2023-11-12
«Giani ha fatto solo il 33% delle opere anti alluvione»
Eugenio Giani (Imagoeconomica)
Denuncia della Lega. E l’Autorità di bacino sottolinea: «Il governatore ha i poteri speciali per superare ogni impedimento».Che la Toscana governata da Eugenio Giani abbia un problema con i piani di gestione del rischio di alluvione non lo testimonia solo l’ennesima esondazione del torrente Bagnolo a Prato nella notte di venerdì. Lo dicono i dati dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale che aggiorna periodicamente il piano di gestione del rischio alluvioni 2021-2027, approvato nel dicembre di due anni fa. Ma soprattutto a confermarlo è lo stesso segretario generale dell’autorità, Gaia Checcucci, che in un’intervista alla Nazione di pochi giorni fa ha confermato che molti lavori non sono stati fatti in questi anni, perché «tutte le arginature necessarie e alcune casse di espansione a monte dei corsi d’acqua interessati non sono state tutte completate. È un dato di fatto». Nello specifico, la Checcucci ha ricordato anche le responsabilità in capo proprio a Giani, perché «se vi sono ostacoli di enti o altre amministrazioni, i poteri speciali che il presidente […] detiene, anche in deroga», ha detto, «consentono di superare ogni impedimento. Leggo che i consorzi si lamentano delle lungaggini autorizzative. Roma avrà tante responsabilità, qui però il perimetro dal 2014 è circoscritto alla Regione». E anche perché Giani è pure «commissario di governo dal 2014 per l’attuazione delle opere e degli interventi contro il dissesto idrogeologico».Ieri il governatore ha chiesto di estendere lo stato di emergenza anche per Lucca e Massa Carrara. Ha puntato il dito ancora una volta contro il cambiamento climatico ricordando «un livello di precipitazioni» ma così alto «dagli anni Sessanta a oggi». Eppure, la pianificazione contro le alluvioni era stata fatta. È pubblicata in chiaro sul sito Internet del bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale. E come ha ricordato il segretario Checcucci il perimetro è circoscritto alla Regione. Nei documenti di aggiornamento e revisione, quindi, si possono trovare le liste degli interventi ancora da effettuare. Ci sono quelli non ancora partiti, quelli appena programmati, alcuni sono stati completati ma ce ne sono anche altri in stato di abbandono. Secondo la Lega, delle 878 opere idrauliche necessarie per garantire la sicurezza del territorio regionale, solo il 33% sarebbero state realizzate. Si tratta per di più opere di ristrutturazione già costate milioni di euro e ferme ormai da tempo. Per esempio, gli interventi delle casse di espansione sul fiume Bisenzio sono diversi, tutti in programmazione e accompagnati dalla segnalazione di un rischio alto. Lo stesso discorso vale per il Serchio, dove, in base agli aggiornamenti del 2021, si calcolano più di 30 interventi ancora in programmazione valutati ad altissimo rischio. Tra questi in tabella vengono riportati gli interventi di miglioramento delle opere di difesa e di riqualificazione fluviale nel tratto tra Castelnuovo di Garfagnana e il Ponte di Mologno, tra le zone più colpite dall’alluvione della scorsa settimana. Gli esempi sono innumerevoli. E lo stesso discorso vale anche per il fiume Ombrone. Sono poi diversi gli interventi in capo strettamente a Regione Toscana, come «il miglioramento e la manutenzione dei sistemi di monitoraggio in tempo reale e previsione delle piene». E ci sono anche «le attività di sviluppo, potenziamento e manutenzione dei sistemi di monitoraggio strumentale e dei sistemi di trasmissione dati a supporto delle attività di previsione e allerta». Secondo il deputato toscano della Lega Andrea Barabotti, le parole della Checcucci sono inequivocabili. «Le responsabilità politiche sono chiare e appartengono al Pd. Negli anni sono stati del tutto inconcludenti […] Checcucci evidenzia dati significativi e gravissimi. Delle 878 opere idrauliche necessarie per garantire la sicurezza del territorio regionale, solo il 33% sono state realizzate. E in termini di copertura finanziaria, solo il 7% non disponeva delle risorse necessarie». Secondo Barabotti, «chi è quindi il colpevole? […]La colpa è del Pd e del suo presidente di Regione, a cui la legge dal 2014 affida il compito di commissario straordinario per la realizzazione di queste opere. In un Paese normale domani si dimetterebbero tutti».
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.