2023-11-04
Altre novità sul Fisco. Accordi sulle tasse anche per partite Iva e piccole aziende
Decreto del cdm: finora il concordato preventivo era riservato solo alle grandi imprese. Cambiano pure gli accertamenti.Semplificare il rapporto tra il Fisco e il contribuente non dimenticando la lotta all’evasione. Così si potrebbe riassumere il quinto provvedimento di attuazione della riforma fiscale approvato ieri dal cdm, che ha rivisto il meccanismo di accertamento ed esteso il concordato preventivo biennale. Strumenti che hanno l’obiettivo di incentivare l’adempimento spontaneo, ridurre il tax gap che attualmente si attesta tra gli 80 e i 100 miliardi di euro e riequilibrare il rapporto tra l’Agenzia delle entrate e i contribuenti. La novità maggiore riguarda l’estensione del concordato preventivo anche ai contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo. Lo strumento prevede che l’Agenzia delle entrate, entro il 15 marzo di ciascun anno, metta a disposizione dei contribuenti o dei loro intermediari, anche mediante le reti informatiche, degli appositi programmi informatici per l’acquisizione dei dati necessari per l’elaborazione della proposta di concordato. Questa viene elaborata tenendo conto dei dati dichiarati dal contribuente e di quelli ottenuti dalle diverse banche dati a disposizione dell’amministrazione finanziaria e di altri soggetti pubblici. Una volta ottenuto il quadro completo di informazioni, l’Agenzia delle entrate elabora la proposta fiscale. Questa può essere accettata o meno dal contribuente. Un aspetto da non dimenticare è che anche se si accetta il concordato preventivo con il Fisco si sarà lo stesso obbligati ad adempiere ai vari obblighi contabili, dichiarativi e di comunicazione previsti. Se poi durante i due anni il contribuente dovesse modificare l’attività esercitata nel periodo d’imposta precedente il biennio stesso, il concordato preventivo cesserà di avere efficacia. Si parla invece di decadenza della misura fiscale se a seguito di un accertamento si scopre l’esistenza di attività non dichiarate per un importo superiore al 30% dei ricavi dichiarati o se non si sono versati gli oneri spettanti dopo aver aderito al concordato preventivo. Gli eventuali maggiori o minori redditi, rispetto a quelli stabiliti in sede di accordo con il Fisco, non andranno a rilevare alla fine della determinazione delle imposte sui redditi. C’è però la possibilità, per il contribuente, di versare i contributi sulla parte eccedente il reddito concordato. Nel decreto fiscale approvato ieri troviamo poi anche novità per quanto riguarda gli accertamenti. In questo caso si è andato a ridisegnare le modalità attraverso cui l’Agenzia delle entrate può far valere le sue pretese tributarie, rivedendo l’accertamento che deve passare da processi verbali, che possono fare la Guardia di finanza e l’Agenzia delle entrate, a cui il contribuente può fare acquiescenza entro 30 giorni. «Questo accelererà la definizione del rapporto e comporterà una riduzione del carico sanzionatorio a un sesto», ha sottolineato Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, durante la conferenza stampa. Nel caso in cui, invece, il dialogo con il Fisco dovesse continuare si andrà a instaurare «un contraddittorio che diventerà a 360 gradi». Per combattere l’evasione fiscale il governo ha invece deciso di procedere su due strade parallele. Da una parte rafforzando l’interoperatività tra le varie banche dati e dall’altra potenziando l’uso di strumenti tecnologici come l’intelligenza artificiale e il machine learning. Obiettivo, riuscire a «dire millimetricamente al contribuente qual è il suo reddito». Le soluzioni di intelligenza artificiale verranno prevalentemente usate per fare analisi probabilistiche che mirano ad isolare rischi fiscali potenziali. Sempre in chiave anti evasione ed elusione fiscale vengono poi potenziate le forme di cooperazione tra le varie Agenzie delle entrate estere. L’amministrazione finanziaria si «avvale di strumenti di cooperazione amministrativa avanzata con le amministrazioni estere che effettuano attività di controllo», si legge nel testo del decreto che precisa anche come sarà possibile svolgere controlli simultanei su soggetti di imposta che interessano a più amministrazioni finanziarie, con l’obiettivo di scambiarsi informazioni in modo da rendere i controlli più efficaci.
Il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri (Ansa)
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