2023-04-24
Caro Palù, se c’è batta un colpo sul caso Aifa
Giorgio Palù (Imagoeconomica)
Caro Giorgio Palù, caro presidente dell’Aifa, le scrivo questa cartolina per assicurarmi che lei esista ancora. Il suo prolungato silenzio infatti mi preoccupa un po’. È vivo? È ancora lucido? È in grado di parlare? Oppure è stato travolto dal peso della poltrona, inghiottito nel buco nero del potere, silenziato dalle forze oscure della lusinga? Glielo chiedo perché mi pare impossibile che uno come lei, con la sua fama e il suo prestigio, possa tacere di fronte allo scandalo che scuote l’Agenzia da lei presieduta. I clamorosi documenti che la mia trasmissione e questo giornale stanno pubblicando da sei settimane (se ne ha perso qualcuno consulti questo numero della Verità e troverà il meglio riassunto in due pagine) rivelano che l’istituzione che lei presiede, e che dovrebbe tutelare la salute degli italiani, ha mentito spudoratamente, ha occultato dati, ha esposto gli italiani a rischi senza fornire le informazioni dovute, con l’unico obiettivo di salvare il vaccino, anziché le persone, come dovrebbe essere suo compito. Possibile che lei non abbia nulla da dire al riguardo?Quando nel dicembre 2020 fu designato presidente dell’Aifa ci parve una bella notizia. Intanto perché lei è uno dei pochi veri virologi italiani (mica uno zanzarologo o un igienista, come suoi colleghi autoproclamatisi virologi per esigenze televisive), fondatore della società italiana di virologia, ex presidente di quella europea, un curriculum internazionale invidiabile, da Philadelphia a Londra, da Bruxelles ad Harvard, oltre 600 pubblicazioni scientifiche, migliaia e migliaia di citazioni, tutte cose che suoi colleghi innamorati del tubo catodico se le sognano di notte. E poi perché lei ha sempre dato l’immagine di un uomo coraggioso, amante della verità, anche cantando fuori dal coro. Non ha mai esitato a parlare chiaro. Perciò ora ci preoccupiamo: perché tace? Chi l’ha imbavagliata? Chi o che cosa la tengono prigioniero?Mi scusi, ma non riesco a darmi pace. Dov’è il Giorgio Palù che parlava di coronavirus creato in laboratorio, quando per tutti i suoi colleghi quell’argomento era tabù? Dov’è il Giorgio Palù che sbeffeggiava gli allarmismi («La letalità del Covid è bassa, non moriremo tutti come dice qualcuno»), che si opponeva ai lockdown («C’è rischio di morire di lockdown, di chiusure e di paura più che di Covid»), che era contrario alla chiusura delle scuole («l’ultima cosa da fare») e che attaccava i troppi ricoveri in ospedale («Si ricoverano persone con sintomi lievi, lo si fa per ragioni sociali non sanitarie»)? Dov’è il Giorgio Palù che ricordava «positivo non vuol dire malato», «inseguire gli asintomatici è inutile» e «pensare di azzerare il contagio non ha senso»? Se lei per caso ha visto quel Giorgio Palù lì, caro Giorgio Palù, gli dica di tornare a farsi vivo. Perché della sua copia sbiadita e pavida non sappiamo che farcene. E sarebbe triste vedere una carriera prestigiosa finire in modo così imbarazzante per coprire meschinità e falsità altrui. Tanto può l’amore per la poltrona? Più dell’amore per la verità?
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)