2020-09-30
«Fra il governo tedesco e Wirecard rapporti stretti nonostante i dubbi»
La denuncia del «Financial Times», che aggiunge: «Frode annunciata già nel 2016».Dopo la Bafin, l'autorità finanziaria tedesca, rea di non aver vigilato a sufficienza su Wirecard, ora finiscono sotto accusa anche in i politici tedeschi, tra cui pure la cancelliera Angela Merkel. A puntare il dito contro l'esecutivo tedesco è il Financial Times secondo cui nel settembre 2019 uno dei maggiori consulenti di Angela Merkel, Lars-Hendrik Röller, ha incontrato una delegazione di Wirecard, all'epoca ancora considerata una delle società tecnologiche di maggior successo della Germania.All'incontro c'era anche Burkhard Ley, consulente strategico di Wirecard, nonché ex responsabile finanziario del gruppo. Un anno dopo, spiega il quotidiano inglese, Ley veniva accusato di frode, appropriazione indebita e manipolazione del mercato dalla polizia tedesca.Il problema è che l'incontro tra Ley e il governo tedesco ha messo in evidenza la straordinaria facilità dei vertici della Paypal tedesca di entrare in contatto con la prima fila della politica fino a poco prima che questa estate il gruppo crollasse. Il fatto ha messo in luce il grande potere che certi lobbisti avevano su Berlino, tanto che all'inizio di settembre il Bundestag, il Parlamento tedesco, ha deciso di avviare un'indagine sul caso. L'obiettivo è capire quanto il Parlamento fosse a conoscenza dei problemi di Wirecard e, soprattutto, quanto ne sapesse Angela Merkel. Del resto nel 2021 ci saranno le politiche e analizzare il coinvolgimento della politica sarà fondamentale. L'indagine sta cercando di capire perché le autorità coinvolte siano state così lente nel riconoscere la gravità della situazione. D'altronde l'incontro tra Röller e Ley si è svolto mesi dopo che i dubbi su Wirecard erano emersi e il governo almeno all'inizio non ha fatto nulla per vederci più chiaro. Inoltre, lo scandalo (partito il 18 giugno 2020 dopo che il revisore Ernest & Young non era stato in grado di trovare riscontri nei depositi bancari per 1,9 miliardi di euro) ha messo anche in luce le debolezze del sistema di regolamentazione finanziaria tedesco. La Bafin, infatti, aveva iniziato dapprima a indagare su giornalisti e investitori che avevano denunciato alcune irregolarità piuttosto che mettere sotto la lente la stessa Wirecard. Secondo uno secondo scoop del Ft, Ernest & Young sarebbe stata addirittura avvertita già nel 2016 da un suo dipendente di possibili frodi da parte di Wirecard Secondo l'opposizione, il fallimento della politica è stato evidente. A Berlino si punta il dito contro Olaf Scholz, ministro delle finanze e candidato socialdemocratico alla carica di cancelliere alle elezioni del prossimo anno, cui fanno capo la Bafin e la Financial intelligence unit, l'agenzia tedesca contro il riciclaggio di denaro. Ora non resta che attendere l'esito delle indagini da parte del Bundestag. Alcune domande che potrebbero interessare ai membri del Parlamento sono però già chiare. Perché, ad esempio, la Merkel ha insistito per inserire alcuni uomini di Wirecard all'interno di un viaggio ufficiale in Cina nel settembre dello scorso anno, quando il ministro delle Finanze era già a conoscenza delle continue indagini sulla società? Perché il viceministro delle finanze Jörg Kukies ha fatto visita al ceo di Wirecard Markus Braun nella sua sede di Monaco lo scorso novembre in occasione del suo compleanno? A breve conosceremo le risposte.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)