2024-10-21
Dama, scacchi, carte. I giochi da tavolo ci mantengono giovani
Non consideriamoli banali intrattenimenti per bimbi: sono passatempi che rafforzano la memoria e ci allenano a concentrarci, a ragionare e a vivere bene in società.Manca qualche settimana a Natale, il periodo che sembra essere l’unico in cui molti adulti si concedono di giocare a un gioco da tavolo, magari per accontentare i bambini che li vogliono coinvolgere. Bisognerebbe, invece, in quanto adulti, riscoprire i giochi da tavolo. Disse George Bernard Shaw: «L’uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare», e molto probabilmente aveva ragione. Come spiega la Treccani, la parola italiana «gioco» deriva dal latino iocus (ossia «scherzo, burla», poi «gioco») e definisce qualsiasi attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive. Le categorie dei giochi sono tante, ci sono i giochi infantili, riservati ai bambini, i giochi all’aperto, con la palla, la corda oppure giochi senza strumenti come il nascondino, i giochi matematici e i giochi enigmistici, i giochi di prestigio, i giochi da tavolo. Quelli del passato, ma anche del presente. Come spiega il bel libro Atlante dei giochi da tavolo di Andrea Davide Cuman e Cristian Confalonieri, appena uscito in libreria per i tipi di Topic, quello attuale è «un momento di grande maturità per il mondo del gioco, e per il mondo del gioco da tavolo in particolare: escono molti titoli, ci sono moltissime idee in giro, e giocare non è più un atto carbonaro da fare di nascosto, ma qualcosa che ha a che fare con l’orgoglio». Orgoglio e benessere psico-fisico, come vedremo. Per giochi da tavolo non si devono intendere soltanto il Gioco dell’oca, il Trivial Pursuit o il Risiko: «Il gioco da tavolo ha origini antichissime: la sua storia è un viaggio affascinante nella storia stessa dei popoli del mondo e delle loro culture. Difficile stabilire quale fosse il primo gioco da tavolo della Storia. Le teorie più diffuse ci portano nell’antico Egitto o in Mesopotamia. Sicuramente il gioco da tavolo moderno ha radici prevalentemente asiatiche, per poi diffondersi in tutto il mondo con l’espansione delle rotte commerciali, attestarsi in Europa durante il Medioevo e trasformarsi in gioco d’azzardo durante il Rinascimento. Ma il gioco da tavolo non è solo un gioco, bensì è un prodotto culturale che riflette le identità dei suoi popoli: in Asia sono nati i giochi di controllo del territorio ed espansione come Go; in Europa, i giochi più famosi si basano sul dominio e sullo scontro, come gli scacchi; infine in Africa troviamo meccaniche basate sulla semina, come il famoso Mancala. Al di là di questa semplificazione, risulta inequivocabile che il gioco da tavolo sia più della “semplice” pratica ludica che abilita, costituendosi a tutti gli effetti un prodotto delle culture dei popoli». In Italia giochiamo sicuramente più a scacchi o a dama, che a Go o Senet. Ogni gioco ha le sue caratteristiche e la sua storia: il Senet nasce nel 3000 a.C. in Egitto e, pensate, è stato anche ritrovato in tante tombe egizie perché simula il viaggio delle anime nell’aldilà. I giochi da tavolo, infatti, sono spesso giochi di ruolo nei quali i giocatori «interpretano» categorie professionali o semplicemente antropologiche all’interno di una simulazione di situazioni del mondo reale o, più in generale, della vita. Per esempio, Monopoly è una simulazione del mercato immobiliare e chi vince è il miglior immobiliarista poiché giunge al monopolio degli immobili localizzati sul tabellone. Diversamente da Go o da Monopoly, giochi come dama e scacchi sono giochi non di ruolo, ma astratti. Astratte sono anche le carte da gioco, che, spiega l’Atlante dei giochi da tavolo, nascono anch’esse in Cina «in concomitanza con l’invenzione della carta e della stampa con blocchi di legno». Poi si diffondono in Europa, acquisiscono la forma francese delle 10 carte più Jack, Queen e King e magari Jolly, di quattro semi, cuori, quadri, fiori e picche, forma ormai canonica del mazzo da 54 (52 senza i jolly) e si usano per bellissimi giochi come il ramino o il poker. Curiosità: le carte in India non sono rettangolari, ma tonde. Diverse dalle francesi non nella forma (che posseggono rettangolare) ma nella dimensione, che è più piccola, sono invece le nostre carte napoletane con cui si gioca a scopa o briscola. Giocando a briscola o a scopa, alcuni giocatori appassionati giunti all’ultima mano sanno dire quali carte avranno in mano gli avversari o l’avversario se si gioca in due. Come noto, ci sono molti metodi di memorizzazione delle carte che toccano il tavolo durante il gioco i quali consentono di sapere esattamente quali siano le ultime nel mazzo e in mano. Ma anche se non si usano tecniche mnemoniche impegnative per arrivare a fine partita con la consapevolezza delle carte restanti (tecniche impegnative che sicuramente esercitano la memoria più che si può), comunque i giochi da tavolo coinvolgono la memoria e la stimolano. Giocare ad un gioco da tavolo, infatti, aumenta la «memoria di lavoro» cioè quella temporanea, attraverso la quale memorizziamo e manipoliamo informazioni che ci servono durante l’esecuzione di quello che stiamo facendo. Si attiva eseguendo una ricetta di cucina e si attiva giocando a scacchi o a qualsiasi altro gioco da tavolo. Questo, oltre a stimolare la memoria, ci permette di allenare la nostra capacità di ragionamento logico e di risoluzione di problemi. Una persona che nella vita già usa con successo il ragionamento logico sarà un’ottima giocatrice, a qualsiasi gioco, e siccome giocare può aumentare queste capacità, all’inverso chi difetta nel ragionamento logico potrebbe iniziare a educarsi alla razionalità e alla calma esistenziale proprio giocando. Coloro che solitamente faticano di più a compiere scelte razionali potrebbero trovare tanto giovamento nello sperimentare giochi che impongono di riflettere bene e con spietata razionalità prima di compiere la propria mossa. Anche chi ha problemi di mantenimento dell’attenzione - sia lievi sia più importanti come il disturbo Adhd ossia la sindrome da deficit di attenzione - giocando può confrontarsi con un’attività nella quale la disattenzione è impedita. Non è un caso che tra tanti modi di dire allocati nel campo del gioco, ci sia «scacchi scuola di vita». Nei giochi da tavolo di strategia bellica, difatti, concentrarsi a valutare le migliori scelte possibili in virtù delle conseguenze e valutare le conseguenze delle scelte degli avversari è fondamentale per restare vivi più a lungo possibile e magari per vincere, proprio come nelle guerre vere e, a ben vedere, nella stessa vita. La bellezza dei giochi da tavolo è che tutti questi insegnamenti «pesanti» avvengono in circostanze invece leggere. Giocare è innanzitutto divertirsi, proprio come fanno i bambini. Dunque, ribadiamo, dovremmo giocare ai giochi da tavolo non «anche se» siamo adulti, ma «proprio perché» siamo adulti e in quanto tali oberati di doveri non sempre divertenti. In una vita spesso difficoltosa, c’è bisogno di concedersi la leggerezza del gioco da tavolo. Giocare è anche giocare con altri: nel gioco ci si confronta col resto delle persone che partecipano assieme a noi secondo regole di buon comportamento, di rispetto dell’altro, con lealtà. Il baro, nel gioco, è condannato. In un mondo reale pieno di persone che non si comportano secondo regole morali accettabili, è positivo far parte, durante una partita, del microcosmo sociale dei giocatori da tavolo dove la disonestà è bandita. Ed è anche positivo stare con gli altri per giocare: pensate che i giochi da tavolo sono un’attività sempre presente nei centri anziani proprio per contrastare la solitudine e stimolare la socialità, la cooperazione, l’altruismo, la tolleranza, l’empatia e in generale il piacere di stare con gli altri. Giocare stimola anche la creatività, altra capacità cognitiva che non sempre gli adulti esercitano, diversamente dai bambini. Oltre a esercitare la memoria e altre capacità cognitive e, in generale, rappresentare una palestra mentale che aumenta la performatività del cervello e lo mantiene giovane, giocare attiva il rilascio di endorfine che alleviano lo stress, rendendoci più forti nel prevenire e contrastare le malattie, e favoriscono il buonumore. Ricordate però: giocare bene fa bene, giocare male fa male. Giocare male vuol dire giocare d’azzardo e diventarne dipendenti. Le persone affette da gioco d’azzardo patologico o disturbo da gioco d’azzardo giocano frequentemente e ripetutamente, spinti da una necessità impellente e incontrollabile, hanno un’ossessiva attrazione e concentrazione su idee e immagini relative al giocare e alle circostanze che si associano all’atto stesso. Questo comportamento arriva a dominare la vita del giocatore e porta al deterioramento dei valori e degli obblighi sociali, lavorativi e familiari. Il giocatore con disturbo da gioco d’azzardo può mettere a repentaglio la propria occupazione, indebitarsi per grosse cifre e mentire o infrangere la legge per ottenere denaro o evitare il pagamento dei debiti. Queste manifestazioni spesso si intensificano nei momenti di maggiore stress. Approfondiamo questo disturbo nel box dedicato, ma diciamo già qui che per contrastare tale fenomeno nella sua complessità e multidimensionalità il Centro Nazionale Dipendenze e Doping promuove il network dei servizi di cura sul territorio e propone interventi di formazione, informazione e sensibilizzazione. Se doveste averne bisogno o conoscete qualcuno che lo ha, il telefono verde nazionale per le problematiche legate al gioco d’azzardo (Tvnga) è il numero 800 558822. Anche la piattaforma web https://usciredalgioco.iss.it/it/uscire-dal-gioco/ è dedicata a chi vuole uscire dalla dipendenza dal gioco d’azzardo patologico.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.