2022-10-07
Venezia, Fondazione Giorgio Cini: visioni del futuro nel Teatro Verde
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La Maschera del Tempo , veduta aerea della fondazione Giorgio Cini, copia ricostruita in digitale delle Nozze di Cana del Veronese. Courtesy Mattia Casalegno Studio e Fondazione Cini
Il Teatro Verde recentemente restaurato e le architetture dell’Isola di San Giorgio Maggiore, fotografate e interamente «scansionate» da droni scanner, prendono vita nell’inedita opera La Maschera del Tempo - prima produzione digitale della Fondazione Giorgio Cini - nata dalla collaborazione fra il digital artist Mattia Casalegno, il sound designer Maurizio Martusciello aka Martux_m e Amine Farah, fashion designer. Un’opera di grande impatto visivo ed emotivo, che fonde in un unico linguaggio tutte le potenzialità dell'intelligenza artificiale e l'immenso patrimonio artistico e culturale delle collezioni e degli archivi della Fondazione. Esattamente di fronte a Piazza San Marco, separata dalla Giudecca dal piccolo canale della Grazia, l’Isola di San Giorgio Maggiore è uno dei luoghi più suggestivi (e imperdibili) della Serenissima. A stagliarsi maestosa su questo piccolo lembo di terra, con il suo campanile che offre una delle più belle vedute sulla città, l’omonima basilica progettata dal Palladio nel 1566: all’suo interno, ai lati del coro, due famose tele del Tintoretto (La raccolta della manna, a sinistra e L’ultima cena , a destra); al centro della navata principale, ma solo per chi visiterà la chiesa entro il 27 novembre 2022, La Commedia Umana, strepitosa scultura sospesa (e fulcro della personale La Commedia Umana – Memento Mori, dell’artista cinese Ai Weiwei) formata da oltre duemila pezzi di vetro nero lavorati a mano dai maestri di Berengo Studio a Murano.Accanto alla Basilica, l’imponente complesso monumentale benedettino, dal 1951 sede della Fondazione Giorgio Cini, una onlus culturale di respiro internazionale creata dal conte Vittorio Cini in ricordo del figlio Giorgio, prematuramente scomparso in un incidente aereo.La Fondazione Giorgio Cini, tra passato e futuro: le biblioteche, gli archivi digitali, i chiostri e il Labirinto BorgesPrima istituzione privata italiana nata con l’intento di promuovere, diffondere e tutelare la ricerca umanistica, custode di tesori letterari, artistici, musicali e archivistici di inestimabile valore, centro studi e vivace punto di incontro di culture e idee diverse, la Fondazione Cini è un luogo in cui passato e presente si fondono, proiettandosi verso il futuro. Alla seicentesca biblioteca del Longhena, per esempio, si affianca quella, modernissima, della Nuova Manica Lunga, ricavata nell’ex dormitorio dei monaci (le cui cellette sono state adibite ad uffici e a luoghi di studio e conservazione di volumi rari ed antichi) e progettata dall’archistar Michele De Lucchi: insieme, i due «corpi » dispongono di oltre 300.000 volumi, straordinario strumento di studio e di ricerca di storia, d’arte, lettere, musica, teatro, orientalistica.Enorme anche il patrimonio archivistico della Fondazione, che raccoglie più di 90 fondi, con oltre 5 milioni di documenti, fotografie e libri: per renderlo pienamente fruibile e allo stesso tempo garantirne la perfetta conservazione e la durata nel tempo, da anni è stata intrapresa (non senza ostacoli e difficoltà anche da parte di molti studiosi) la strada della digitalizzazione, che ha portato alla costruzione di un Archivio Digitale basato sul software xDams, una piattaforma documentale dedicata alla schedatura analitica, descrizione e gestione di diverse tipologie di materiali e informazioni, immagini (tiff, jpeg), audiovisivi, file pdf e così via.Proiettata verso il futuro e in continuo divenire, non si può però tacere il passato della Fondazione, ben visibile nelle architetture dei suoi chiostri (quello del Palladio e quello dei Cipressi, mirabile esempio di architettura rinascimentale costruito agli inizi del Cinquecento da Andrea Buora), nello Scalone del Longhena (monumentale accesso alle sale superiori dell'appartamento abbaziale costruito da Baldassarre Longhena nel 1643), nel refettorio dei monaci (che custodisce la copia - realizzata con sofisticate tecnologie digitali – del celebre dipinto di Paolo Veronese, Le Nozze di Cana, un’opera « gioiosa » che è uno spaccato della Venezia del tempo) , nell’iconico e famoso Labirinto Borges, ispirato al racconto dello scrittore argentino «Il giardino dei sentieri che si biforcano» e realizzato dalla Fondazione Giorgio Cini per volontà della vedova di Borges, Maria Kodama. Mix perfetto di letteratura, natura e arte, il labirinto è una sorta di libro che si legge dall’alto e contiene tutti i simboli della letteratura di Borges: spade, tigri e specchi. Ricco di fascino, fuso con il paesaggio e circondato dal verde della natura, fra sempre verdi e melograni, un altro gioiello della Fondazione Cini: il Teatro Verde Il Teatro Verde e La Maschera del TempoCosì chiamato perché immerso nel parco dell'isola di San Giorgio, le sedute circondate da arbusti, considerato da Katharine Hepburn « il teatro più bello del mondo », sul palcoscenico del Teatro Verde si sono alternate, dal 1954 in poi, eccezionali rappresentazioni d'arte, commedie e balletti.Pesantemente danneggiato dalla rovinosa acqua alta del 2019, il Teatro ha riaperto alle visite guidate (ma non alle rappresentazioni) la primavera scorsa, dopo un primo intervento di restauro realizzato con il sostegno di Cartier : in attesa di poter rivedere degli spettacoli in questo luogo davvero unico, è stato lo stesso Teatro Verde a diventare protagonista, ambientazione e primo attore dell’opera «audioviduale» La Maschera del Tempo, realizzata – dopo un anno di ricerca e impegno - da Mattia Casalegno e Martux_m, digital artist il primo e sound designer il secondo. La Maschera del Tempo non è un semplice video, ma un lavoro lungo e complesso, un progetto visionario diventato realtà grazie al lavoro corale di artisti provenienti da varie specialità , nato dalla combinazione tra approfondite ricerche d’archivio (all’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione ) e l' applicazione innovativa dell’Intelligenza Artificiale, del sound design e delle nuove frontiere dell’animazione 3D. In quest’opera, il Teatro Verde rivive con la sua architettura e la sua storia, popolato da avatar iperrealistici realizzati attraverso l’uso creativo dei più recenti software di animazione tridimensionali: esseri umani-digitali fotorealistici sono immersi tra scenografie reali e ambientazioni oniriche in un mondo di fantascienza e postumano, tra finzione e rappresentazione, dove a respirare e fiorire sono la Natura e l’Arte. Filo conduttore, la genesi del Minotauro rivista in chiave fantascientifica (il genere letterario prediletto da Mattia Casalegno perché «ti permette di creare ampiamente. Parlare di futuro con al centro il presente») e dal finale non scontat, ma aperto a riflessioni e a varie interpretazioni. Questo rivoluzionario lavoro, lungo (purtroppo) solo 15 minuti e che sarà online sul sito della Fondazione l'8 di ottobre, inchioda lo spettatore alla poltrona, lo «stordisce» con un avvincente sound, lo trascina nelle buie viscere del teatro, gli toglie il fiato e gli da le vertigini. Per poi farlo risalire, stupito e perplesso, in superficie, tra maschere goldoniane « rivedute e corrette» in chiave post moderna. Nel creare La Maschera del Tempo, Maurizio Martusciello ha dichiarato di aver provato «fascinazione, folgorazione e desiderio». Impossibile dargli torto…Come ha sottolineato in più occasioni Renata Codello , Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini, «La Fondazione Giorgio Cini è un patrimonio per tutte le culture di tutte le discipline. Oggi, grazie alle nuove tecnologie e alle ricerche che svolgiamo innestando il culto della tradizione con avanzati strumenti digitali, possiamo divulgare e accendere in modalità inedita anche il complesso architettonico dell’Isola. Una frontiera che la Fondazione intende perseguire affiancata dai più autorevoli protagonisti del panorama internazionale». E’ importante ricordare che…La realizzazione 3D del Teatro Verde (dell'intera isola e persino dell'acqua) è stata possibile grazie all’acquisizione fotogrammetrica operata con i droni da Factum Foundation, partner istituzionale di ARCHiVe, che ha fornito il completo rilievo del Teatro Verde nell’ambito del progetto di digitalizzazione 3D dell’Isola di San Giorgio. Il progetto è a cura di Ennio Bianco, prodotto dalla Fondazione Giorgio Cini nell’ambito del centro di eccellenza ARCHiVe, progetto nato nel 2018 e diventato punto di riferimento internazionale per la valorizzazione digitale del patrimonio culturale. L’evento è inoltre parte del programma formativo di AOA | ARCHiVe Online Academy, dedicato nel 2022 alle Digital Humanities, con corsi (a numero chiuso) rivolti a studiosi, ricercatori e a chiunque voglia migliorare le proprie competenze nell’ambito della conservazione e valorizzazione digitale del patrimonio culturale.