2025-01-25
Hamas rilascia quattro soldatesse con un nuovo show dell’orrore
Le ragazze rapite fatte sfilare in uniforme, per sottolineare la differenza dagli altri ostaggi, tra terroristi in passamontagna e scritte contro il sionismo. Il portavoce delle Idf: «Falsa rappresentazione della realtà».In anticipo sulle tempistiche previste, ieri mattina le soldatesse Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag, prese in ostaggio da Hamas il 7 ottobre 2023 nella base militare di Nahal Oz, sono state liberate. A differenza del caos che aveva caratterizzato il rilascio degli ostaggi la scorsa settimana, questa volta la consegna è stata gestita con estrema precisione.Decine di agenti armati di Hamas e della Jihad islamica palestinese hanno formato un cordone attorno a un palco in una piazza centrale di Gaza per mostrare potenza, mentre i droni distribuivano caramelle alla folla. I quattro ostaggi sono arrivati in veicoli separati, vestiti (non casualmente) con uniformi verde oliva che ricordavano quelle delle Forze di difesa israeliane (Idf) e con in mano «sacchetti regalo» di Hamas. Le quattro donne con un atto cinico e brutale da parte dei jihadisti di Hamas, sono state consegnate alla Croce Rossa al centro di piazza Falastin a Gaza. Hagar Mizrahi, il responsabile della divisione di medicina generale presso il ministero della Salute, ha affermato al Times of Israel che ora le ragazze riceveranno un’ampia gamma di terapie, progettate per soddisfare sia le loro esigenze fisiche che emotive. «Oggi abbiamo incontrato Liri, Daniella, Naama e Karina dopo 477 giorni di prigionia di Hamas. Questo è un evento emotivamente e clinicamente complesso per gli ostaggi, per le loro famiglie, per le famiglie di tutti gli ostaggi e per l’intero popolo di Israele». Secondo l’esperta di comunicazione Elisa Garfagna: «L’immagine delle soldatesse israeliane liberate, costrette a sorridere, rappresenta un evidente esempio di propaganda. Hamas sfrutta questo sorriso imposto come strumento psicologico per comunicare un messaggio di trionfo e normalità, cercando di sminuire la sofferenza degli ostaggi. L’uniforme militare delle ragazze evidenzia un ruolo sociale differente rispetto agli ostaggi precedentemente rilasciati, che indossavano abiti civili». Ma non è tutto perché, come osserva Garfagna, «significativo è anche il coinvolgimento della Croce Rossa, che ha firmato sul palco improvvisato di Hamas il rilascio delle soldatesse. Inoltre, sono apparse scritte contro il sionismo che richiamano la propaganda occidentale. Questi elementi si intrecciano, rivelando come la manipolazione dell’immagine e dei messaggi giochi un ruolo cruciale nel conflitto e nelle sue rappresentazioni pubbliche». Il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, ha criticato duramente lo show organizzato da Hamas per il rilascio delle soldatesse. In una dichiarazione pubblica, ha affermato: «Hamas è un gruppo terroristico omicida. Ha dimostrato la sua crudeltà con una cerimonia cinica e ha mostrato una falsa rappresentazione del trattamento e della cura degli ostaggi, mentre in realtà sta crudelmente trattenendo civili innocenti da 477 giorni. La nostra missione non si concluderà finché tutti non saranno tornati in Israele». Sono in corso negoziati tra Israele e i mediatori per verificare la possibilità di un rilascio anticipato di Arbel Yehud, una donna civile tenuta in ostaggio, prima di sabato prossimo. Lo riferisce l’emittente pubblica israeliana Kan. Israele ha accusato Hamas di aver violato l’accordo rilasciando prima le soldatesse rispetto alle prigioniere ancora in vita. Inoltre, ha dichiarato che ai palestinesi non sarà consentito di tornare nel Nord di Gaza fino a quando non verranno raggiunti accordi per il rilascio della Yehud. Shiri Bibas e Arbel Yehud sono le ultime donne civili ancora detenute come ostaggi a Gaza. Shiri, insieme ai suoi due figli, Kfir di 2 anni e Ariel di 5 anni, avrebbe dovuto essere rilasciata nel novembre 2023. Tuttavia, ciò non è avvenuto, in palese violazione di un accordo che prevedeva il rilascio di tutti i bambini tenuti in ostaggio a Gaza, assicurando che non venissero separati dalle loro madri. Anche Yarden, il marito di Shiri, dovrebbe essere liberato nell’ambito dell’accordo attuale, a causa delle ferite riportate. Riguardo alla famiglia Bibas, Hagari ha detto che Israele è molto preoccupato per il loro destino e ha aggiunto: «Israele si aspetta di ricevere certezze su questa questione», ma il pessimismo inizia a prevalere. Come previsto tutti i 200 detenuti palestinesi sono stati liberati dalle prigioni israeliane nell’ambito dello scambio di ieri. La notizia è stata confermata dal servizio penitenziario israeliano. Durante il rilascio dei prigionieri palestinesi due dei detenuti previsti per la liberazione hanno inizialmente rifiutato di salire sull’autobus che li avrebbe trasferiti dalla prigione di Ketziot a Gaza. Lo riporta l’emittente pubblica israeliana Kan. Alla fine, uno dei due ha accettato di salire a bordo, mentre l’altro ha mantenuto il rifiuto ed è stato sostituito con un altro prigioniero. Nel frattempo, a Ramallah una folla di palestinesi ha celebrato con entusiasmo l’arrivo dei bus che trasportavano i prigionieri rilasciati. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso la sua soddisfazione per il rilascio di quattro soldatesse: «È un momento molto felice che abbiamo atteso per molto tempo», ha detto il premier incontrando i genitori di Liri Albag, secondo quanto riferisce una nota del suo ufficio. Anche la Casa Bianca ha commentato il rilascio degli ostaggi: «Oggi il mondo celebra il fatto che il presidente Trump abbia ottenuto il rilascio di altri quattro ostaggi israeliani che, per troppo tempo, sono stati trattenuti contro la loro volontà da Hamas in condizioni orribili. Gli Stati Uniti continueranno con il loro grande partner Israele a spingere per il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti e per il perseguimento della pace in tutta la regione». Infine, mentre scriviamo, si attende che Hamas comunichi l’elenco delle persone sequestrate che verranno rilasciate nella prima fase dell’accordo. Tuttavia, non è ancora chiaro se l’elenco conterrà conferme sull’esistenza in vita di ciascun ostaggio o se alcuni di essi siano morti durante la prigionia. Lo riporta la rete televisiva pubblica Kan, aggiungendo che Israele stima che otto delle 33 persone catturate siano decedute.