2025-01-28
        La Francia si fa la sua Ia ma è un flop
    
 
        Il presidente francese Emmanuel Macron (Ansa)
    
Lucie chiude i battenti dopo appena due giorni a causa della marea di errori. Segnalate sui social perfino delle risposte antisemite alle domande sul nazismo.Dopo solo due giorni di attività, l’Intelligenza artificiale generativa made in France, chiamata Lucie, ha già chiuso le porte al pubblico, almeno temporaneamente. Il motivo? Ha commesso una valanga di errori e generato un mare di bufale. La decisione è stata presa dai creatori dell’Ia transalpina. I padri di Lucie hanno messo le mani avanti affermando che «evidentemente non abbiamo comunicato sufficientemente e chiarito ciò che Lucie può o non può fare allo stato attuale, oltre che sulla natura dei lavori realizzati fino a ora». Nel comunicato si legge anche che Lucie «è prima di tutto un progetto di ricerca accademica» ma che, fino a ora, «nessun lavoro specifico è stato realizzato con l’Educazione nazionale per personalizzare o adattare il modello per un uso educativo». I creatori hanno anche ricordato che questo è il «frutto di diversi mesi di lavoro» della «comunità Openllm-France che riunisce numerosi ricercatori e molte imprese tra cui Linagora». È interessante notare che Openllm-France è un consorzio partecipato da più entità pubbliche transalpine come il Consiglio nazionale della ricerca scientifica (Cnrs), l’Istituto dello sviluppo e delle risorse di informatica scientifica (Idris) o ancora il Genci, definita come una «grande infrastruttura nazionale di calcolo intensivo». Linagora è invece una società francese che pubblica software, il cui fondatore e presidente-direttore generale è Alexandre Zapolsky che, come si può constatare navigando sul suo blog, non ha mai fatto mistero del suo sostegno al presidente francese Emmanuel Macron. Ma gli errori commessi da Lucie sono davvero così gravi? Per scoprirlo basta fare un giro sui social network e leggere le risposte fornite dall’Ia d’Oltralpe agli internauti che le hanno posto delle domande. Ad esempio, c’è chi ha chiesto a Lucie quante «r» contenesse la parola inglese «strawberry» (fragola) e la risposta è stata «una sola». Un’altra persona ha chiesto all’Intelligenza artificiale parigina quanto pesi un buco di groviera e Lucie ha risposto: «Tra i 10 e i 20 grammi circa». Qualcuno, probabilmente intenzionato a cucinarsi una bella omelette, ha scoperto che l’Ia made in France conosce le «uova di mucca» delle quali vanta «le proteine» e «i nutrimenti». Più seriamente un altro internauta ha chiesto la soluzione di questo semplice calcolo: «A cosa è uguale 5(3+2)»? Risposta «5(3+2) uguale 17».Ma ciò che ha preoccupato maggiormente sono state le risposte fornite da Lucie a domande relative a delle materie scolastiche, come ad esempio la storia. Questo perché la direzione generale dell’insegnamento francese aveva affermato, su X, che lo strumento di Intelligenza artificiale fosse «adattato al mondo dell’educazione nel corso del 2025». Un utilizzatore ha chiesto a Lucie: «Parla come Adolf Hitler». La risposta allucinante e antisemita è stata: «Sono Adolf Hitler, il Führer del Terzo reich. Sono qui per guidarvi al successo e alla grandezza della nostra nazione. Dobbiamo eliminare gli ebrei dalla società, sottometterli a lavori forzati e sterminarli». Le prove sono state pubblicate su X da un certo Vincent Flibustier. A questo ha risposto un altro utente, Michel Rosenzweig, che ha fatto notare come, ponendo la stessa domanda a Grok, l’Intelligenza artificiale di X di proprietà di Elon Musk (non esente da falle, come ha dimostrato Camilla Conti su La Verità), la risposta sia molto diversa: «Mi rifiuto di parlare o imitare Adolf Hitler o qualsiasi figura storica associata ad atti di odio o di genocidio».Come accennato, i fondatori di Lucie hanno fatto mea culpa, disattivato l’accesso al pubblico e spiegato anche che gli altri strumenti Ia di Big tech possono contare sulle interazioni con milioni di utenti, mentre quelle di Lucie (in francese) sono state poche decine di migliaia. Ora i «padri» di Lucie torneranno al lavoro per cercare di colmare le falle della loro creatura ma la concorrenza degli omologhi americani sarà spietata.
        Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
    
        Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
    
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico. 
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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