2025-03-28
Giudici più a destra col caldo, diktat utili e sieri efficaci: le balle di «Rep» sulla salute
Il mensile scientifico di Gedi lancia l’allarme sulla medicina in pericolo causa Trump. Tra lodi ai lockdown e negazione degli effetti avversi, torna pure l’emergenza clima.«Salute sarà il più grande è il più ricco contenitore di notizie, approfondimenti, inchieste dedicato alla salute degli italiani […] Uno strumento indispensabile per rispondere alle nostre domande grazie al contributo dei più autorevoli protagonisti della ricerca medica e scientifica». Così Repubblica annunciava, il 18 settembre 2020, un nuovo portale e il mensile dedicato alla salute distribuito con i quotidiani del gruppo Gedi. Sfogliando il terzo numero di quest’anno, in edicola da ieri, l’unica conclusione possibile è che il magazine si prenda gioco dell’intelligenza dei cittadini.Partiamo con lo svarione nella didascalia di un articolo sulle nuove terapie, dove si afferma che «l’Rna è implicato in vari ruoli, tra cui la codifica dei geni». Anche uno studente di scuola media lo sa, i geni sono codificati dal Dna, l’Rna è l’intermediario per la loro decodifica nelle proteine. Ma pazienza, arriviamo alla disinformazione grave. Il premio Nobel per la fisica, Giorgio Parisi, mette insieme una serie di dati sconfessati da studi internazionali. «L’efficacia dei lockdown è evidente […] in Italia hanno salvato centinaia di migliaia di vite» sostiene il professore. Eppure, le elaborazioni da Our World in data e Database Oxford University, presentate in commissione parlamentare Covid sulla correlazione dell’indice del lockdown con l’eccesso di mortalità in Europa nel 2020, hanno mostrato un’efficacia negativa delle chiusure. La mortalità con il lockdown è risultata +5,7%. Il professore ha «sue» verità anche sul vaccino anti Covid, che nella strategia del terrore imposta durante la pandemia ha sempre difeso e sostenuto al di fuori di ogni evidenza. Non ha prevenuto infezioni e contagi come sostiene nell’articolo, anzi hanno determinato stati di immunodepressione, riattivato infezioni latenti, favorito l’insorgenza di tumori. Ieri Parisi è arrivato ad affermare: «Un altro aspetto poco noto è l’effetto protettivo dei vaccini sulle malattie cardiovascolari. Molti hanno letto articoli che discutevano i rari effetti collaterali dei vaccini, ma pochi sanno che i vaccini riducono del 40% il rischio di complicanze cardiovascolari gravi». E le miocarditi che hanno colpito tanti giovani vaccinati? Sconcertato, il cardiologo Giuseppe Barbaro si limita a ricordare «le infermità cardiovascolari che sono aumentate dopo il vaccino in soggetti giovani, sani, dai 12 ai 36 anni che avevano una mortalità teorica per Covid inferiore all’1%. Le miocarditi sono arrivate al 20% e l’esito fatale fino al 5/6% come riportava Ema già dal 2022. Senza contare le morti improvvise, quintuplicate negli ultimi cinque anni, l’infarto del miocardio, la disautonomia cardiaca in coloro che soffrono di neuropatia delle piccole fibre, patologia che ha colpito almeno il 40% dei vaccinati, come dimostrano la letteratura scientifica e la pratica clinica». E per fortuna che l’intervento del premio Nobel ha per titolo: «Solo la scienza ci salva dalle pandemie». Se l’analisi sulla lezione del Covid di Parisi non convince affatto, peggio va con altri articoli. Ad Antonella Santuccione Chadha, medico e neuroscienziato, viene chiesto perché le donne vivono più a lungo ma peggio. Ci sono «meno incidenti sul lavoro tra i maschi», elenca l’esperta nelle motivazioni per le quali gli uomini se la passerebbero meglio. Ma come? «Le denunce di infortunio totali delle lavoratrici da gennaio a dicembre 2024 sono 211.135, quelle dei colleghi uomini 378.436», ha riferito a febbraio l’Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente di Vega Engineering. Aggiungeva: «Gli uomini, nell’ultimo quadriennio, subiscono più infortuni mortali rispetto alle donne sia in occasione di lavoro che in itinere». Forse il pensiero dell’intervistata non è stato riportato correttamente, forse non si sono verificati i dati reali. Certo, disorienta leggere qualche riga più sotto che per invecchiare al meglio occorre «camminare molto, dormire bene, essere socialmente attive […] imparare a delegare ruoli come il caregiving […] poi evitare ciò che non ci rende felici nell’animo e, soprattutto, ridurre la complessità superflua della routine quotidiana». Sembravano più consigli della posta del cuore nelle riviste femminili del secolo scorso, che indicazioni da Salute. Stare bene secondo la scienza, come si definisce il mensile.Non poteva mancare un articolo sull’emergenza surriscaldamento, e per alimentare nuove preoccupazioni il magazine del gruppo Gedi intervista il neuroscienziato Clayton Page Aldern, ricercatore dell’Università di Washington, che «come in un thriller climatico» ha collezionato allarmi. Tra le sue affermazioni: «La nostra bussola climatica, chiamiamola così, potrebbe non funzionare più correttamente […] Penso ai giudici che diventano più conservatori quando aumenta il caldo». Esilarante.Aldern mette in guardia anche dai pericolosi batteri che si moltiplicano con l’aumentare delle temperature; segnala la pericolosità dei cianobatteri che favoriscono malattie neurodegenerative «come la Sla» e dice che nemmeno ci immaginiamo «le sinergie delle loro neurotossine con il metilmercurio, una sostanza tossica che si accumula nell’ambiente e che viene gradualmente rilasciata dallo scioglimento dei ghiacci».Sotto il titolo «Il nuovo isolazionismo che farà molto male al mondo», ovvero senza l’Oms, si elencano i serbatoi di potenziali epidemie, dalla peste «che non potrà mai essere eradicata, perché la sua riserva ecologica è nei roditori, e, nel caso specifico, può essere anche trasformata in un’arma di bioterrorismo», a Ebola e altre malattie. Colpa di Donald Trump, ovviamente, e dei Paesi che seguono le sue scelte. «Dalle emergenze sanitarie ai cambiamenti climatici, l’ideologia prevale sugli studi scientifici», pontifica Salute. In realtà, sembra la lettura della gestione Covid.