2024-10-20
«Un abito di sartoria vale per tutta la vita e fa pure risparmiare»
Massimo Pasinato. Nel riquadro, il direttore di Arbiter Franz Botré
Il direttore della rivista «Arbiter» Franz Botré: «Il fatto a mano su misura è l’antidoto all’omologazione. E noi gli dedichiamo un trofeo».Il vincitore di Milano su Misura-Trofeo Arbiter, giunto alla quarta edizione (la prima a livello internazionale) è il vicentino Massimo Pasinato. Primo posto quindi per l’Italia che si aggiudica il prestigioso premio con uno spezzato tre pezzi ispirato allo stile preppy e nautico anni Venti, con giacca blu gessata monopetto due bottoni abbinata a un gilet doppiopetto otto bottoni e a un pantalone con risvolto entrambi bianchi, tutto in tessuto in lana Australis Super 170’s di Loro Piana. «Una bella differenza dal classicissimo abito da cocktail inglese: pantaloni beige, giacca blu, camicia a righe, cravatta a pois, pochette fiorata», spiega un super esperto come Franz Botré, direttore di Arbiter, rivista culto punto di aggregazione su cui si fonda e si costruisce il futuro del fatto a mano su misura in Italia. «Parliamo di principi e di valori come l’arte del sapere, del fare, di saper fare e di far sapere». Istituito nel 1952, il Trofeo Arbiter è il più antico e prestigioso concorso di eleganza maschile, riservato ai migliori artisti-artigiani italiani della sartoria. In quegli anni non era ancora diffusa la «confezione» e lo stile maschile si esprimeva esclusivamente attraverso i codici della sartorialità. Dopo un lungo periodo di sospensione, il Trofeo Arbiter è ritornato in vita nel 2020 grazie alla volontà di Franz Botré di restituire dignità e valore al settore. Due giorni (18 e 19 ottobre) particolarmente impegnativi. Quali sono state le novità di questa edizione? «Abbiamo coinvolto 19 sarti da tutto il mondo: Pakistan, Turchia, Grecia, Londra; arrivano da Abu Dhabi, Xi’An, Seul, Bangkok, Parigi, Karachi, Napoli, Roma. Il Trofeo è diventato sempre più internazionale: la sartoria italiana si misura con quella mondiale. Nuova formula, nuovi protagonisti, nuovi criteri di valutazione e di presentazione degli abiti creati per l’evento. Il Trofeo Arbiter si rinnova pur restando fedele alla sua storia». Una storia iniziata, come detto, negli anni Cinquanta. «Nacque a Sanremo e si chiamava Festival della Moda Maschile, il Festival di Sanremo della Canzone italiana arrivò dopo. I primi indossatori maschili sono nati qui. Era la festa del su misura. Tutto era curato molto bene da Zegna che però, intorno al 1968, mollò e Sanremo non organizzò più nulla. Nel 2010 ho ripreso la testata Arbiter e ho iniziato a ripensare al Trofeo. In primis, sono tornato a Sanremo cercando di coinvolgere tutte le parti politiche organizzative, ma mi hanno chiuso la porta in faccia. Se a Sanremo non capiscono l’importanza di rifare questo evento ho iniziato subito a guardare a Milano chiamandolo Milano su Misura- Trofeo Arbiter». Valore aggiunto da quando è ripartito il Trofeo? «Assegno sempre un tema. Questa volta ne ho scelto uno molto italiano, molto milanese: aperitivo a Milano. E cioè l’abito da studiare per interpretare il concetto del “cocktail attire”. Un modo di dire che viene scritto in tutti gli inviti che arrivano, quindi ho scelto di andare sulla sartoria e non sulla moda. Per questo non abbiamo fatto una sfilata classica come avviene per gli stilisti e i loro brand ma l’abbiamo organizzata tra i tavoli di una lounge. Alessandro Iacobucci, bar manager al Mio Lab del Park Hyatt Milano, ha svelato l’esclusivo signature cocktail ideato per l’occasione: un equilibrio di sapori e aromi che rispecchia i valori della grande tradizione sartoriale, italiana e internazionale». Chi giudica gli abiti dei sarti? «Gli abiti in concorso vengono esaminati da tre giurie: la Giuria tecnica, composta da quattro esperti del settore e sei maestri sarti (Gaetano Aloisio, Carlo Andreacchio, Lorenzo Cifonelli, Antonio Liverano, Nelly Marika e Franco Puppato); la Giuria stile, composta da appassionati e clienti affezionati del su misura; la Giuria università, composta da studenti di SDA Bocconi che per la prima volta ha assegnato un premio speciale». Non solo sarti, ma 48 ore di programmazione coinvolgente. «Palazzo Clerici è stato il luogo ideale di Milano su Misura - Trofeo Arbiter 2024. Nelle Gallerie dei Quadri e degli Stucchi sono state sistemate le creazioni dei sarti in concorso, oltre ai capi più iconici dei sei maestri sarti in giuria. Nella Sala degli Specchi si è tenuta la Masterclass tessuti a cura di Loro Piana. Durante tutte e due le giornate si sono potute ammirare anche le creazioni e i prodotti artigianali della storica Stivaleria Savoia di Milano. La Galleria del Tiepolo ha fatto da cornice al convegno «Una vita su Misura. Pensare. Scegliere. Vivere. Tra regole, tradizione e trasgressione, come realizzare in tutti gli aspetti una vita su misura». Si è parlato di Petronio Nigro, arbiter elegantiarum all’epoca di Nerone, il senatore più elegante con una tunica. Bmw ha trattato dell’auto su misura; Mediolanum del servizio della banca su misura». Con la vita frenetica, parlare di su misura non è anacronistico? «Per l’uomo non è così. Mai come oggi, e lo vedo nei miei lettori e nei giovani, non vogliono essere omologati né superficiali nelle loro scelte. Comperare abiti di marchi più prestigiosi significa anche un costo importante, mentre se con cultura e preparazione si va dal sarto, si acquista la stoffa e si ha un capo su misura, personale, con gli interni e il taglio a piacimento e costa la metà. Chi non ha tempo né cultura si affida allo stilista, è un diverso approccio alla vita». Ne risente in meglio anche l’ambiente... «Certo: meno ma meglio. La moda consuma a grande velocità, si acquistano capi che si indossano tre volte e poi si buttano. Invece, abiti di sartoria si mettono tutta la vita. Il tessuto è sostenibile così come il lavoro del sarto. Con i miei ritagli ci faccio pure le cravatte, del mio taglio, 3,50 metri per fare un abito, non butto nulla e ho cose da trent’anni. È un approccio che va verso una attenzione al consumo, agli sprechi, alla sostenibilità. La differenza la fa la cultura soppiantata da un consumismo esagerato e dalle mode. Dal sarto, però, devi saperti fare il tuo stile».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.