2025-01-19
Hamas libera i primi tre ostaggi ma torna a occupare la Striscia
Rilasciate tre donne in cambio di 90 detenuti palestinesi. Sabato altri scambi. I miliziani escono dai tunnel e si riprendono il territorio. Il consigliere di Donald Trump: «Non riandranno al potere». Antonio Tajani atteso in Israele.Ieri pomeriggio intorno alle 16,30 in ossequio all’accordo per il cessate il fuoco a Gaza, Hamas ha liberato i primi tre ostaggi rimasti nelle mani dei jihadisti per oltre 470 giorni. Si tratta di Romi Gonen (24 anni), Emily Damari (28) e Doron Steinbrecher (31). Le donne hanno ricevuto un primo controllo medico e sono apparse in buone condizioni di salute. La contropartita sono 90 palestinesi detenuti in Israele: tra questi, 69 sono donne e 21 minori. In tal senso il servizio carcerario israeliano ha avviato il trasferimento di detenuti palestinesi verso la prigione di Ofer, a nord di Gerusalemme, in vista del loro rilascio previsto per la serata di ieri, nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas. L’operazione, chiamata «Derech Eretz» («La via della terra») prevedeva la liberazione di 90 detenuti palestinesi: 78 saranno destinati alla Cisgiordania e 12 a Gerusalemme Est. Prima del rilascio i prigionieri vengono sottoposti a verifiche mediche e di identità presso la prigione di Ofer. A causa di un ritardo nella consegna della lista dei nomi da liberare da parte di Hamas, l’inizio della tregua è slittato dalle 7.30 alle 10.15. Mentre scriviamo i primi camion con gli aiuti militari sono entrati a Gaza. Le madri delle tre giovani donne sono state convocate in una base dell’Idf vicino al confine con la Striscia di Gaza e hanno accompagnato le figlie nel trasferimento verso l’ospedale, dove sono state sottoposte agli accertamenti medici previsti dal protocollo stabilito per il rientro degli ostaggi in Israele. Una grande folla di palestinesi inneggianti ad Hamas si è radunata accanto ai veicoli della Croce Rossa in piazza Saraya, nel centro di Gaza City e le immagini condivise dai media palestinesi mostrano decine di uomini armati e fotografi di Hamas sulla scena e per alcuni istanti si è temuto il peggio per i tre ostaggi. Per tutta la giornata Hamas ha diffuso video nei quali vengono mostrati i suoi miliziani mentre escono dai tunnel e rioccupano il territorio a bordo di auto e pick up. Evidente come Hamas non abbia alcuna intenzione di farsi da parte e proverà in tutti i modi a sfruttare la tregua per riorganizzarsi e mantenere il controllo nella Striscia. Secondo recenti stime israeliane, grazie al reclutamento il gruppo può contare ancora su circa 15.000 effettivi che hanno sostituito integralmente coloro che sono morti durante il conflitto. Sul tema il capo di Stato maggiore Herzi Halevi ha dichiarato che dall’inizio dell’operazione nel nord della Striscia di Gaza, all’inizio dell’ottobre scorso, sono stati uccisi 3.000 terroristi. L’ipotesi che Hamas possa avere un qualsiasi ruolo nella Striscia di Gaza è categoricamente esclusa sia da Israele che dagli Stati Uniti e a tal proposito il nuovo consigliere per la Sicurezza nazionale del presidente eletto Donald Trump, Mike Waltz, ieri ha dichiarato che se Hamas rinnegherà l’accordo di cessate il fuoco per gli ostaggi a Gaza, «gli Stati Uniti sosterranno Israele nel fare ciò che deve fare». Poi nel corso di un’intervista alla Cbs ha aggiunto: «Hamas non governerà mai Gaza. Ciò è completamente inaccettabile». Waltz ha anche detto che Trump e il suo team hanno parlato chiaramente a Benjamin Netanyahu, aggiungendo: «Voglio che il popolo israeliano mi ascolti forte e chiaro». Trump ha condiviso un messaggio sulla sua piattaforma social Truth, dichiarando: «I rapiti cominciano a uscire oggi da Gaza. Tre meravigliose giovani donne saranno le prime». Joe Biden al passo d’addio ha invece celebrato l’entrata in vigore del cessate il fuoco a Gaza, definendo il Medio Oriente «una regione profondamente trasformata con Hamas che non governerà più Gaza, il leader di Hamas è morto e i suoi sponsor nella regione sono stati indeboliti da Israele. La campagna di Israele è stata di successo e l’Iran è nella posizione più debole da decenni». Abu Obeida, portavoce delle Brigate Qassam di Hamas, ha dichiarato in un discorso televisivo che il gruppo è impegnato a rispettare l’accordo di cessate il fuoco e ha invitato i mediatori a garantire che anche Israele lo rispetti. Mentre in Israele la gente scendeva in piazza per festeggiare la liberazione dei tre ostaggi ha parlato il premier Netanyahu: «So, sappiamo tutti che hanno passato l’inferno, stanno passando dall’oscurità alla luce, dalla schiavitù alla libertà. Oggi è un grande giorno». Il secondo gruppo di prigionieri israeliani trattenuti nella Striscia di Gaza sarà rilasciato sabato sera, a una settimana dall’inizio della cessazione del fuoco con Israele. Lo ha riferito un esponente anonimo di Hamas all’agenzia Afp di Doha. Il partito di estrema destra Otzma Yehudit del ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir come promesso ha abbandonato la coalizione ieri mattina, dando seguito alla minaccia di uscirne se il governo avesse accettato un accordo di cessate il fuoco. Infine, oggi arriverà in Israele il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha dichiarato: «Sarò in Israele e poi sarò a Ramallah, in Cisgiordania, per sostenere la pace, per incoraggiare questa tregua che è ancora molto fragile». La delegazione italiana è composta anche da una serie di personalità del mondo delle imprese come Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, Pasquale Salzano, direttore degli affari europei e internazionali di Cassa depositi e prestiti ed altri che incontreranno le imprese e le istituzioni israeliane.