2025-03-12
Per capire dove stiamo andando dobbiamo sapere da dove veniamo
Una stanza della mostra «Dall'origine al destino» organizzata a Bologna dalla Fondazione Golinelli (R.Giuliani)
Una mostra «archeofuturista» a Bologna, con un catalogo di testi, oggetti e dipinti, ci sfida a riconnettere origine e destino. Da quando li ha separati, l’uomo è rimasto prigioniero dei suoi limiti fisici. Smarrendosi.Dove si è cacciata la nostra vita da quando ha perso i contatti con il cielo e con la terra, con l’origine e il destino, con la ricerca della verità e il senso della realtà? È caduta nel mezzo, nel vuoto che si è aperto quando si sono divaricate le due sponde, allontanandosi fino a sparire al nostro sguardo. Così l’uomo contemporaneo, secondo Nietzsche, cade da tutte le parti, non essendoci più un sopra e un sotto, una destra e una sinistra, e non sa nemmeno se sta precipitando o volando, come sembra suggerire lo sviluppo prodigioso della tecnologia. Scenario apocalittico ma nella sua drammatizzazione rende l’idea della condizione d’oggi e del suo profondo spaesamento. Permettetemi di uscire talvolta dal seminato dei giorni per toccare i temi che riguardano la nostra vita e il suo senso. È difficile, mi rendo conto, dedicare a questa visione una riflessione e ancor più un dialogo, ma ancora più difficile è rendere visivamente questa condizione e i suoi presupposti in una mostra. A Bologna, la Fondazione Golinelli ci ha provato e ha allestito un’importante esposizione che potremmo definire archeofuturista, sull’origine e il destino, accompagnata da un catalogo di testi e immagini, icone, opere d’arte e oggetti simbolici, affiancandolo con una serie di dialoghi che si sono aperti ieri. Vi ho partecipato col presidente della Fondazione Golinelli Andrea Zanotti, il curatore della mostra Antonio Danieli e Adriano Fabris che insegna filosofia morale e filosofia delle religioni all’Università di Pisa. La Fondazione da anni si propone un cammino sul confine tra arte e scienza, ma a cercare la sintesi o l’osmosi tra la rappresentazione artistica e la ricerca scientifica non può essere che un pensiero, magari inteso vichianamente come scienza nuova e proteso oltre la filosofia, verso la teologia e un sapere organico che connette mito e teologia, storia e filosofia, scienza e arte. Vico indagò sulle origini dell’umanità e sul suo destino, in relazione alla provvidenza divina. La mostra, scrive Zanotti, «vuole richiamare l’irrinunciabilità a quella scintilla divina che abita in noi, che ci spinge a chiederci incessantemente quali siano la mèta del nostro andare e il senso di marcia del nostro procedere». E poi aggiunge: «Nel divorzio tra origine e destino abbiamo perso il cielo»; ma si potrebbe aggiungere, come si diceva agli inizi, che in quella separazione perdiamo pure la terra, ovvero la natura, la realtà, la vita concreta e l’orizzonte biologico. La cultura, non mi stancherò di ripeterlo, nasce dalla sintesi tra culto e coltivazione, ossia tra lo sguardo rivolto al cielo e il passo ben piantato sulla terra e proteso verso i suoi frutti. Se perdi l’uno finisci col perdere l’altro. E se perdi l’origine, perdi il destino. Hannah Arendt in Vita activa notava che la vita individuale è rettilinea mentre la vita biologica - inserita nel ciclo della natura - è circolare: «Ci muoviamo lungo una linea retta in un universo dove ogni cosa dotata di movimento si muove in un ordine ciclico». La composizione tra il moto rettilineo e il moto circolare è la spirale; è l’intuizione che ebbe Vico nei suoi «corsi e ricorsi», quando cercò una sintesi tra storia e natura, ma anche tra la visione cristiana della storia, lineare, e la visione classica del mondo, ciclica e dunque curvilinea. L’uomo percorre la sua vita come una linea retta ma alla fine scopre che l’origine coincide col destino; il cerchio di chiude e trova senso e compiutezza.Qual è la strada del ritorno, ossia come possiamo risalire all’origine e al destino che abbiamo dimenticato? Origine e destino sono, per dirla con Goethe, «il prologo in cielo» del passato e del futuro; o dal punto di vista umano e terreno, il passato e il futuro sono il cammino storico che l’uomo compie nella sua parabola terrena; ossia la secolarizzazione, la traduzione temporale, ad altezza umana, dell’origine e del destino che richiamano il mistero dell’inizio e il mistero della fine.Il primo atto per ridestare la nostra coscienza è dunque quello di riammettere nei nostri orizzonti il passato e il futuro, in un’epoca che sembra averli smarriti o rimossi, risolvendosi tutta nel presente, nella vita momentanea. La nostra vita, sostengo da tempo, poggia su cinque dimensioni costitutive della nostra mente: il passato, il presente, il futuro, il favoloso e l’eterno. Noi non siamo solo quel che stiamo vivendo in questo momento, ma siamo il frutto, la memoria, il ricordo di ciò che fummo e di ciò che precedette la nostra vita; siamo l’attesa, la speranza, il progetto che ci «proiettano» appunto nell’avvenire e nelle generazioni future; ma nutriamo anche la necessità di raccontare il mondo, la vita e la storia attraverso il mito, la favola, la trasfigurazione artistica e creativa; e infine, benché mortali, siamo ispirati e sorretti dal senso dell’eterno, di ciò che non tramonta mentre noi tramontiamo.Sono queste le cinque condizioni dell’animo umano e non possiamo fare a meno di nessuna di esse. Ora, i termini estremi in cui è racchiuso questo spazio di vita così scandito sono l’origine e il destino; entrambi sono situati oltre la nostra portata, oltre i nostri limiti, non dipendono da noi, come da noi non dipende la nostra nascita e la nostra mortalità. Sono i termini estremi che ci riportano per così dire in cielo, oltre l’orizzonte umano, storico-temporale. La nostra esperienza fisica è compresa tra quei due confini metafisici, che sono le porte del cielo. La riscoperta del passato e del futuro, della memoria e dell’aspettativa, sono dunque il primo passo per scoprire poi le altre due condizioni della nostra mente, tra il mito e l’eternità, fino a ritrovare l’origine e il destino; per accorgersi infine che il nostro cammino lineare, in realtà sorge e tramonta curvandosi, fino a congiungere i due estremi nel cerchio. E questa scoperta non nasce dal nulla, da un atto creativo; ma ritrova nell’arte, nella scienza, nel pensiero, nella storia, nella religione e nella natura, le impronte e i presagi, le figurazioni e le intuizioni che ne confermano il fondamento e la connessione. Il vero pensiero non è «originale» nel senso di inedito e stravagante ma «originario» nel senso che si connette a qualcosa che lo precede, lo fonda e lo guida, quell’origine che conduce al destino. Quanto cammino può indicare una mostra...
(Ansa)
Due persone arrestate, sequestrata droga e 57 persone denunciate per occupazione abusiva di immobile e una per porto abusivo di armi. Sono i risultati dei controlli scattati questa mattina allo Zen da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza dopo l'omicidio di Paolo Taormina, il giovane ucciso davanti al pub gestito dalla famiglia da Gaetano Maranzano. Nel corso dei controlli sono stati multati anche alcuni esercizi commerciali per carenze strutturali e per irregolarità sulla Scia sanitaria e mancata autorizzazione all'installazione di telecamere, impiego di lavoratori in nero, mancata formazione, sospensione di attività imprenditoriale. Sono state identificate circa 700 persone, di cui 207 con precedenti ed altri 15 gia' sottoposti a misure di prevenzione.
Continua a leggereRiduci