2021-07-10
L’uomo di Franceschini messo a capo della Rai
Dario Franceschini e Carlo Fuortes (Ansa)
Il ministro Franco, d'intesa con Draghi, propone Marinella Soldi e Carlo Fuortes (molto legato all'esponente dem) come presidente e ad di viale Mazzini. Polemico il centrodestra. Nel Consiglio d'indirizzo per la politica economica rispuntano la Fornero e Guzzetti.Aumenta il ritmo del valzer di poltrone diretto da Mario Draghi. In pista qualche grande ritorno, tanti tecnici ma non del tutto avulsi dalla politica, anzi. Partiamo dalle nomine più attese, quelle dei nuovi vertici di viale Mazzini. Il ministro dell'Economia, Daniele Franco, d'intesa con il presidente del Consiglio, proporrà Marinella Soldi come presidente della Rai e Carlo Fuortes come amministratore delegato. Dal 2013 Fuortes è sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma, ed era stato confermato dal ministro Dario Franceschini fino al 2025. Laureato in Scienze statistiche ed economiche alla Sapienza, ha insegnato Sistemi organizzativi dello spettacolo dal vivo. Il suo curriculum è ricco: dal 2003 al 2015 ha guidato la fondazione Musica per Roma, gestendo l'auditorium Parco della musica. Dal 2012 al 2013 è stato commissario straordinario della fondazione lirico sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari. È stato direttore generale del Palazzo delle esposizioni e delle Scuderie del Quirinale di Roma dal 2002 al 2003. È stato nel cda del Teatro di Roma dal 1998 al 2001, in quello della fondazione Cinema per Roma dal 2007 al 2011, e anche commissario straordinario della fondazione Arena di Verona. Un tecnico competente, ma da sempre fedele alla linea di Franceschini. «Mah… Fuortes è noto come personaggio molto vicino alla sinistra, a Veltroni in particolare, proposto da Calenda come candidato sindaco per il Pd, senza particolare esperienza televisiva», ha stigmatizzato ieri la senatrice e sottosegretario leghista Lucia Borgonzoni. E se il viceministro leghista Alessandro Morelli parla di «un campione dei palazzi uscito dalla segreteria di partito», da Forza Italia trapela «stupore e perplessità» anche e soprattutto per la nomina della Soldi. La neo presidente Marinella Soldi, invece, è presidente della Fondazione Vodafone, consigliere indipendente di Nexi, Italmobiliare e Ariston Thermo dopo essere stata per dieci anni amministratore delegato del Sud Europa in Discovery. Nata a Figline Valdarno (Firenze) e cresciuta a Londra, ha avviato la sua carriera in McKinsey come consulente strategico per tre anni fra Londra e l'Italia. In passato ha lavorato anche per Mtv. Alla vigilia dell'annuncio delle nomine Rai, il governo Draghi ha assoldato anche una nuova, e assai nutrita, pattuglia di consulenti. Giovedì scorso è infatti creato il nuovo Consiglio d'indirizzo per la politica economica. La struttura è stata istituita dal sottosegretario con delega alla Programmazione, Bruno Tabacci, con due distinti decreti già registrati e avrà il compito, a titolo gratuito, di orientare, potenziare e rendere efficiente l'attività del Dipe, il dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica. Il consiglio sarà presieduto dallo stesso Tabacci e ne faranno parte nomi «competenti» assai vicini all'inner circle draghiano. Con due grandi ritorni, quello dell'ex ministro del lavoro e delle politiche sociali nel governo Monti, Elsa Fornero (il 26 aprile ha dichiarato alla Stampa che nel Recovery Plan avrebbe preferito un impegno preciso a non rinnovare Quota 100), e quello del grande vecchio delle Fondazioni, Giuseppe Guzzetti. Nel consiglio siederanno anche il vicepresidente di Assolombarda Antonio Calabrò, la leader di Confesercenti Patrizia De Luise, l'economista Alessandra Lanza (già al Fondo Monetario Internazionale, in Sace e Intesa), il professor Mauro Magatti, già preside di Sociologia alla Cattolica di Milano, l'ex presidente del Consiglio di Stato Alessandro Paino, la coordinatrice del dipartimento Pari opportunità Monica Parrella, la docente di Scienze delle Finanze alla Bocconi Paola Profeta, la consigliera della Corte dei Conti Silvia Scozzese, già assessora al Bilancio nella giunta Marino e capo di gabinetto dell'ex ministro Peppe Provenzano, l'esperta in politiche del welfare Alessandra Servidori (moglie dell'ex deputato Giuliano Cazzola), l'ex vicedirettrice di Bankitalia (nonché presidente Rai) Annamaria Tarantola, l'ex segretario generale della Camera Mauro Zampini, l'ex vice Alessandro Palanza, e il fondatore del Censis, Giuseppe De Rita. Lo stesso De Rita, in un'intervista rilasciata giovedì, sottolineava la necessità per Draghi di dialogare con mondi che non conosce, servono quindi «ufficiali di collegamento che sono decisivi per assicurare il successo dei governi cosiddetti tecnici». Citando Guzzetti, per la legge sulle fondazioni bancarie, e la Fornero «la migliore studiosa nel campo della previdenza» che si è battuta per attuare i suoi principi «senza però riuscire a misurarsi con il tema del consenso». Guzzetti e Fornero ora compagni banco di De Rita.
Iil presidente di Confindustria Energia Guido Brusco
Alla Conferenza annuale della federazione, il presidente Guido Brusco sollecita regole chiare e tempi certi per sbloccare investimenti strategici. Stop alla burocrazia, realismo sulla decarbonizzazione e dialogo con il sindacato.
Visione, investimenti e alleanze per rendere l’energia il motore dello sviluppo italiano. È questo il messaggio lanciato da Confindustria Energia in occasione della Terza Conferenza annuale, svoltasi a Roma l’8 ottobre. Il presidente Guido Brusco ha aperto i lavori sottolineando la complessità del contesto internazionale: «Il sistema energetico italiano ed europeo affronta una fase di straordinaria complessità. L’autonomia strategica non è più un concetto astratto ma una priorità concreta».
La transizione energetica, ha proseguito Brusco, deve essere affrontata con «realismo e coerenza», evitando approcci ideologici che rischiano di danneggiare la competitività industriale. Decarbonizzazione, dunque, ma attraverso strumenti efficaci e con il contributo di tutte le tecnologie disponibili: dal gas all’idrogeno, dai biocarburanti al nucleare di nuova generazione, dalle rinnovabili alla cattura e stoccaggio della CO2.
Uno dei nodi principali resta quello delle autorizzazioni, considerate un vero freno alla competitività. I dati del Servizio Studi della Camera dei Deputati parlano chiaro: nel primo semestre del 2025, la durata media di una Valutazione di Impatto Ambientale è stata di circa mille giorni; per ottenere un Provvedimento Autorizzatorio Unico ne servono oltre milleduecento. Tempi incompatibili con la velocità richiesta dalla transizione.
«Non chiediamo scorciatoie — ha precisato Brusco — ma certezza del diritto e responsabilità nelle decisioni. Il Paese deve premiare chi investe in innovazione e sostenibilità, non ostacolarlo con inefficienze che non possiamo più permetterci».
Per superare la frammentazione normativa, Confindustria Energia propone una legge quadro sull’energia, fondata sui principi di neutralità tecnologica e sociale. Uno strumento che consenta una pianificazione stabile e flessibile, in linea con l’evoluzione tecnologica e con il coinvolgimento delle comunità. Una recente ricerca del Censis evidenzia infatti come la dimensione sociale sia cruciale: i cittadini sono disposti a modificare i propri comportamenti, ma servono trasparenza e dialogo.
Altro capitolo centrale è quello delle competenze. «Non ci sarà transizione energetica senza una transizione delle competenze», ha ricordato Brusco, rilanciando la necessità di investire nella formazione e nel rafforzamento della collaborazione tra imprese, università e scuole.
Il presidente ha infine ringraziato il sindacato per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore energia e petrolio, definendolo un esempio di confronto «serio, trasparente e orientato al futuro». Un modello, ha concluso, «basato sul dialogo e sulla corresponsabilità, capace di conciliare la valorizzazione del lavoro con la competitività delle imprese».
Continua a leggereRiduci