2023-04-11
Il gioco di Parigi rischia di renderci i vassalli del totalitarismo cinese
Xi Jinping ed Emmanuel Macron (Ansa)
La «terza via» francese per smarcarsi dagli Usa minaccia la democrazia. L’obiettivo del Dragone è sfilare all’Ue competenze tecnologiche, soprattutto in campo spaziale, per allargare il suo potere a livello globale.Emmanuel Macron si è trovato bene in Cina. Soprattutto ha apprezzato le visite organizzate dal Partito comunista, che gli hanno permesso di fare bagni di folla senza essere preso a colpi di uova. Nessuno a protestare per i tagli al welfare o contro l’innalzamento dell’età pensionistica. Insomma, niente a che vedere con i problemi fastidiosi di una storica democrazia come quella francese, nata dal sangue o meglio dalla ghigliottina. Eppure nonostante l’ovvio, Macron nella sua tre giorni con Xi Jinping ha chiesto a Pechino di accettare il ruolo di mediatore super partes in Ucraina, declassando la situazione bellica da invasione a crisi. Ha poi sottoscritto ben 18 accordi economici con la Cina per sganciarsi - ha detto in una contestata intervista a Politico - dalla dipendenza energetica e tecnologica nei confronti degli Usa. Xi per il momento sull’Ucraina non si è affatto sbilanciato, ma in cambio ha voluto una dichiarazione in calce sui fatti di Taiwan. Macron non se l’è fatto dire due volte e ha spiegato che un eventuale scontro per l’isola contesa non sarebbe un tema per l’Europa. E qui viene il primo punto delicato della questione. Macron a nome di chi parla? È vero, si è fatto accompagnare in questa visita da Ursula von der Leyen, ma il compito del presidente della Commissione è stato più quello dell’utile idiota che di un politico di peso. È, infatti, servita al presidente francese per affermare una volta di più una sorta di neo politica gollista che mira a cercare la terza via per una potenza nucleare a metà strada tra gli Usa e la Cina. Le mosse di Macron omettono però alcuni elementi non secondari. Il mondo non si basa più sulla deterrenza nucleare anche se lo scontro con Vladimir Putin sembrerebbe dire il contrario. Secondo aspetto: perché gli altri Paesi Ue dovrebbero accettare di seguire la linea franco-francese? A differenza del periodo della Merkel, un timone tutto gestito dai francesi lascerebbe ben poco spazio di crescita alle altre nazioni. I tedeschi sono sì pericolosi in politica estera, ma non prosciugano le economie di Paesi alleati. A differenza di quanto il modello francese esercita, per giunta in modo sistematico. Infine, c’è un terzo elemento che Macron sembra voler ignorare pur di garantirsi un beneficio nel breve termine. La Cina non accetterà mai di essere una potenza regionale. Salvo che si consideri locale un potere che va dal Senegal fino a Johannesburg, passando per Kabul fino alle più disperse isole del Pacifico. Il destino di potenza regionale sembra purtroppo ormai toccare al Vecchio continente che al massimo potrà riprendersi il Mediterraneo e se va ben il Sahel. Pechino invece è ben consapevole del proprio ruolo allargato. La diplomazia cinese ha fatto da mediatrice tra Teheran e Riyad ristabilendo le relazioni diplomatiche bilaterali che mancavano dal 2016. Pechino deve in qualche modo assicurarsi la stabilità del corridoio centrale della Belt and road initiative, la Via della seta terrestre, ma manda anche un messaggio agli statunitensi. Il Medioriente era il quadrante in cui Washington aveva avuto, dagli anni Novanta in poi, la primazia indiscussa nella gestione degli equilibri regionali. Attualmente la presenza russa in Siria e i rapporti economici tra Pechino e gli attori geopolitici del Golfo Persico erodono la postura egemonica di Washington. Infine, c’è la trasformazione dell’economia in uno strumento bellico. I rapporti tra Iran e Arabia Saudita sono un elemento dello scacchiere di cui l’Europa in questo momento è vittima. La decisione dell’Opec allargata di tagliare la produzione di petrolio non a caso è arrivata appena dopo l’annuncio cinese di mettere vincoli all’export delle tecnologie dell’elettrico e quello russo di interrompere l’accordo sul grano. Le materie prime usate come arma dall’Est permettono alla Cina di bombardarci con l’inflazione. E se Parigi pensa di salvarsi si sbaglia. Avrà qualche vantaggio dal rapporto con Pechino e si limita ai flussi di fatturati che Edf, piuttosto che Airbus si vedranno garantiti dal mercato cinese. Ma i vantaggi dureranno finché Xi Jinping e la nomenclatura decideranno di succhiare tecnologia dalla Francia. Le attuali minacce contro Taiwan sono vere nel senso che contengono reali messaggi politici. Immaginare che la Cina in questo momento voglia confrontarsi militarmente con l’Occidente è tutt’altra cosa. Gli analisti militari sanno che il Partito comunista cinese si sta preparando a uno scenario di scontro possibile dopo il 2040. I militari del Pcc mirano ad avere la superiorità nel mondo del cyberspazio. Il che significa non solo realtà virtuale, ma anche il dominio dei satelliti della quarta dimensione. In questo momento, come ha dimostrato la guerra in Ucraina, il controllo dei cieli e dello spazio è saldamente in mano agli americani. La Francia a sua volta è l’unica vera potenza spaziale europea, purtroppo a discapito delle nostre aziende. Negli ultimi anni noi italiani abbiamo messo una fetta di tecnologia, Parigi ha messo però la strategia. Esattamente ciò a cui punta Xi Jinping. La cronaca del progetto Gw che implica l’allargamento alle costellazioni suborbitali in chiave anche Starlink è solo uno dei passaggi. Macron, per garantirsi un futuro agiato, sta mettendo in discussione gli equilibri della democrazia. È vero, la cultura woke dei dem Usa è il peggio che ci possa toccare in Occidente e come tale va combattuta. Ma rimanendo dentro un perimetro democratico. Diventare vassalli dei cinesi significa andare oltre e finire in un regno dove il metro di paragone democratico non esisterebbe più. Ecco, in un momento in cui servirebbe una politica estera dell’Ue per cercare una soluzione, i francesi sono più che mai deleteri.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.