettriche. Una fusione tra le due aziende potrebbe generare economie di scala significative, riducendo i costi di produzione e sviluppo, e permettendo un’ottimizzazione delle risorse tecnologiche. Se si pronunciasse il fatidico sì al matrimonio, il risultato sarebbe la nascita di un nuovo colosso giapponese, capace di competere con i giganti globali come Toyota, Volkswagen e le sempre più aggressive case cinesi. Tra i principali vantaggi ci sarebbero di sicuro la condivisione delle tecnologie dove Honda è all’avanguardia nel settore delle celle a combustibile e dell’efficienza energetica, mentre Nissan vanta anni di esperienza nei veicoli elettrici, avendo lanciato la famosa Nissan leaf. Ci sarebbe, poi, senza dubbio, una riduzione dei costi: con piattaforme condivise e produzione congiunta, entrambe le aziende potrebbero ottimizzare le spese e migliorare i margini di profitto. Non di meno, si rafforzerebbe la presenza globale dei due marchi. In particolare, la fusione rafforzerebbe la presenza internazionale, soprattutto in Nord America, Asia ed Europa, mercati chiave per entrambe le aziende. Insomma, i due godrebbero di competenze complementari: Honda potrebbe beneficiare di quelle di Nissan nell’elettrificazione, mentre Nissan potrebbe trarre vantaggio dall’affidabilità e dal prestigio del brand Honda. Resta quindi da vedere se i vertici delle due società (Toshiro Mibe, ad di Honda e Makoto Uchida, a capo di Nissan) decideranno di intraprendere questa strada e come reagiranno i mercati globali. Una cosa è certa: il futuro della mobilità passa anche dalle grandi alleanze e dalle scelte strategiche che saranno fatte nei prossimi anni. E tutto questo potrebbe non essere un bene per il mercato europeo dell’auto che si troverebbe un gigante in più da combattere in un momento in cui le tecnologie legate alla mobilità elettrica (batterie, materie prime, chip) sono quasi tutte in mano a colossi asiatici e in particolar modo cinesi. Inoltre, secondo gli analisti, una fusione potrebbe portare a un consolidamento del settore automobilistico giapponese, spingendo altre case come Mazda e Subaru a cercare alleanze simili per non restare indietro.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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