2024-04-04
Gli eco-asini se la prendono con una scuola
Per salvare alcuni alberi a Bologna un gruppo di manifestanti ha invaso il cantiere per la riqualificazione della sede di un istituto comprensivo, ormai fatiscente. Le forze dell’ordine hanno sgomberato il parco, ma i collettivi hanno poi sfondato la recinzione.L’ossessione ambientalista sta finendo per spaccare ancora di più le già sgangherate truppe della sinistra italiana. A Bologna, infatti, è andata in scena una faida di matrice genuinamente progressista tra il Pd felsineo e gli estremisti di Potere al popolo. Stavolta, insomma, non c’è alcun governo di destra a cui dare la colpa di qualche crimine di lesa maestà ecologista. Più in particolare, il pomo della discordia è rappresentato dal parco Don Bosco, che l’amministrazione comunale di Matteo Lepore vorrebbe riqualificare per dare una decorosa dimora alle scuole Besta, un istituto comprensivo bolognese che riunisce asilo, elementari e medie. Le attuali sedi delle scuole Besta sono fatiscenti e, pertanto, occorre costruire nuovi locali per tutelare la sicurezza degli alunni. Per farlo, però, si è reso necessario abbattere alcuni alberi del parco: una decisione che ha scatenato l’ira funesta dei sedicenti «antagonisti». Che, a quanto pare, preferiscono salvare un paio di cespugli piuttosto che garantire l’incolumità di bimbi e adolescenti della loro città. Chapeau.Nonostante il tribunale civile di Bologna abbia respinto il ricorso dei comitati che chiedevano lo stop ai lavori, il braccio di ferro tra Emily Marion Clancy (la vice di Lepore con delega alle politiche ambientali) e l’estrema sinistra di Pap è degenerato ieri in duri scontri tra i paladini del green e le forze dell’ordine. Poco prima delle 6 del mattino, blindati di polizia e carabinieri si sono presentati al parco Don Bosco per effettuare lo sgombero dell’area, occupata circa tre mesi fa da un presidio composto da militanti rossi e da alcuni residenti del quartiere. Gli agenti in tenuta antisommossa sono entrati nel parco da diversi punti, mentre gli occupanti hanno usato le reti del cantiere (già allestito in un lato dell’area verde) per formare barriere di fortuna. «Dalle 5 del mattino stiamo presidiando il parco Don Bosco insieme al comitato Besta e a tantissimi solidali del quartiere», ha scritto in una nota Potere al popolo. «Questa è la normalità che la giunta Lepore-Clancy vuole mostrare ai bambini delle scuole Besta: mai nessun confronto, manganello per chi dissente e si organizza. Qualunque cosa succederà oggi al parco Don Bosco la responsabilità politica è totalmente del sindaco, della vicesindaca Clancy con le deleghe all’ambiente e dell’assessore Borsari con delega ai cantieri». Viste le premesse, non stupisce che la situazione sia presto precipitata. A partire dalle 10 si sono registrati diversi scontri tra i manifestanti (circa un centinaio) e le forze dell’ordine, che sono via via cresciuti in violenza e intensità. Al termine della colluttazione, si sono contati 16 esponenti delle forze dell’ordine feriti, diversi contusi, una ragazza ferita alla testa (e medicata sul posto) e un settantenne colpito alla mano e poi ricoverato al Rizzoli per ulteriori accertamenti. L’obiettivo di polizia e carabinieri è stato raggiunto: circa 20 metri quadri di parco sono stati liberati e transennati per permettere agli operai di proseguire i lavori. L’abbattimento dei primi alberi è dunque iniziato nell’area sgomberata e presidiata dalla forze dell’ordine.I manifestanti, tuttavia, non si sono arresi e su una catasta di rami di uno degli alberi abbattuti hanno issato un cartello con scritto «La città più progressista d’Europa»: si tratta dello slogan dell’amministrazione comunale piddina, qui usato con tono evidentemente sarcastico e beffardo. A quel punto, intorno all’ora di pranzo, sono ripartiti gli scontri con gli agenti. Alcuni militanti dei collettivi (pare non appartenenti al comitato Besta) hanno divelto le recinzioni del cantiere e sono entrati nell’area precedentemente sgomberata. Gli operai hanno quindi dovuto rinunciare a proseguire i lavori. Le forze di polizia, intorno alle 14, si sono infine ritirate tra le grida e gli applausi degli attivisti, che hanno proceduto a smantellare il cantiere. Presenti sul posto, per esprimere solidarietà ai manifestanti, c’erano il consigliere comunale dei Verdi Davide Celli e il portavoce di Europa verde Danny Labriola, il quale non ha risparmiato critiche alla giunta piddina. Molto duro, invece, è stato il comunicato del sindacato di polizia Coisp: «Quello che sta accadendo in queste ore a Bologna è incredibile: alcuni delinquenti, travestiti da ecoattivisti, hanno aggredito a bastonate e pugni le forze dell’ordine che erano lì col solo scopo di tutelare l’ordine pubblico e di far rispettare la sentenza del tribunale civile di Bologna. Il risultato: dieci agenti feriti». Così si è espresso Domenico Pianese, il segretario del Coisp. Che poi ha rincarato la dose: «Le provocazioni nei confronti degli agenti sono andate avanti da questa mattina all’alba e si sono concluse solo quando i colleghi hanno lasciato il presidio, tra gli applausi irridenti della folla. È inconcepibile che, ancora una volta, siano i poliziotti a pagarne le spese, ed è drammatico notare il modo in cui ormai venga considerato un comportamento socialmente accettato quello di scagliarsi, a suon di pugni e armati di bastoni, contro gli appartenenti alle forze di polizia».
Jose Mourinho (Getty Images)