2023-11-01
«Possibili correttivi al taglio sui sanitari»
Il sottosegretario all’Economia Federico Freni (Imagoeconomica)
Il sottosegretario all’Economia Federico Freni: «A saldi invariati non escludo cambiamenti per i medici. Abbiamo ridotto cuneo e Irpef, le partite Iva ora possono rateizzare l’acconto di novembre. Nessun disimpegno sui disabili. Superbonus e interessi costano più della manovra».Sgomberiamo il campo da equivoci, il patto di maggioranza sugli emendamenti alla manovra ha retto ma già ci sono le prime dichiarazioni su possibili modifiche alle Camere. Cosa dobbiamo aspettarci? «Sono ottimista sul fatto che tutte le forze politiche dimostreranno grande senso di responsabilità nel passaggio parlamentare. Non mi aspetto sabotaggi o assalti alla diligenza, tutt’altro: il governo terrà conto del dibattito parlamentare e delle considerazioni che arriveranno da tutti i gruppi».Il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha sempre fatto professione di realismo. Sin dai primi tavoli sulla legge di bilancio ha parlato di manovra improntata alla responsabilità, rispetto alla quale ogni partito avrebbe ridotto le pretese, avanzando però i primi passi verso quelle riforme di legislatura, fisco in primis, che poi sono il cuore del programma di governo. A manovra bollinata, fa il punto con la Verità. Iniziamo dalle beghe, sottosegretario, i medici si dicono pronti a scioperare? Cosa rispondete? «L’intervento previsto serviva a ristabilire un po’ di equilibrio tra i vari settori che presentavano, sulla base di una tabella del 1965, delle differenze significative nel rendimento sui versamenti dell’ultimo anno. Capisco lo stato d’animo dei medici e non mi sento di escludere, a saldi invariati, eventuali correttivi».I critici dicono che è una manovra troppo supina all’Ue, ma sono gli stessi del «ce lo chiede l’Europa». «Credo che più che dibattersi tra “ce lo chiede o non ce lo chiede l’Europa”, l’Italia dovrebbe puntare, come Matteo Salvini ricorda da tempo, a riacquistare un ruolo di protagonista attivo all’interno dell’Europa, ruolo che le spetta di diritto come paese fondatore. Utilizzare due pesi e due misure a seconda delle convenienze elettorali del momento credo non faccia bene al Paese. Mi preme aggiungere che una gestione dei conti pubblici seria e responsabile dovrebbe essere una priorità di ogni governo, perché ne va del futuro del Paese e dei nostri figli».Pesano di più gli input di Bruxelles o le eredità dei precedenti governi con la zavorra del superbonus? «Quest’anno l’eredità in termini di costi è stata pesante, riducendo significativamente le risorse a disposizione e limitando gli interventi del governo. Un numero per tutti: il costo per il Superbonus, 20 miliardi, e per la spesa per interessi sul debito, 13 miliardi, sommati sono superiori alle spese della manovra».Vero che di risorse ce ne sono poche ma alcuni provvedimenti, per esempio l’aliquota al 26% sugli affitti, non portano grandi incassi, perché aumentare le tasse sulla casa? «Chiariamo subito l’equivoco. L’aliquota del 26% si applicherà solo per le abitazioni date in affitto per periodi brevi e solo quando tali abitazioni siano le seconde case in affitto. Ho trovato quindi surreali le accuse di un accanimento nei confronti della casa, un bene sacro per tutti, un bene che intendiamo tutelare, come abbiamo sempre fatto, nel solco dei valori del centrodestra».Ci spiega il caso del pignoramento sprint: difendete la ratio della norma - l’agenzia delle Entrate che può bloccare più celermente i conti degli evasori - o è stato giusto cancellarla? È stato venduto come lo Stato che mette le mani nei conti, ma non era cosi. «Ma figuriamoci, nessuno metterà le mani nei conti degli italiani. Patrimoniali e prelievi forzosi li lasciamo volentieri ad altri. La norma contenuta nella legge di bilancio serve solamente a rendere più efficiente e veloce una procedura che esiste già per combattere l’evasione fiscale».Ci spiega come? «Molto semplicemente: il fisco potrà avvalersi di strumenti informatici, come le banche dati, per il recupero delle somme dovute allo Stato. Ma la procedura da seguire resta la stessa: chi paga le tasse può stare tranquillo».Ci aiuta a chiarire l’articolo 40: l’opposizione dice che sono stati tagliati più di 400 milioni ai disabili, il ministro Locatelli nega. Ci spiega? «Resterei fedele a quanto scritto nella legge di bilancio, dove si prevede l’istituzione di un fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità che nel 2024 potrà contare su 230 milioni, che aumenteranno di 85 ogni anno a partire dal 2026. I numeri parlano chiaro: nessun disimpegno, semmai una programmazione che tiene conto dei bisogni delle persone più fragili. L’impegno profuso dalla ministra Locatelli è encomiabile e sostenuto da tutto il governo».Incomprensioni anche sul taglio da 600 milioni agli enti locali? «La revisione della spesa si inserisce in un disegno complessivo: siamo tutti chiamati a un atto di responsabilità in un momento complesso per la nostra economia, dove la disponibilità di risorse è limitata. Non interveniamo di certo con l’accetta. La rimodulazione della spesa per i Comuni, ad esempio, riguarderà l’1% di quella corrente. Il sostegno ai territori resta prioritario».Capitolo fiscale: il più ricco. C’è un assaggio della rivoluzione delle tasse promessa dal centrodestra. Quale norma segna il passo della svolta? «La parte del leone la fa certamente la riduzione del cuneo, che con coraggio abbiamo prorogato per il 2024. Nel 2024 si avrà un primo assaggio della riforma fiscale con l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef, che porterà un beneficio per i redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro. Poi tengo particolarmente alla possibilità per le partite Iva di rateizzare il maxi-acconto di novembre: una bandiera storica della Lega portata avanti con coraggio e determinazione dai nostri deputati in commissione finanze. Un segnale importante per dare respiro fiscale ai lavoratori autonomi e professionisti».Un’ultima sull’aumento dell’Iva sui prodotti per l’infanzia, era necessario? «Purtroppo il beneficio dell’aliquota ridotta sui prodotti per l’infanzia è stato annullato dalle dinamiche del mercato, che ha alzato i prezzi oltre le aspettative. Se avessimo ripetuto lo stesso schema avremmo buttato soldi. Abbiamo deciso di concentrare le risorse su misure concrete per le famiglie, soprattutto numerose: il potenziamento del bonus per gli asili nido e la decontribuzione per le lavoratrici».