2024-01-19
La gestione dell’emergenza finisce sotto processo alla Corte dei diritti umani
Mentre in Italia fioccano archiviazioni, la Cedu accoglie il ricorso dei familiari di chi perse la vita in Lombardia. «Continueremo a lottare per dare giustizia ai nostri cari».Respinti in Italia, i parenti delle vittime del Covid potrebbero avere giustizia in Europa. La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha ritenuto ammissibile il ricorso presentato dall’associazione #SereniSempreUniti, che rappresenta una quarantina di familiari, in gran parte di Bergamo e Brescia. Il ricorso «sarà portato all’esame della Corte prima possibile, sulla base dei documenti e delle informazioni fornite», ha annunciato la cancelleria dell’organo giurisdizionale internazionale. Sarà l’occasione per vedere se la gestione della pandemia cinese da parte delle autorità italiane, compreso il famoso Cts che consigliava l’allora ministro Roberto Speranza, ha violato i diritti dei cittadini, tra diritti all’assistenza, cure più o meno obbligatorie e famigerato green pass. Quello di mercoledì sera è un primo passo, di natura procedurale e non di merito, verso una possibile indagine della magistratura europea sull’Italia al tempo del Covid-19. Non tutto è andato bene, come è noto, specie per l’elevata mortalità nella prima fase, e ora si tratterà di capire se gli errori e le carenze organizzative siano tutte giustificabili in nome dell’emergenza e dello stato di necessità. Il direttivo di #SereniSempreUniti porta a casa un primo risultato, dopo la batosta estiva del Tribunale dei ministri di Brescia: «Siamo sempre stati convinti della fondatezza del ricorso viste le responsabilità portate alla luce dal lavoro della Procura di Bergamo. Nonostante i tribunali abbiano continuato ad archiviare le posizioni di politici e tecnici, noi continuiamo a lottare per restituire dignità e giustizia ai nostri cari». Insomma, per i parenti, «la strage italiana non può essere archiviata come una fatalità o giustificata come un evento straordinario». Istituita nel 1959, la Corte di Strasburgo è formata da 47 giuristi (il medesimo numero degli Stati che hanno aderito all’apposita Convenzione) eletti dal Consiglio d’Europa per sei anni e secondo criteri di massima competenza e indipendenza. Ora il ricorso dei cittadini italiani verrà approfondito dalla Cedu, e questa è una prima vittoria visto che in Italia Pd e M5s ritengono che chiunque contesti la gestione della pandemia sia poco più che un terrapiattista, anche se ha perso i genitori e non li ha potuti seppellire degnamente. Il ricorso è stato presentato nei mesi scorsi da un team di legali che da quasi quattro anni segue i familiari sia penalmente sia civilmente ed è composto da Consuelo Locati, Luca Berni, Giovanni Benedetto, Piero Pasini, Alessandro Pedone, Giulio Lana e Alessio Sangiorgi. I legali hanno esaminato migliaia di documenti e decine di testimonianze, ravvisando gli estremi per contestare una violazione dei diritti dell’uomo. L’iter presso la Cedu avrà riflessi anche sulla politica italiana e sull’attività del governo attuale, anche per la preparazione di nuovi piani pandemici e il funzionamento del ministero della Salute, dove Orazio Schillaci si è mosso finora all’insegna della massima prudenza di sistema. A ottobre del 2022, nel suo discorso alla Camera per la fiducia, Giorgia Meloni non fece giri di parole e, dopo aver ricordato i 177.000 morti italiani, ricordò: «Siamo per ora usciti dall’emergenza solo per merito del personale sanitario a cui va la nostra gratitudine. Grazie anche ai lavoratori dei servizi essenziali che non si sono mai fermati e del terzo settore». Per poi aggiungere: «Dobbiamo imparare dal passato. Abbiamo applicato le misure più restrittive di tutto l’Occidente, ma qualcosa non ha funzionato visto l’alto tasso di mortalità e di contagio e dunque non replicheremo quel modello. Occorrerà fare chiarezza, lo si deve a chi ha perso la vita e chi non si è risparmiato in corsia mentre qualcun altro faceva affari con mascherine e respiratori».Il «fare chiarezza» passa anche per il Parlamento. Due giorni fa, tra le polemiche per un voto ripetuto due volte, la commissione Affari sociali della Camera ha approvato a maggioranza l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid. Commissione alla quale continuano a opporsi strenuamente le opposizioni, che temono sia l’occasione per una resa dei conti politica, ma anche per inchiodare alle proprie responsabilità Speranza, Giuseppe Conte e una serie di virostar che li consigliavano. Talvolta anche malamente, come nel caso della famosa «tachipirina e vigile attesa», delle mancate cure domiciliari, o della vaccinazione di massa dei bambini.Il ricorso alla Cedu arriva dopo che a fine luglio il Tribunale dei ministri di Brescia ha archiviato tutti gli indagati dalla Procura di Bergamo per i reati di epidemia colposa omissiva e omicidio colposo plurimo. L’avvocato Locati, all’epoca, parlò di «una decisione che sa di politica». A volte tocca espatriare non solo per curarsi.