2018-11-28
Freccero torna a Rai 2. Resta in ballo il vice di Foa che criticò Mattarella
La direzione di Rai 1 a Teresa De Santis, ex del «Manifesto» ora in quota Lega. Congelato il numero 2 di viale Mazzini: Giampaolo Rossi ha posizioni scomode sul Colle...Carlo Freccero torna sul luogo dell'editto. Non male come messaggio di cambiamento della nuova Rai. Spostare nello scaffale dell'acqua passata il famigerato diktat bulgaro è un discreto cambio di passo. Un altro segnale di novità sembra essere anche la nomina alla direzione di Rai 1 di Teresa De Santis, considerata in quota Lega, ma nata al Manifesto. È la prima volta che una donna s'installa sul ponte di comando della rete ammiraglia. De Santis proviene da Televideo dov'era stata spostata dopo la vicedirezione con Fabrizio Del Noce. Confermato al vertice di Rai 3 Stefano Coletta, succeduto un anno e mezzo fa a Daria Bignardi. Rai Parlamento è stata invece affidata ad Antonio Preziosi che lascia l'ufficio di corrispondenza di Bruxelles. Auro Bulbarelli, volto storico del ciclismo, dirigerà Raisport. Quelle approvate ieri dal consiglio d'amministrazione presieduto da Marcello Foa su proposta dell'amministratore delegato Fabrizio Salini sono tutte nomine interne, approvate a larga maggioranza. «Si tratta ancora una volta di scelte tese alla valorizzazione di eccellenti professionisti con una lunga storia aziendale», ha commentato l'amministratore delegato Fabrizio Salini, «con le quali rafforzare la leadership televisiva del servizio pubblico e renderla ancor più autorevole ed universale».Dopo l'infornata dei direttori delle testate giornalistiche di qualche settimana fa, Salini e il presidente Marcello Foa hanno a disposizione la squadra con la quale riportare la Rai a essere il «principale motore dell'industria culturale audiovisiva e digitale italiana», promuovendo, come auspicato dall'amministratore delegato, la creazione di «contenuti idonei al mondo digitale e con modalità di fruizione universali» per provare a competere con Netflix e le principali piattaforme internazionali.Se questo è l'ambizioso traguardo della nuova dirigenza, i primi passi confermano l'impegno di prendere le distanze dai palazzi della politica. Diversamente dall'epoca renziana, in questi mesi nessun portavoce del premier o commissario vigilante con il suo diuturno interventismo ha alzato il disco verde o rosso davanti a direttori, giornalisti e conduttori a seconda che siano allineati o meno. Al contrario, la lista dei professionisti epurati dall'ultima stagione della Rai diretta da Mario Orfeo documenta un editto più scientifico e progressivo di quello, impulsivo e naif, promulgato il 18 aprile 2002 in quel di Sofia.Alle dimissioni venute dopo la denuncia di Silvio Berlusconi di «un uso criminoso della tv pubblica» fatto da Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi, questi ultimi volti di Rai 2, per Freccero seguirono anni di purgatorio, fino al parziale rilancio con Rai 4, fondata nel 2008. Poco per il suo talento. Stavolta sperava d'insediarsi a Rai 1. In realtà, è meglio così. Alla sua irrequietezza si adatta maggiormente una rete dal palinsesto elastico e rivolto a un pubblico più intraprendente e dinamico. Rai 1 è sì il canale più rappresentativo, ma anche quello più tradizionale, che ospita il manierismo di Fabio Fazio e che tutti gli anni confeziona il Festival di Sanremo. Una rete nella quale i cambiamenti vanno fatti con il bilancino del farmacista.Il ritorno in campo di Freccero è una scelta annunciata da tempo da Salini e sottoscritta dal presidente Foa. Nei confronti del quale, in piena crisi per la bocciatura della commissione di Vigilanza, Freccero vergò sulla testata digitale L'antidiplomatico un inatteso endorsement: «Foa fa parte di un piccolo gruppo di opinion leader, blogger, giornalisti e pensatori che presentano su Internet l'altra faccia della medaglia... In questa avanguardia, è rappresentato tutto lo spazio della politica, dall'estrema sinistra all'estrema destra ed il collante non è l'ideologia, ma la ricerca del vero. In questo contesto Foa è un precursore, ma in senso inverso. Sarebbe un presidente Rai fuori dal frame. Che, dal mio punto di vista, è il maggior complimento che gli si potrebbe fare». Tuttavia, la nomina di Foa non è ancora definitivamente passata in giudicato. Ieri si sarebbe dovuto scegliere un vicepresidente, designato nella persona di Giampaolo Rossi, che avrebbe dovuto garantire la continuità dei lavori in caso di accettazione del ricorso al Tar presentato dalla consigliera Rita Borioni, del Partito democratico. Ma la decisione è stata aggiornata, forse perché il profilo di Rossi, autore di attacchi sui social network nei confronti del presidente Sergio Mattarella, non convince appieno. Si vedrà nelle prossime sedute.Intanto, in ottemperanza alla legge che impedisce alle aziende statali o partecipate dallo Stato di assumere chi è in quiescenza, Freccero inizierà a lavorare a titolo gratuito. È un altro piccolo indizio di cambiamento. Come lo è il benvenuto che il direttore uscente, Andrea Fabiano, gli ha riservato dopo aver ringraziato «la grande squadra di Rai 2», twittando un emblematico «Bentornato a casa al Maestro Carlo Freccero!».Ci sarà sicuramente da divertirsi con questa direzione bis. Vent'anni fa, insieme a Santoro e Luttazzi in quella rete c'erano Piero Chiambretti, Corrado, Sabina e Caterina Guzzanti, Serena Dandini e un Fazio non ancora gran cerimoniere del politicamente corretto. Vedremo che cosa inventerà stavolta Freccero.Una cosa è certa: più dirigenti e direttori sono autorevoli, più sono in grado di difendere la loro autonomia.