2020-01-15
Gregoretti, la maggioranza scappa ma il voto sarà prima delle regionali
Il 20 gennaio la Giunta per le immunità del Senato deciderà sull'autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini. Fallito il blitz per togliere i migranti dalla campagna elettorale. Luciana Lamorgese: «Più permessi umanitari».Nessun rinvio per il caso Gregoretti, si vota il 20 gennaio. A stabilirlo ieri in serata l'ufficio di presidenza convocato dal presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, Maurizio Gasparri (Fi), a seguito della richiesta della maggioranza di rinvio della decisione sull'autorizzazione a procedere contro l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini. Ricordiamo che tale votazione era già fissata in quella data dal calendario dei lavori della Giunta deciso all'unanimità il 6 dicembre scorso, ma i giallorossi non ci sono stati a lasciare la questione migranti sotto i riflettori in piena campagna elettorale per Emilia Romagna e Calabria, preferendo alzare, esercitando una forzatura delle regole, un polverone di tattica politica pur di non dare un vantaggio al leader leghista.«Seguiamo il calendario concordato all'unanimità tenendo conto delle esigenze e degli impegni dei parlamentari», ha spiegato Gasparri a margine dell'assise. «Non ci sono impedimenti regolamentari per una Giunta che è un organo paragiurisdizionale», ha aggiunto con il volto di chi sembra esausto. Nonostante lo stop delle attività delle commissioni di Palazzo Madama, deciso nei giorni scorsi dalla capigruppo (che era la scusa usata dai giallorossi per la richiesta di rinvio), tutto resta come da programma, dimostrazione plastica della sconfitta politica degli alleati di governo. I nervi sono definitivamente saltati dopo questo smacco, ma già dalla mattina c'era chi aveva messo le mani avanti. Primo fra tutti, il senatore di Leu, Pietro Grasso, capogruppo del suo partito nella Giunta, assente per una missione negli Stati Uniti, che in mattinata aveva lanciato un avvertimento a Gasparri: «Il comportamento di oggi (ieri, ndr) dirà molto sull'imparzialità del presidente Gasparri nel valutare in maniera equilibrata tutte le istanze». Pronta la replica del senatore azzurro, che ha spiegato quanto la sua condotta fosse pienamente conforme al regolamento e alle decisioni prese dalla Giunta. «Il calendario», ha ricordato l'esponente di Forza Italia, «è stato approvato nella totale condivisione di tutti i membri dell'organismo che presiedo, con la decisione di fissare il voto conclusivo per il 20 gennaio, proprio su richiesta del senatore Grasso che si è detto impegnato, per una settimana, in una missione della Commissione antimafia negli Stati Uniti». Altrimenti, ha aggiunto, «se non fosse stato per accogliere la sua richiesta, poi venuta anche dal senatore Giarrusso per lo stesso impegno parlamentare, si sarebbe votato prima». Il differimento si riferiva chiaramente al voto finale. In questi casi qualora emergano proposte o richieste non previste, ma legittime, che comportino un voto, è ovvio che si debba procedere con immediatezza, anche per evitare che un eventuale differimento di una votazione, in quella ipotesi per attendere Grasso, diventi un modo indiretto per alterare un calendario votato alla unanimità e stilato recependo esigenze espresse pubblicamente proprio dal senatore Grasso. È saltato sulla sedia Francesco Bonifazi di Italia viva: «Per noi l'organo che decide il calendario dei lavori è la capigruppo del Senato», tentando un'ultima vana zampata. La vicenda si è consumata nella stessa giornata in cui è caduto l'asino del «mitico» accordo di Malta, quello definito dal premier Giuseppe Conte «storico» per risolvere la situazione dei migranti a livello europeo, ma che, come già sottolineato da La Verità, non solo è scritto sull'acqua, ma in esso rientrerebbero solo l'8% dei migranti che arrivano in Italia. Ma vediamo cosa è successo esattamente. Come annunciato ieri dal Viminale, alle navi Open Arms e Sea Watch 3, in seguito alle richieste avanzate, sono stati assegnati, rispettivamente, i porti di Messina e Taranto. «Francia, Germania, Portogallo e Irlanda hanno già dato la loro disponibilità ad accogliere i richiedenti asilo a bordo», il seguito della nota. La disponibilità, ha informato il ministero, è stata offerta «sulla base dell'apertura della procedura di ridistribuzione dei migranti a livello europeo» avviata dalla Commissione Ue anche sulla scorta appunto del preaccordo di Malta. Ovviamente esultano le Ong: «Speriamo di arrivare presto a un meccanismo automatico di sbarco e ridistribuzione senza gli sporchi accordi con la Libia», ha scritto su Twitter il fondatore della Ong spagnola Open arms, Oscar Camps.Salvini intanto, impegnato nei suoi comizi in Emilia Romagna, si è detto sereno: «Vorrebbero processarmi perché ho avuto il torto di bloccare gli sbarchi ma l'ho fatto a testa alta e continuerò a farlo a testa alta , se mi date una mano». Mentre il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, contribuisce ad alzare la tensione: «Occorre ampliare Va ampliata la categoria dei permessi umanitari per evitare che a giugno migliaia di migranti perdano il diritto all'accoglienza e finiscano in strada», dice a Lilli Gruber su La7.
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L’AIE cambia idea, niente picco di domanda. Tassonomia Ue, gas e nucleare restano. Stagione atlantica avara di uragani. La Germania chiede più quote di emissione. Cina in ritardo sul Net Zero. Maxi-diga in Etiopia.