2023-05-22
Sta’ a vedere che l’alluvione ora è colpa della Meloni
Giorgia Meloni in visita alle zone alluvionate del ravennate (Ansa)
La premier in Emilia Romagna. L’attaccano tutti, e dimenticano che il governatore Stefano Bonaccini da otto anni è commissario al dissesto.Colpa di Giorgia Meloni. Per non aver fatto la danza della pioggia prima e non aver fatto quella per fermare la pioggia dopo. Colpa sua anche non per non aver inserito l’Italia fra i Grandi della terra, fra i Paesi che decidono le sorti del mondo, ma anche per essersi seduta allo stesso tavolo dei Grandi della terra e di aver tenuto per mano Joe Biden. Sì, colpa sua sempre, anche di trovarsi in Giappone mentre l’Emilia-Romagna finiva sott’acqua e di non essere rientrata precipitosamente in Italia, ma pure di averlo fatto in anticipo. Insomma, colpa sua a prescindere, pure perché lei e suoi principali collaboratori davanti alla grande teoria della responsabilità collettiva dell’Uomo con la U maiuscola sollevano il sopracciglio, manifestando qualche dubbio sulla causa del surriscaldamento globale come unico colpevole del disastro, preferendo guardare a ciò che non si è fatto o che è stato fatto male.A leggere i giornali, si capisce che è in corso una grande rimozione collettiva, volta ad assolvere chi ha governato i territori che sono stati colpiti dal maltempo (che ne poteva sapere che nel nostro Paese ci sono eventi eccezionali che possono stravolgere intere città?) e allo stesso tempo a individuare una responsabile nel presidente del Consiglio, perché circondata da Profeti del negazionismo climatico, quasi che credere nel global warming e agli accordi di Parigi per la riduzione delle emissioni di CO2 possa salvare le vittime di una catastrofe e impedire che quasi 40.000 persone siano sfrattate dalle loro case da un’immensa grande ondata. Massimo Giannini, direttore della Stampa e tifoso della sinistra al di là di qualsiasi buonsenso, si spinge a parlare di «assurdo cortocircuito logico e politico», difendendo il «partito degli ambientalisti del no» e gli «ecologisti estremisti». «Il climate change non è un’invenzione di un manipolo di giovani sciroccati e imbrattatori di monumenti, ma il frutto delle violenze che l’homo economicus infligge alla sua Terra». Così, con un ribaltamento dei ruoli, coloro che fino a ieri si opponevano a interventi fondamentali per la messa in sicurezza dei territori, anche quando questi interventi dovevano essere invasivi, da accusati si fanno accusatori, puntando il dito contro la chiusura di Italia sicura, una delle «poche cose buone lasciate in dote dal governo Renzi», gli stanziamenti di soli sette miliardi per la difesa del suolo, l’iscrizione di soli tre miliardi nel Pnrr. Ma chi ha fatto tutto ciò? Gli stessi che hanno governato l’Emilia-Romagna, i quali da anni si sono autonominati benpensanti o anche parte illuminata del Paese. Sì, dopo aver fatto convegni su convegni sul cambiamento climatico, dopo avere, proprio perché impegnati in pensose discussioni, evitato di fare le opere indispensabili contro le alluvioni, adesso non solo non vogliono rispondere delle proprie decisioni, ma con un’impudenza assoluta e una faccia tosta incredibile, accusano i negazionisti dell’Apocalisse di lavarsi la coscienza. Non una parola è spesa per dire alle anime belle che hanno sbagliato. Non una critica alle chiacchiere senza senso delle Elly Schlein è rivolta negli editoriali dei giornaloni. Non un invito se non a pentirsi, per lo meno a ricredersi è pronunciato dai massimi giannini. In compenso, se la prendono con i «predicozzi» di Nello Musumeci, colpevole di essere un ministro del governo di Giorgia Meloni. Se siamo arrivati a questo punto è perché stampa e potere per anni sono andati a braccetto con la parte più estremista della sinistra, quella che ha fermato tutte le opere pubbliche indispensabili, quella che si opponeva al Mose come si oppone alle casse di espansione, per lasciare che i fiumi e l’acqua scorrano come scorrevano mille anni fa. Peccato che l’acqua prescinda da Elly Schlein e dal cambiamento climatico che fino a ieri portava il leader dei Verdi Angelo Bonelli a mostrare le pietre di un Adige a secco. Sì, l’acqua se ne frega di Schlein e Bonelli e se non costruisci canali che la contengano, si riprende i territori che vuole. Non c’entra il surriscaldamento globale, c’entra la cocciutaggine stupida di chi crede di difendere la Terra preservandola così com’è e non si rende conto che in questo modo la condanna. Continuino pure a considerare colpevole chi governa da sette mesi, mandando assolti coloro che governano da settant’anni, ma nessuna acqua sarà mai in grado di lavare le loro coscienze.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.