2021-11-18
«Gli omissis del processo Becciu per tutelare indagini su altri reati»
Al Tribunale vaticano l'accusa reagisce così alla difesa che chiede la nullità degli atti.L'aria che tira al processo all'ex numero due della segreteria di Stato vaticana, Angelo Maria Becciu, si può riassumere con la chiosa del presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone: «Ci vuole ancora tempo per cominciare; se potremo cominciare». In effetti, quella di ieri è stata la quarta volta in cui le udienze sono rimaste inchiodate a questioni procedurali, con l'ormai evidente strategia degli avvocati degli imputati di difendersi dal processo, chiedendone la nullità, invece di puntare a smontare le accuse in dibattimento. L'avvocato di Becciu, Fabio Viglione, in aula ha accusato: «Siamo di fronte ad una irrimediabile nullità delle citazioni a giudizio. Gli audio video depositati sono stati tagliati, oscurati, mutilati, sbianchettati, falcidiati», chiedendo poi al Tribunale vaticano di dichiarare nulle le citazioni a giudizio perché non sarebbero state rispettate le regole del giusto processo e la difesa non ha tutti gli elementi a disposizione per difendersi. Stessa linea anche da Luigi Panella, difensore di un altro imputato, Enrico Crasso. Il legale in aula ha sostenuto che «nessuna norma prevede “omissis"» e ha depositato anche una memoria contenente la richiesta di dichiarare «nullo» il rinvio a giudizio. Pignatone, che aveva già rimandato gli atti su alcuni capi d'imputazione all'Ufficio del promotore di giustizia, portando così il numero delle persone alla sbarra da dieci a sei, sembra aver preso una posizione molto netta: il processo non potrà andare avanti se i promotori di giustizia non consegneranno gli atti completi, senza omissis. L'ex capo della Procura di Roma si è riservato di emettere un'ordinanza sul tema nella prossima udienza, fissata per il primo dicembre. Principale pietra dello scandalo, il video dell'interrogatorio di monsignor Alberto Perlasca, depositato (insieme ad altro materiale che occupa 53 dvd), dopo che il tribunale aveva accolto la richiesta dei difensori, ma appunto con numerosi omissis. Ma la vera novità è che ieri in aula gli omissis sono stati motivati con esigenze di tutela del segreto investigativo dovuto ad altre indagini in corso. Dunque l'Ufficio del promotore di giustizia starebbe svolgendo ulteriori indagini che una discovery forzata del materiale video integrale metterebbe a rischio? Forse proprio per questo è stata durissima la presa di posizione del promotore di giustizia aggiunto, Alessandro Diddi, che ha definito quelle della difesa «argomentazioni pretestuose» che cozzano con la prassi e la giurisprudenza della stessa Cassazione italiana in materia di omissis. Per poi lanciare quella che sembra una sfida: «Se qualcuno pensa che ci siano dei falsi presenti una denuncia per falso ideologico». In effetti, ci conferma una fonte, non è infrequente che all'interno di procedimenti penali vengano depositati verbali di interrogatorio con ampie parti sbianchettate per ragioni investigative, senza che questo porti a richieste di nullità degli atti processuali. Ieri in aula Panella, ha ipotizzato che anche papa Francesco sarebbe stato ascoltato dai pm come testimone. Una convinzione maturata dai contenuti del video della deposizione di monsignor Perlasca, che se confermata, rafforzerebbe le accuse dei difensori di non avere avuto ancora accesso a tutte le prove. Ma Diddi, ha categoricamente smentito: «Questo ufficio non ha mai sentito il Papa».
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