2023-09-25
Genova torna capitale mondiale della nautica
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Ufficio stampa Salone Nautico di Genova
Si chiude domani la 63ª edizione del Salone nautico di Genova. Il presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi: «Siamo primi al mondo con una filiera che dà lavoro a 200.000 persone. Un record di export pari all’88%, abbiamo superato l’Olanda e siamo davanti a Francia, Germania e Stati Uniti. Siamo primi produttori al mondo di barche sopra i 24 metri di lunghezza».
Si chiude domani la 63ª edizione del Salone nautico di Genova. Il presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi: «Siamo primi al mondo con una filiera che dà lavoro a 200.000 persone. Un record di export pari all’88%, abbiamo superato l’Olanda e siamo davanti a Francia, Germania e Stati Uniti. Siamo primi produttori al mondo di barche sopra i 24 metri di lunghezza».Possiamo farcela ad avere entro il prossimo anno il salone nautico più bello del mondo. Anzi, forse quello di Genova già lo è. Anche se, per ora, ancora non abbiamo gli spazi degli americani. Se le operazioni di ampliamento dell’esposizione previste entro il 2024 saranno concluse, più posti barca in acqua (già quest’anno +143 nei nuovi canali di Levante disegnati da Renzo Piano), e più spazi al chiuso faranno la differenza e, almeno per l’Europa, saremo noi italiani, con Genova, a dominare i saloni nautici. Come ha detto Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica, salutando il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenuta all’evento, «Siamo primi al mondo con una filiera che dà lavoro a 200.000 persone. Un record di export pari all’88%, abbiamo superato l’Olanda, siamo primi al mondo davanti a Francia, Germania e Stati Uniti. Siamo primi produttori al mondo di barche sopra i 24 metri di lunghezza, primi nelle unità pneumatiche oltre i 10 metri e primi negli accessori. Abbiamo superato i 7,33 miliardi di fatturato, record storico, e stabilito un ulteriore primato per le esportazioni mondiali nel settore. E questo grazie ai nostri imprenditori, ai nostri manager, ai nostri designer e nostri architetti. Ma vorrei ricordare anche i nostri artigiani che curano i dettagli e su questo bisogna lavorare investendo di più in formazione».Ma se nelle categorie di barche più grandi la posizione italiana è consolidata, ed anche se in vendita ci sono prodotti di ogni dimensione e prezzo, «il sentiment» tra i visitatori che puntano alla barca di primo accesso è quello di sentirsi ancora un po’ appesantiti da regole farraginose e disordine normativo, con adempimenti differenti tra mare e laghi, con regioni che applicano regole differenti tra loro e una cronica carenza di posti barca. Non si pretende (un sogno), di imitare la Francia, dove le piccole imbarcazioni a vela non pagano l’ormeggio, ma servono certamente investimenti per rendere la caccia al posto barca meno impegnativa e onerosa. Restano comunque aperte, molte questioni annunciate al governo nella primavera scorsa, quando lo stesso Cecchi aveva chiesto al viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi l’attuazione di differenti politiche a sostegno del turismo nautico, sul regolamento di attuazione al Codice della nautica e riguardo il nuovo titolo professionale del diporto. Politiche a parte, a Genova tra piccole barche completamente trasparenti, timonerie elettroniche che fanno dimenticare i problemi tipici degli impianti idraulici, come peso e perdite di fluido - perché tra fuoribordo e scafo c’è soltanto un cavo elettrico – tra motori elettrici e ibridi, sui moli e nei padiglioni abbiamo visto avanzare, almeno sulle per le barche di medie dimensioni, i propulsori diesel-elettrici ma anche soluzioni a idrogeno che nella scorsa edizione apparivano ancora in veste un po’ troppo sperimentale. Sul piano dell’idrodinamica i grandi protagonisti sono i «foil» ovvero i profili alari in grado di sollevare le chiglie dall’acqua già a velocità relativamente basse, riducendo la resistenza e aumentando la velocità, quindi rendendo più efficienti le imbarcazioni. Li troviamo ormai sulle tavole a vela come sui motoscafi d’altura e la grande sfida in questo caso sta nel realizzare il profilo giusto per ogni tipo di applicazione, in modo da ottenere il risultato voluto senza tuttavia ridurre la manovrabilità delle barche né limitare troppo l’utilizzo aumentando il pescaggio. Insomma, la migliore ricaduta dalle competizioni all’uso sportivo che cambia per sempre la nautica a vela come quella a motore. Ma l’evoluzione è soprattutto nei materiali, con molta attenzione alle emissioni nell’intero ciclo vita dei prodotti, fino agli scafi interamente riciclabili, a partire dalla progettazione integrata che vede, per esempio, la presenza di scalette e altre dotazioni essere ormai perfettamente incluse nelle forme anche più classiche dei gommoni con scafo rigido, altro settore, quello delle barche pneumatiche, in grande ascesa e in evoluzione verso dimensioni sempre maggiori. Non ci sono più tabù in fatto di proposte e anche forme classiche come quella del gozzo, simbolo della barca per la pesca in mare e del piccolo entrobordo, riappaiono in variante fuoribordo con spaziosi pozzetti (la zona posteriore) che si possono riconfigurare rapidamente per rendere confortevole un pranzo a bordo in compagnia degli amici come per una battuta di traina. In tema di ecologia, ormai i motori piccoli e quelli grandi hanno emissioni chimiche ridottissime mentre quelle acustiche sono ormai minime: anche da poca distanza il funzionamento di motori decisamente potenti, da 350 a 400 cavalli, si percepisce soltanto ai regimi più elevati ma sempre con una timbrica che si sta concentrando su toni medi, eliminando quindi la sensazione di affaticamento o fastidio che era propria delle frequenze udibili più basse e più acute se ascoltate per lungo tempo, come durante una attraversata. In questa tecnologia molto si deve anche ai nuovi profili a corda ampia usati per le eliche, campo nel quale, almeno per imbarcazioni di medie e grandi dimensioni, assistiamo a una nuova tendenza: la possibilità, in caso di danneggiamento, di sostituire soltanto le pale non facilmente riparabili (o non convenientemente) intervenendo per via subacquea senza più dover cambiare l’intera elica, similmente a quanto avviene sugli aeroplani. Sul fronte dell’elettronica di navigazione e di gestione delle barche è un proliferare di applicazioni per rendere i sistemi di navigazione installati a bordo sempre connessi con lo smartphone del comandante o dell’armatore, che molto rapidamente può controllare a distanza anche il livello di carburante e le riserve di acqua dolce a bordo qualora presenti, oltre ovviamente alle condizioni meteorologiche alla gestione di posti barca nei porti di tutto il mondo, minimizzando quindi i viaggi «di servizio» al porto. Volendo trovare un filo conduttore del 63° Salone Nautico di Genova, al tema del «green» contribuiscono tutti i segmenti di mercato e ogni tipo di accessorio, dimostrando che, in fatto di ecologia, tutto il settore nautico migliora in modo organico. Come dicono i numeri: quest’anno sono state esposte oltre 1.000 barche dai 2 ai 41 metri di lunghezza delle quali 183 erano alla loro prima apparizione a Genova, e hanno partecipato all’evento 1.043 aziende (+4,5% in più sul 2022). Quanto ai visitatori, la chiusura di domani tirerà le somme, ma passeggiando tra i padiglioni certamente sarà superata la cifra di 103.000 dello scorso anno.
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)