2024-02-10
«Via la medaglia al dittatore Tito». Ma il Pd si oppone e blocca tutto
Nostalgici di Tito ad una celebrazione in Bosnia nel 2023 (Ansa)
Scontro in Aula sulla revoca dell’onorificenza. Sergio Mattarella: «Basta oblio e imbarazzi».Al Giorno del ricordo, istituito nel 2004 (esattamente 20 anni fa), si arrivò grazie a un’inedita sinergia di vedute tra destra e sinistra. A perorare la causa dei martiri delle foibe e degli esuli istriano-dalmati, infatti, ci furono anche due esponenti di primo piano del defunto Pci: Luciano Violante e Piero Fassino. Negli ultimi anni, tuttavia, alcuni intellò di sinistra si stanno impegnando a cancellare la memoria di quella tragedia nazionale. Che, a quanto pare, continua a metterli in imbarazzo. Pensiamo, per esempio, a Tomaso Montanari, che per le sue improvvide uscite si prese gli insulti dell’esule Nino Benvenuti. Ma pensiamo anche all’oltremodo osannato Alessandro Barbero, che ha definito il Giorno del ricordo come una tappa della «falsificazione della storia da parte neofascista». Non stupisce che, in questo contesto, il Partito democratico si sia messo di traverso a un’iniziativa del governo per revocare la più alta onorificenza della Repubblica al maresciallo infoibatore Josip Broz Tito. In commissione Affari costituzionali alla Camera, infatti, mercoledì la maggioranza ha presentato un ddl «in materia di revoca delle onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica italiana». Tra gli obiettivi di questo testo, c’era appunto il titolo di «Cavaliere di gran croce decorato di gran cordone» conferito al dittatore iugoslavo nel 1969 dall’allora presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Appellandosi a un presunto vizio di forma, il deputato piddino Gianni Cuperlo ha deciso di bloccare tutto. Assicurando, però, che in questa obiezione non ci sarebbe «nessun approccio negazionista». Diversamente la pensa però Fabio Rampelli: «Alla vigilia del Giorno del ricordo, il Partito democratico si macchia di negazionismo e svela la sua natura», ha tuonato il vicepresidente della Camera. «È di tutta evidenza», ha puntualizzato, «che il Pd prosegue nella difesa della memoria del maresciallo Tito e della dittatura comunista, nonostante le sue gravissime responsabilità sulla uccisione e martirizzazione degli italiani infoibati e sulla loro espulsione dall’Istria e dalla Dalmazia». Nonostante questa battuta d’arresto, il confronto riprenderà la prossima settimana in commissione. Ieri intanto, durante la celebrazione del Giorno del ricordo al Quirinale, Sergio Mattarella ha ricordato il «muro di silenzio e di oblio» che ha avvolto per decenni la memoria delle foibe. Il presidente della Repubblica ha poi sottolineato che «sono passati quasi 80 anni dai terribili avvenimenti che investirono le zone del confine orientale e 20 anni dall’istituzione del Giorno del ricordo, deliberata dal Parlamento a larghissima maggioranza». Oggi, inoltre, partirà da Trieste il «Treno del ricordo», un’iniziativa di Ferrovie dello Stato per onorare la memoria dei martiri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Il convoglio farà tappa in 12 stazioni, per concludere la sua corsa a Taranto il 27 febbraio.
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