2020-03-14
Gli italiani sono da applausi, lo Stato molto meno
«Conte sta ogni giorno in tv, ad annunciare di aver sospeso il pagamento delle tasse e di avere preso misure straordinarie per sostenere l'economia, ma noi a tutt'oggi (ieri per chi legge, ndr) non abbiamo in mano uno straccio di direttiva che ci dica che cosa fare». Lo sfogo è di una commercialista impegnata a combattere sul fronte dell'epidemia e quindi a lavorare da casa, a lottare con la burocrazia italiana, in particolare con quella fiscale.Già, perché lunedì ci sono le scadenze dei contributi e delle tasse e fino a ieri nessuno ci aveva capito niente. Si possono sospendere i versamenti all'erario e agli enti previdenziali? E se sì, il provvedimento vale per tutti o solo per quelli che possono comprovare di avere subito una riduzione del fatturato o di essere stati costretti a tirare giù la serranda dalle norme di legge? Ieri sera il ministero dell'Economia ha fatto un comunicato stampa dal quale si capisce che sì, la scadenza per il momento slitta. Ma il decreto non c'è ancora. Insomma, alla confusione dello stato di emergenza che è stato adottato per contenere la diffusione del coronavirus si aggiunge la babele della nostra burocrazia ministeriale, che anche quando deve prendere decisioni rapide e chiare riesce a complicare le cose, introducendo codicilli, modelli da compilare, quadri in cui dichiarare.C'è un Paese in affanno e non solo perché la polmonite interstiziale sta mietendo vittime con una rapidità che spaventa, ma anche perché ha l'acqua alla gola in conseguenza del crollo dei consumi. Non ci vuole un genio per capire che se chiudi tutto, chiudi anche la possibilità di incassare. Se un negozio abbassa la claire, come può fare a pagare, oltre agli stipendi, anche le imposte e i contributi? Se un artigiano è costretto a restare a casa per ordine del governo, come si può pensare che continui a produrre e dunque a fatturare? Se un professionista deve chiudere l'ufficio, mettere in ferie i collaboratori, ci può spiegare qualche genio del ministero come riuscirà a rispettare le scadenze?Agli italiani si sono imposte misure d'emergenza e debbo dire che, dal momento in cui i provvedimenti sono stati chiari e non più ondivaghi come nella prima fase della diffusione dell'epidemia, la quasi totalità dei cittadini ha reagito con prontezza, adeguandosi e accettando le limitazioni della propria libertà e della propria vita per il bene di tutti. Pensate che sia facile mettersi in clausura? Eppure è stato fatto, perché era necessario. Bene, adesso è indispensabile che l'amministrazione pubblica si adegui. Se gli italiani reagiscono con velocità, lo stesso deve fare lo Stato, a cominciare dal fisco. Non si possono lasciare sospesi aziende e lavoratori autonomi fino all'ultima ora, per decidere del loro destino. Imprese e commercialisti fino a ieri sera non sapevano che fare. Ci vuole tanto a fare un decreto o anche solo una direttiva che per una volta sia chiara e definitiva? Quanto tempo serve per scrivere una riga e dire che si sospende tutto fino a nuovo ordine? Vi pare possibile che di fronte a un'emergenza un governo autonominatosi di salute pubblica faccia 7 ( sì, sette) decreti, a volte uno in contraddizione con l'altro? Che impressione può ricavare l'opinione pubblica di fronte a questo bailamme di norme, se non che i più confusi fra tutti sono gli inquilini di Palazzo Chigi? ***In una situazione drammatica come quella che viviamo, con un esecutivo allo sbando, c'è però un motivo di consolazione ed è, come dicevo, la straordinaria capacità di reagire degli italiani. Sì, c'è una minoranza di persone che ancora tiene comportamenti inaccettabili e una maggioranza che fino a pochi giorni fa forse non aveva compreso la situazione di emergenza in cui siamo precipitati in un pugno di settimane. Ma poi, alla fine, le persone hanno capito e si sono autorecluse in casa. Il motivo di consolazione e orgoglio è che, nonostante la paura, tutti coloro chiamati a svolgere un servizio pubblico non si sono tirati indietro. Medici e infermieri sono rimasti in prima fila a combattere il virus, a volte senza nemmeno gli strumenti adeguati. Tuttavia non ci sono solo questi eroi, ce ne sono altri silenziosi e invisibili e sono i farmacisti, gli autisti dei mezzi pubblici, le cassiere dei supermercati, gli edicolanti, gli autotrasportatori, cioè tutti quelli che per senso del dovere e con grande responsabilità stanno tenendo alta la fiammella della speranza, assicurandoci che presto tutto ciò passerà. A medici e infermieri, ma anche a tutte le categorie che lavorano a contatto con il pubblico nonostante il pericolo di un contagio, va il nostro personale grazie. Stanno facendo qualche cosa che ci dà fiducia. Un grazie particolare anche ai lettori, a chi ogni giorno, nonostante la chiusura di molti punti vendita, girano strade deserte per poter acquistare una copia del loro giornale. Senza la loro testimonianza quotidiana, il nostro lavoro sarebbe inutile. Se non ci fossero loro, oltre alla libertà di uscire a cena con gli amici, di andare a passeggiare e di fare una vacanza, saremmo privati anche della libertà di informare. Grazie dunque a voi lettori e grazie a tutti quelli che resistono. La Verità è con voi.