2022-04-23
Grillini: sì alla monnezza, no all’inceneritore
Roberto Gualtieri (Imagoeconomica)
Il sindaco Roberto Gualtieri annuncia la realizzazione di un termovalorizzatore per risolvere il problema dei rifiuti a Roma. È il modo più sicuro per la salute e più rispettoso per la natura, utilizzato in tutto il mondo. Ma i presunti ecologisti salgono sulle barricate.Da molti anni Roma è una discarica a cielo aperto. Il sindaco, Roberto Gualtieri, ha recentemente annunciato di voler installare un impianto per incenerire i rifiuti. Mi auguro ci riesca, anche se, immediatamente, gretini e grillini, instancabili, si son messi di traverso. Costoro hanno sempre sostenuto che per risolvere il problema-rifiuti - le cui dimensioni a Roma sono tali che tempo fa fece notizia anche sul New York Times - bisogna aumentare la raccolta differenziata. Senonché, il problema si è sempre aggravato di pari passo con l’aumento della differenziazione. La cosa ha lasciato imperturbabili i responsabili, la cui litania è sempre stata: non si sta facendo abbastanza e bisogna differenziare di più. Le amministrazioni capitoline - tutte, senza distinzione di colore politico - sono andate dietro a gretini e grillini. La circostanza mi rammenta quella dell’approvvigionamento energetico: da noi è traballante e, per stabilizzarlo, insistono che bisogna aumentare gli impianti eolici e fotovoltaici. Naturalmente, più li aumentiamo e più quell’approvvigionamento traballa. E anche in questo caso la risposta è la medesima: bisogna fare più eolico e più fotovoltaico. Rammento che qualche anno fa se ne voleva installare uno in Val d’Aosta. Beppe Grillo in persona si precipitò sul posto e così si rivolse ai valdostani: «Siete 120.000, fate una differenziata a rifiuti zero, ché si possono fare cose meravigliose, per esempio venderli». A quel tempo suggerii al presidente della Regione di regalarli tutti a Grillo: la Val d’Aosta avrebbe risolto il problema e Grillo, vendendoli, si sarebbe vieppiù arricchito. Non so come andò a finire. Sull’incenerimento dei rifiuti le leggende metropolitane più gettonate sono le seguenti che cito, letteralmente, da una brochure che circolava tempo fa per i corridoi del più pleonastico ministero che c’è, quello dell’Ambiente. Incenerire i rifiuti solidi urbani: 1) inquina, 2) uccide, 3) non elimina le discariche, 4) spreca energia, 5) non aiuta l’occupazione, 6) nuoce al clima, 7) ruba risorse, 8) è una cosa superflua se si adotta la strategia rifiuti-zero. Sui primi due punti, fatemi citare il National research council americano, che nel proprio rapporto Waste incineration and public health recita: «Un impianto di incenerimento dei rifiuti solidi urbani, se ben progettato e appropriatamente gestito, non pone alcun rischio né sanitario né ambientale». Insomma, l’incenerimento è il modo più sicuro per la salute e più rispettoso per l’ambiente di trattare i rifiuti che, piaccia o no, produciamo, e di cui avremmo il dovere di occuparci. Incenerirli si fa ovunque nel mondo. L’Austria (8 milioni di abitanti) porta ogni anno 6 Mt (megatonnellate) di rifiuti in impianti di incenerimento, uno dei quali, enorme, svetta, variopinto, nel bel mezzo di Vienna, ed è luogo di visita per i turisti curiosi. Nel centro di Copenhagen ce n’è uno meraviglioso sul cui tetto ci hanno fatto anche una pista da sci. Lo stesso in tutti gli altri Paesi dell’Europa, ove non risulta siano di salute cagionevole per colpa di inceneritori che trattano l’80% dei loro rifiuti solidi urbani. In Francia v’è il triplo d’impianti d’incenerimento che in Italia, lo stesso in Germania; e negli Stati Uniti, tra municipali, per ospedali e per industrie, di tali impianti ce ne sono quasi 2.000.Nessuno pretende di eliminare le discariche, che devono comunque esserci in sinergia con gli inceneritori per una gestione razionale dei rifiuti che produciamo. In ogni caso, senza inceneritori ci sarebbero più discariche. Quanto all’impiego d’energia, ogni attività umana, nessuna esclusa, e quindi anche la gestione dei nostri rifiuti (a cominciare dalla raccolta degli stessi), usa energia. Ma la produzione di calore da incenerimento può mettersi a frutto. Quella dei posti di lavoro, più che lamentela è una fissazione: l’argomento è sollevato anche con la produzione d’energia. «Pensate», piangono i gretini, «l’inceneritore di Brescia (che cura i rifiuti di un paio di milioni di italiani) ha solo 80 dipendenti». La verità è che vi sono 2 milioni di persone che possono permettersi di fare altre cose (dallo studio del violino alla produzione di gelati) proprio perché sono soltanto 80 quelli che fanno gli spazzini per tutti. L’alternativa è che ciascuno di noi sia spazzino dei propri rifiuti, sì da essere, tutti, felicemente (si fa per dire) «occupati». Senza polemizzare sull’effetto serra, sennò non la finiamo più, facciamo l’aritmetica. L’Italia produce ogni anno 30 Mt di rifiuti, che contengono metalli, vetro e componenti carboniosi. Se questi ultimi fossero anche la metà del totale e fossero tutti inceneriti, immetterebbero 50 Mt/anno di CO2 contro le 250 Mt/anno delle nostre emissioni totali. 50 su 250 non è pochissimo, ma se si tiene conto che quell’incenerimento, se termo-valorizzato, eviterebbe la combustione di gas o di carbone per la produzione di energia, il bilancio finale delle emissioni aggiuntive, alla fine, risulterebbe insignificante. Tant’è che la produzione d’energia da rifiuti solidi urbani è classificata come «rinnovabile». «Bruciare la plastica o la carta anziché riciclarle», insistono i gretini, «ruba materie prime». È esattamente il contrario: bruciare la plastica-rifiuto o la carta-rifiuto con valorizzazione d’energia evita la combustione di petrolio, carbone o gas; mentre il processo di riciclo è, sia per la plastica che per la carta, costoso, energivoro, e con impatto ambientale non da poco. Inoltre, il prodotto di riciclo non dovrebbe superare, per quantità, i limiti della domanda di mercato: la carta riciclata e non assorbita dal mercato va a finire, irrimediabilmente, all’inceneritore, aggiungendo la beffa al presunto danno. Infine, la strategia rifiuti-zero per chiudere discariche e inceneritori è una sesquipedale bischerata, buona per i gonzi: come proporre di chiudere gli ospedali in nome di una non meglio identificata strategia malattie-zero.In conclusione, bisognerebbe diminuire la raccolta differenziata, limitandola solo alle aziende: esse hanno significative quantità di rifiuti che sono, tipicamente, selettivi e facilmente differenziabili. I singoli cittadini e le famiglie potrebbero, al massimo, separare ciò che va all’inceneritore (umido, carta e plastica) da ciò che all’inceneritore non va (vetro e metalli). Insomma, il nostro Paese dovrebbe almeno raddoppiare il proprio parco inceneritori: i miei migliori auguri al sindaco di Roma.
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