2023-01-04
Un altro pasticcio targato Franceschini: 32 milioni del Pnrr per corsi «fantasma»
Dario Franceschini (Imagoeconomica)
Nuovi rilievi della Corte dei conti sull’operato dell’ex ministro. Spuntano gare mai partite e lo strano acquisto di un terreno.Il ministero della Cultura guidato fino a ottobre dal dem Dario Franceschini deve aver fatto il gioco delle tre carte pure sulle attività di formazione della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia, oltre che, come ha svelato ieri la Verità, scambiando la Direzione generale per il cinema e l’audiovisivo (in capo al ministero), che doveva essere il soggetto attuatore dei progetti del Pnrr per la somma montre di 300 milioni di euro, con la spa Cinecittà (socio unico il ministero dell’Economia, i cui diritti di socio sono esercitati dal ministero della Cultura).Sull’uso dei fondi, il ministero targato Franceschini il 30 dicembre si è beccato i pesantissimi rimbrotti della sezione centrale della Corte dei conti, che ha fatto a pezzi le modalità con le quali sono stati messi in cantiere i progetti. Dall’istruttoria è emersa «la mancata adozione da parte delle strutture ministeriali degli atti che avrebbero dovuto produrre». Ma anche che ministero della Cultura avrebbe cercato di spacciare i progetti già in corso a Cinecittà per quelli del Pnrr. Con un’operazione che «non appare», scrivono i giudici, «rispondente ai principi di separazione contabile e agli obblighi di assicurare la completa tracciabilità delle operazioni e la tenuta di una apposita codificazione contabile per l’utilizzo delle risorse del Pnrr, secondo le indicazioni fornite dal ministero dell’Economia e delle finanze».Ora si scopre che queste osservazioni «sono da estendersi», valutano le toghe contabili, «anche alle altre componenti del progetto». E tra queste c’è l’implementazione esecutiva delle attività di formazione della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia, che Franceschini ha affidato un anno fa alla produttrice cinematografica torinese Marta Donzelli, presidente del cda (composto anche dall’attrice Cristiana Capotondi, da Guendalina Ponti, figlia di Carlo Ponti, ex marito di Sofia Loren, dal regista Andrea Purgatori e dalla funzionaria designata dal Mef, Valentina Germignani). Una delle linee di finanziamento del Pnrr, infatti, era intitolata «Potenziamento delle attività di produzione e formazione del Centro sperimentale di cinematografia, anche in termini di nuovi strumenti di produzione audiovisiva, internazionalizzazione e scambi culturali, allestimento di un laboratorio fotochimico per la conservazione delle pellicole».I giudici contabili rilevano che per la parte formativa della Fondazione, però, «mancano i progetti specifici». Non si sa quindi come il ministero avrebbe inteso spendere i 32 milioni di euro del Pnrr. Ma mancherebbero anche i «relativi quadri economico-finanziari». E le questioni inanellate dagli 007 contabili non si sono fermate ai corsi di formazione fantasma: la Fondazione ha previsto l’acquisto, sempre con i fondi del Pnrr, di una sala cinematografica che, rimarcano i giudici, non sarebbe stata indicata «nel Piano comunicato in sede europea». E pure in questo caso la carenza, anche solo documentale, «appare non rispondente ai principi di trasparenza e buona amministrazione».Un’operazione funambolica, che fa il paio con l’acquisto di terreni edificabili siglato da Cinecittà spa con Cassa depositi e prestiti, che i giudici definiscono «non in linea con i principi di efficienza, efficacia ed economicità dell’impiego delle risorse del Pnrr, se non inserito in un quadro previsionale economico-finanziario a oggi assente».Infine, i conti non tornano neppure per le gare di rilevanza nazionale. «Per la prima scadenza del 30 giugno 2022 abbiamo diverse milestone da rispettare, ma siamo in condizione di rispettarle tutte», si era affannato a rassicurare Franceschini in audizione in commissione Cultura del Senato (febbraio 2022) proprio sullo stato di attuazione del Pnrr. Anche perché, al rispetto delle tempistiche, è vincolata l’erogazione dei fondi europei previsti per il comparto culturale. Franceschini, in quella occasione, aveva propagandato pure la costituzione di una task force, un’Unità di missione per la tutela del Pnrr alla quale aveva applicato in via esclusiva un dirigente generale del ministero e 12 funzionari operativi.Ma ora, scopre la Corte dei conti, «da quanto riferito in audizione dai rappresentanti dell’amministrazione, a oggi sarebbero state pubblicate cinque procedure di gara per la costruzione di sette teatri». Mancano all’appello altre due gare per due teatri, con il «forte rischio», sentenziano i giudici, «di mancato raggiungimento della prima tempistica di pubblicazione». Giudici che, a proposito della gare, tornano sulla Fondazione Centro sperimentale di cinematografia: «Con riguardo alla milestone per i lavori relativi alle attività del set di produzione virtuale del Centro sperimentale di cinematografia, risulta pubblicato il bando di gara europea a procedura telematica aperta per la fornitura di un sistema di “virtual production live set” alla scuola nazionale cinema della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia per un valore di 600.000 euro, ma non la relativa aggiudicazione».E anche in questo caso «si evidenzia, allo stato degli atti», scrivono i giudici, «il consistente rischio di mancato raggiungimento» dell’obiettivo. La patata bollente è passata ora nelle mani del nuovo ministro, Gennaro Sangiuliano, che dovrà riferire entro 30 giorni ai giudici della sezione centrale di controllo della Corte dei conti e offrire una ricetta per correre ai ripari e salvare i fondi del Pnrr messi in pericolo dalla gestione Franceschini.
Jose Mourinho (Getty Images)