
Arcelormittal annuncia un provvedimento di 13 settimane per contrastare la crisi a Taranto. Un nuovo fronte per il ministro del Lavoro, già provato dalla trattativa Whirlpool a Napoli. Sciopero Unilever a Verona, ma l'azienda smentisce la fuga.Nuove pesantissime tegole sulla testa del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, che ieri ha incassato una tripletta che rischia di metterlo ko. Numero uno, la sanguinosa questione (ex) Ilva, ricicciata fuori con l'annuncio della cassa integrazione per 1.400 dipendenti, nonostante lo scorso anno Di Maio fosse riuscito a portare a casa un accordo migliore di quello fatto dal suo predecessore, Carlo Calenda. Numero due, Whirlpool, con la possibile cessione del sito di Napoli e il futuro incerto di 430 lavoratori. Numero tre, Unilever, che si era pensato intendesse portare il dado Knorr in Portogallo con 76 licenziamenti in Veneto, quando poi nel tardo pomeriggio ha smentito.Ma ricostruiamo le vicende. A proposito dell'ex Ilva, la Arcelormittal Italia, in base all'accordo sindacale dell'8 settembre 2018, aveva assunto 10.700 persone (8.200 solo a Taranto), mentre le 2.586 dichiarate in esubero sono rimaste in capo all'Ilva in amministrazione straordinaria in cassa integrazione straordinaria a zero ore. Tuttavia ieri l'azienda ha fatto presente che «accanto alla riduzione della domanda di acciaio in Italia si è registrato un aumento senza precedenti delle importazioni da Paesi terzi». Ecco i numeri: nei primi quattro mesi del 2019 le importazioni di prodotti sono aumentate del 51% rispetto allo stesso periodo del 2018 (anno già di per sé da record per importazioni da Paesi Terzi). Inoltre, «tale contesto sopravviene a un periodo in cui le scorte a magazzino sono aumentate ben oltre i livelli standard di giacenza». Una situazione ritenuta dalla multinazionale davvero allarmante, aggravata dalle «deboli misure di salvaguardia per le importazioni di acciaio adottate dalla Commissione Ue, che ci rendono vulnerabili in un momento in cui i prezzi dell'acciaio sono bassi, i costi energetici elevati e i costi delle materie prime in continuo aumento». Nonostante questo scenario molto critico, Arcelormittal Italia ha confermato il proprio impegno su tutti gli interventi previsti per rispettare il piano industriale e ambientale, al termine dei quali, con un investimento da più di 2,4 miliardi di euro, «Taranto diventerà il polo siderurgico integrato più avanzato e sostenibile d'Europa», almeno a quanto fanno sapere dai piani alti della multinazionale. L'annuncio delle ben 13 settimane di cassa integrazione per 1.400 lavoratori a Taranto è stata però una doccia fredda anche a Genova, «visto che solo pochi giorni fa il gruppo aveva spiegato che la riduzione della produzione in Europa non avrebbe interessato l'Italia», ha commenta il segretario genovese della Fiom, Bruno Manganaro. «È un brutto segnale e un messaggio pericoloso soprattutto per quanti vogliono che l'Ilva chiuda», ha aggiunto.Passando al dossier Whirlpool, ieri si è consumato il day after del difficile confronto al Mise sulla possibile cessione del sito di Napoli. E in attesa che il governo calendarizzi la nuova fase da cui ottenere risposte più circostanziate sul destino dello stabilimento partenopeo e il futuro dei 430 lavoratori diretti, «studiamo una soluzione con l'obiettivo prioritario di salvaguardare l'occupazione», dicono dall'azienda. «Se tutti ci mettono del loro possiamo arrivare a una soluzione positiva», spiegano guardando a una possibile riconversione del sito come «unica possibilità di proteggere l'occupazione». Ma la vendita, anche così, non sembra scongiurata, anche se in Whirlpool al momento non si sbottonano. Quello che invece è di certo escluso «categoricamente», dicono, è la possibilità che ci possano essere altri siti a rischio, come invece avevano ventilato i sindacati. La situazione dello stabilimento di Napoli resta in ogni caso pesante e ben al di sotto delle aspettative con cui i vertici del Gruppo avevano firmato l'accordo del 2018. La «situazione è insostenibile, annotano: nell'ultimo trimestre 2018 e nel primo trimestre 2019 infatti i volumi del sito di Napoli sono scesi del 30% e anche le previsioni per l'intero 2019 sono negative. «Siamo rammaricati ma anche fiduciosi e pronti al confronto». I sindacati intanto si infiammano: «Non possiamo permetterci di perdere un posto di lavoro nel Mezzogiorno. Non è accettabile impoverire il Sud. Il governo difenda i lavoratori e si batta per far cambiare idea alla multinazionale Whirlpool», ha denuncia il leader Cgil, Maurizio Landini , mentre anche il territorio di Napoli chiama all'appello il doppiamente ministro Di Maio.Per quanto riguarda Unilever, infine, come abbiamo detto, ieri si era ventilata l'ipotesi della delocalizzazione in Portogallo dello storico Dado Knorr, con una perdita prevista di 76 lavoratori in Veneto, ma la multinazionale olandese ha smentito «in modo categorico».
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