2023-11-27
Federica Angelini: «Non negateci la verità su Speranza»
Roberto Speranza. Nel riquadro, Federica Angelini (Ansa)
La presidente del Comitato Ascoltami: «Lo Stato non abbandoni una seconda volta noi danneggiati dai vaccini. Ho paura che il procedimento contro l’ex ministro venga bloccato: chi ha paura delle indagini?»«Chi ha paura che si indaghi? Indagare non significa condannare e neanche finire necessariamente a processo, perché le indagini possono concludersi in diversi modi, noi ne siamo ben consapevoli. Indagare significa solo cercare di capire qual è la verità, far luce sulle ombre. E di ombre in questi ultimi anni ce ne sono state troppe». Federica Angelini ci accoglie così, andando dritta al punto, nella sua casa di Bussolengo in provincia di Verona. Lei che a ottobre 2021 ha deciso di fondare il Comitato Ascoltami, per dar voce a tutti i danneggiati, ora chiede che la macchina della giustizia non si fermi al primo ostacolo.Federica, lei insieme ad alcuni sindacati di Polizia e Guardia di Finanza ha presentato una denuncia contro l’ex ministro della Salute Roberto Speranza e contro l’ex direttore dell’Agenzia italiana del farmaco, Nicola Magrini.«Sì, non potevamo più restare a guardare. Io ho deciso di denunciare per dare voce alle migliaia di danneggiati che rappresento, gli esponenti dei sindacati delle forze dell’ordine perché credono fermamente nell’importanza della giustizia. Ora speriamo solo che tutto non venga messo a tacere, come è successo per i dati sugli effetti avversi durante la campagna vaccinale».Ha paura che non si indaghi?«Ho paura che questo procedimento, che pensavamo fosse partito bene, venga bloccato. Ma a quel punto non ci sarebbe né giustizia, né verità. Le indagini sono un atto di democrazia. Tutelano le persone. Io non so, nel caso vengano svolte, come si chiuderanno, con quali risultati. Ma chiedo solo che tutto questo non venga archiviato, anche perché a noi, che siamo le parti offese, questa richiesta di archiviazione non c’è mai stata notificata».Voi non sapevate che il pubblico ministero ha fatto richiesta di archiviazione, così come comunicato dall’avvocato di Speranza?«Noi non sapevamo nulla. Né io, né gli altri firmatari della denuncia. A noi è stato notificato un documento della Procura di Roma in cui ci avvisano, in quanto persone offese, dell’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex ministro Speranza e dell’ex direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini. In quel foglio c’è scritto anche che nel caso specifico di Speranza, gli atti passano al Tribunale dei Ministri che deve autorizzare le indagini. E che le parti offese, quindi io e gli esponenti dei sindacati delle forze dell’ordine possiamo presentare delle memorie e chiedere di essere ascoltati».Ma a quanto pare c’è dell’altro.«Una richiesta di archiviazione dovrebbe essere notificata anche alla parte offesa, in modo da esserne a conoscenza e poter eventualmente opporsi. Invece questa volta è andata diversamente. L’avvocato che difende il Comitato ha chiesto più volte la scorsa settimana e anche quella prima, i documenti che la Procura ha inviato al Tribunale dei Ministri, ma nulla. Queste carte noi non le abbiamo ancora viste, nonostante le richieste insistenti. Carte che è nostro diritto vedere e che non ci sono state neanche notificate. E dire che siamo noi la parte lesa in questo procedimento».Quindi non sa cosa c’è in quella richiesta di archiviazione?«Non so neanche se quella richiesta ci sia davvero. L’unica informazione che è stata data è quella dell’avvocato dell’ex ministro Speranza, che risulta iscritto nel registro degli indagati per reati molto gravi. Mentre a me, che sono il denunciante, non è stata data alcuna informazione. Non so se questa richiesta esiste e cosa riguarda. Il pubblico ministero ha chiesto di non procedere alle indagini solo nei confronti di Speranza? O vorrebbe archiviare il procedimento anche per Magrini? Per tutti i reati per cui sono iscritti nel registro degli indagati o solo per alcuni? È assurdo che non ci venga ancora permesso di avere questi documenti e, di conseguenza, di avere le risposte a queste domande».I reati contestati infatti sono molto gravi e anche molto diversi tra loro.«Quando abbiamo formulato la denuncia, abbiamo raccolto tutto il materiale dell’inchiesta giornalistica pubblicata sulla Verità e svelata dalla trasmissione Fuori dal Coro. Una serie di documenti che non lasciano spazio a interpretazioni. Dati di effetti avversi cancellati da report ufficiali, bugie raccontate durante la campagna vaccinale senza avvisare la popolazione che ignara faceva la fila per quella che chiamavano “immunizzazione”. Peccato che poi quella “immunità” non c’è mai stata. I rischi ignorati nel vaccinare i fragili, la sparizione dai report, dopo un certo periodo, degli effetti avversi sui neonati. I neonati! Tutto questo non è meritevole di indagine? Solo per capire come è andata, altrimenti rimangono solo delle grandi domande vissute sulla nostra pelle».Lei è coinvolta in prima persona anche perché è una danneggiata.«Mi è bastata un’unica dose del vaccino AstraZeneca per avere la vita completamente distrutta. Tutti noi danneggiati abbiamo la vita completamente distrutta. Siamo feriti nel corpo e nell’anima. Siamo la dimostrazione vivente che qualcosa durante la campagna vaccinale è andato storto e per questo è necessario che emerga la verità. Tutti sono innocenti fino a prova contraria, ma che siano valutate almeno queste prove. E noi nella nostra denuncia ne abbiamo allegate tante, perché quei documenti che pensavano che sarebbero rimasti nascosti, voi li avete rivelati, insieme alla trasmissione Fuori Dal Coro».Cosa emerge dalla denuncia che avete presentato?«Quello per cui il procuratore capo di Roma ha iscritto Speranza e Magrini nel registro degli indagati: il reato di somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica, la somministrazione di medicinali guasti, il falso ideologico, le false dichiarazioni, le lesioni personali e persino il reato di omicidio. Penso che con il tenore di questi reati non ci si possa fermare ancor prima di indagare. Che poi, quando è stata pubblicata la notizia della richiesta di archiviazione mi sono subito chiesta: “Che senso ha iscrivere nel registro degli indagati Speranza e Magrini, darci la possibilità di essere ascoltati e presentare delle memorie, se poi si ha l’intenzione di chiedere di archiviare?” Davvero non lo capisco. Questa è l’ennesima domanda che si aggiunge a tutte le altre».A quali altri dubbi si riferisce?«A tutti quelli che rimarranno senza risposta se non vengono almeno aperte le indagini. Tra i danneggiati iscritti al comitato, molti soffrono di parestesie, ossia di questi dolori, bruciori interni che rendono difficile vivere una vita normale. Io stessa ne soffro. Molte donne hanno avuto una paralisi facciale dopo l’inoculo e non sorrideranno più come prima. Mai più. Eppure l’incidenza di questi effetti avversi era nota, tanto da mostrare un segnale di sicurezza. Un campanello d’allarme che però è stato ignorato. In un documento che avete pubblicato e mostrato a Fuori dal Coro, finito nella nostra denuncia, c’è la prova che pur avendo riscontrato una frequenza maggiore per questi effetti avversi, è stato messo tutto a tacere. Perché? Io penso che questo “perché” meriti una risposta. Sulla mia pelle porto ancora i segni di quella verità che si è voluta ignorare. Vivo un inferno, lo stesso inferno che abbiamo rappresentato nella denuncia e che è stato portato a galla dall’inchiesta giornalistica».Quali saranno i prossimi passi?«Prima di tutto gli avvocati torneranno alla carica per ottenere i documenti che ci spettano. Dobbiamo sapere cosa ha chiesto il pm, anche per esercitare il nostro diritto all’opposizione. Troppi diritti sono stati calpestati e per troppo a lungo, non deve più ripetersi. Poi, ovviamente, faremo tutto quello che è in nostro potere affinché le indagini vengano avviate. Credo nella giustizia, quella che non mette scudi davanti a delle ipotesi di reato così gravi. Se non è stato commesso nessun illecito le indagini lo dimostreranno e tutti quanti saremo più sereni. Torneremo ad avere fiducia nelle istituzioni. Ma se così non fosse, se verrà impedita l’apertura delle indagini e tutto verrà archiviato in un cassetto, non so come potremo ancora fidarci. Finora siamo stati solo abbandonati, abbiamo bisogno che lo Stato faccia il suo dovere». In ballo, oltre alla verità, c’è anche la fiducia nelle istituzioni?«La giustizia riguarda il passato, per poter vivere serenamente il presente. Ma non è solo quello. Ora, in questo preciso momento ci sono decine di migliaia di vittime di effetti avversi in tutta Italia che stanno male. Soffrono nonostante siano passati due anni e mezzo e la pandemia sia solo un ricordo. Soffrono perché non hanno ancora diagnosi e cure. E perché sono costretti a indebitarsi per cercare di capire cosa è successo al loro corpo. Noi non siamo malati di serie B, noi abbiamo gli stessi diritti di tutti gli italiani. Ci siamo vaccinati, abbiamo assolto a quello che dicevano essere un “dovere civico e morale”, ma il dovere civico e morale del ministero della Salute di aiutarci, dove è finito? Faccio un appello direttamente al ministro Orazio Schillaci affinché si faccia carico della situazione di tutti noi danneggiati. E faccio un appello al Tribunale dei Ministri, chi è nel giusto non può aver paura della verità».