2022-06-17
Gualtieri lancia la caccia al tesoro per rifilare 9.400 tonnellate di rifiuti
Fumi tossici in seguito all'incendio alla discarica di Malagrotta (Ansa)
Dopo l’incendio a Malagrotta, il pattume conferito da Ama agli impianti dell’ex re della monnezza romana, Cerroni, non ha una destinazione. Manca una discarica di servizio: il rischio è che vada in tilt pure la raccolta.La gravità dell’incendio scoppiato mercoledì pomeriggio a Roma, che ha reso inservibile uno dei due Tmb ubicati presso la ex discarica di Malagrotta è racchiusa tutta nelle parole pronunciate dal sindaco Roberto Gualtieri davanti all’Assemblea capitolina: «Siamo alla ricerca di nuove soluzioni per il trattamento di queste 5.400 tonnellate (900 al giorno, ndr) del Tmb2 e delle 4.000 (600 al giorno, ndr) del Tmb1 finché non riaprirà, nonché degli sbocchi successivi al trattamento che come noto sono due: termovalorizzatore o discarica», spiegando poi che ieri alle 17 avrebbe presentato il «piano di soluzioni per gli sbocchi a un’importante riunione in Prefettura con il prefetto Matteo Piantedosi e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti». Sta di fatto che al momento circa 9.400 tonnellate di rifiuti che venivano conferite da Ama agli impianti dell’azienda dell’ex re della monnezza romana, Manlio Cerroni (che però sono in amministrazione giudiziaria dal 2018), non hanno una destinazione. E visto che dopo la chiusura di Malagrotta, voluta e annunciata in pompa magna nel 2013 dall’allora primo cittadino, Ignazio Marino, Roma non si è mai dotata di una discarica di servizio, il rischio che, in piena estate, vada in tilt anche lo svuotamento dei cassonetti è dietro l’angolo. Con tutti i pericoli sanitari del caso. Forse per questo Gualtieri si è appellato «alla coesione e alla collaborazione istituzionale tra tutte le forze della città in un momento delicato come questo». Un appello che non evita le polemiche dell’opposizione, a partire dal M5s che, probabilmente memore di quando nel 2018 i partiti che sostengono Gualtieri spararono alzo zero sulla sindaca Virginia Raggi quando un altro incendio rese inservibile un impianto di Ama, hanno criticato le parole del sindaco: «Le rassicurazioni sulla ripartenza del Tmb1 non sono sufficienti, dato che il Tmb2 è inutilizzabile e Roma andava avanti a malapena con entrambi gli impianti. Rimaniamo in attesa di ascoltare le contromisure annunciate dal sindaco, sperando che ci siano veramente». Da parte delle aziende del settore, una mano tesa era già arrivata da Cisambiente (associazione ambientale di Confindustria composta da circa 1.000 aziende), la cui dg Lucia Leonessi ha dichiarato la totale disponibilità «verso le istituzioni a mettere in campo una task force di industriali in grado non solo di sollevare Roma dall’emergenza attuale ma di creare un ponte progetto per il futuro che sia in tempi molto ristretti», mentre il vicepresidente Flavio Raimondo ha evidenziato che nel settore «le tempistiche autorizzative, per colpa di una burocrazia infinita e non più sopportabile dal sistema produttivo, risultano essere bibliche», chiedendo tavoli di confronto per arrivare a una reale semplificazione. Al termine della riunione in Prefettura Gualtieri ha ipotizzato tempi rapidi per la riapertura del Tmb1 e annunciato la disponibilità della Rida di Aprilia « per quantità importanti di rifiuti da trattare». Chiosando poi: «Contiamo di recuperare così, e con la riapertura del Tmb 1, quanto perso dal Tmb 2 di Malagrotta». Secondo quanto risulta alla Verità la società facente capo all’imprenditore Fabio Altissimi sarebbe subito operativa per trattare 750 tonnellate al giorno, con l’ipotesi di essere a regime in una decina di giorni. Ma dipenderà da una serie di autorizzazioni relative agli sbocchi, che potrebbero allungare i tempi. Intanto è scattato l’allarme sanitario, con l’emissione cautelativa, in attesa dei risultati dei rilevamenti dell’aria da parte dell’Arpa Lazio, di una serie di restrizioni su un’area di «un raggio di sei chilometri» dal luogo dell’incendio, sul quale la Procura di Roma valuterà tutte le ipotesi, compresa quella del dolo e che per la sua forza ha visto l’intervento di numerose squadre dei vigili del fuoco, compreso un gigantesco mezzo destinato agli incendi di kerosene negli aeroporti. L’ordinanza di Gualtieri prevede nell’area la «sospensione delle attività educativo-didattiche e della attività ludico ricreative e sportive dei servizi educativi e dell’infanzia, compresi i centri estivi, pubblici eprivati», il «divieto di pascolo e razzolamento degli animali da cortile», il «divieto di utilizzo dei foraggi e cereali destinati agli animali, raccolti nell’area individuata» e raccomanda la chiusura delle finestre. Chiusi anche gli uffici del Consiglio Regionale. Intanto, la Società italiana di medicina ambientale, tramite il suo presidente Alessandro Miani, lancia l’allarme per rischio diossina limitato, rispetto alla diffusione per vie aeree, «all’area interessata dai fumi del rogo e, in caso di nube tossica, a tutto il territorio colpito dalla ricaduta a terra dei fumi». Miani ricorda però che «l’esposizione umana alla diossina avviene per via alimentare attraverso il ciclo alimentare completo».
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)