2021-08-28
Si crede il Granduca: Giani vuol chiudere in casa i non vaccinati
Eugenio Giani (Getty images)
Delirio del presidente della Toscana: «Dal 30 settembre, chi non s'è lasciato inoculare non acceda ai luoghi pubblici». Peccato che lui non abbia alcuna autorità per deciderlo«Per coloro che non vogliono fare il vaccino il nostro atteggiamento è di assoluto rispetto fino al 30 settembre… Dopo quella data chi non ha fatto il vaccino sta a casa: queste persone non si provino a venire nei luoghi pubblici perché la loro non vaccinazione per scelta è una cosa inconcepibile nell'economia e nell'interesse di una comunità che vuole superare l'emergenza sanitaria».Così si è espresso ieri il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. Indipendentemente da come uno la pensi, a favore o no dell'obbligo vaccinale, il presidente ha detto qualcosa di falso perché semplicemente non ha i poteri di farlo. Questi poteri, infatti, ce li ha solo il governo nazionale, salvo il vaglio della Corte costituzionale. Ricordiamo l'articolo 32 della Costituzione: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge», dove per legge si intende legge nazionale, non legge regionale. Se non bastasse c'è un altro articolo della Costituzione proprio a riguardo delle divisione delle diverse competenze tra Stato, Regioni e Comuni, il 117, dove si legge che lo Stato ha competenza esclusiva in varie materie tra le quali la «profilassi internazionale» e il Covid ci rientra ovviamente ed esplicitamente in pieno. Se non bastasse, la Corte costituzionale si è espressa varie volte in questo senso e cioè che eventuali deroghe all'articolo 32 possono essere solo assunte in sede nazionale e non locale. Quindi, quello che ha detto il presidente Giani, a meno che non intenda proclamare l'autonomia della Toscana, tornare a battere moneta e ripristinare una forma più aggiornata del graducato di Toscana, non è possibile. Punto. Comunque quello che dice Giani solleva un problema attorno al quale il governo, ormai da tempo, sta facendo dei gran giri di valzer. E cioè l'obbligo vaccinale. Ha aggirato la questione con l'introduzione del green pass, che ha funzionato bene come un orologio lanciato fuori da una finestra del decimo piano e schiantatosi a terra. E la questione è proprio questa: se il governo, il Cts, il ministro della Salute che ultimamente è scomparso anche dai radar di Parco Palomar e compagnia cantante ritengono che il vaccino sia l'unica strada percorribile, perché allora - e conseguentemente - potendolo fare, non emanano una legge sull'obbligo vaccinale? Perché fino in fondo non ci credono neanche loro? Perché temono gli effetti negativi del vaccino che potranno manifestarsi tra un po' di tempo? Perché temono la reazione dei no vax e di altri movimenti simili? Perché aspettano che il primo passo lo faccia qualcun altro, come nel caso del green pass di Emmanuel Macron? Qualsiasi sia la risposta la questione non cambia. Alcune Regioni chiedono l'obbligatorietà del vaccino perché sostengono che altrimenti non ne usciamo, con l'avvento del generale Francesco Paolo Figliuolo si è dimostrato che la campagna vaccinale può essere condotta in modo efficiente, veloce e organizzato. Insomma le condizioni per farlo ci sono. Se ci si crede si faccia, sennò non si continui ad allarmare la gente senza avere gli attributi di prendere una decisione e soprattutto di assumersene le responsabilità. La pandemia ha di mostrato in modo inequivocabile che le competenze tra Stato e Regioni, per quella riforma improvvisata del centrosinistra del 2001 del capitolo V, non funzionano, sono mal delimitate e vanno riviste. Ma, intanto, ci sono cose che possono essere fatte d'autorità da parte del governo. Solo che le voglia fare.Poi c'è un'altra questione. Giani sostiene che chi non sarà vaccinato non potrà presentarsi nei luoghi pubblici, cioè gli sarà negata una delle libertà fondamentali che è quella di movimento. Anche qui, con quale autorità un presidente di Regione può derogare con una legge ai diritti fondamentali scritti nella Costituzione? Chi gliela conferisce tale autorità? Sé stesso? Il Consiglio regionale? La Giunta regionale? Qualche ente superiore di natura spirituale del quale noi meschini non siamo a conoscenza?Nessuna legge, come è noto, può andare contro i diritti, meno che nei casi consentiti, ma anche degli organi ai quali è consentito. La Regione non rientra certamente tra questi enti. O il cerino lo prende in mano il governo o qualcuno prima o poi si ustiona gravemente il dito. E noi, come al solito, le terga.
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