2022-02-22
Fallisce il blitz contro il green pass. Ma la maggioranza ora è decotta
Bocciato in commissione l’emendamento leghista: l’ansia per il seggio doma la fronda M5s, Fi si astiene. Fdi, Carroccio ed ex grillini, però, mandano sotto il governo sull’apartheid a scuola. Larghe intese agli sgoccioli.La maggioranza che sostiene il governo guidato da Mario Draghi va in frantumi sul green pass, con la Lega che si smarca e apre un serio problema politico nella coalizione, mentre il M5s è sull’orlo dello sfascio totale. Ci vuole tutta la moral suasion del mondo, anche sotto forma di minacce di caduta del governo, per bloccare la volontà dei parlamentari del M5s di votare l’emendamento anti green pass presentato in commissione Affari sociali dalla Lega. Emendamento bocciato, ma i problemi politici restano tutti aperti. La giornata di ieri fa registrare una ormai crescente frattura tra il parlamento e il governo, e in particolare la coerenza del Carroccio, che non fa alcun passo indietro ma prosegue con determinazione sulla strada della abolizione delle restrizioni anti Covid. Nonostante il parere contrario del governo, infatti, la Lega non ritira l’emendamento al decreto sull’obbligo vaccinale presentato dal deputato del Carroccio Claudio Borghi e sottoscritto da tutti i componenti leghisti della commissione (Panizzut, Boldi, Foscolo, Lazzarini, Paolin, Sutto, Tiramani e Zanella) che propone che «le disposizioni in materia di impiego delle certificazioni verdi siano abrogate a decorrere dalla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica», quindi il prossimo 31 marzo. Un impegno, quello della Lega, che viene mantenuto anche di fronte alle velate minacce sulle conseguenze di una eventuale approvazione dell’emendamento. La giornata è di altissima tensione nella sala del mappamondo di Montecitorio, dove si riunisce la commissione Affari sociali. L’emendamento, infatti, oltre al sì della Lega, può contare sul voto favorevole dei deputati di Alternativa c’è e di Fratelli d’Italia. Forza Italia annuncia l’astensione, a quel punto i riflettori si accendono sui deputati del M5s. Alcuni di loro l’emendamento vorrebbero votarlo, del resto abolire il green pass allo scadere dello stato di emergenza, che non sarà prorogato, sembra un’azione più che logica. Niente da fare: i maggiorenti pentastellati si affrettano a raggiungere i loro deputati in commissione, il pressing per non far votare l’emendamento leghista è spietato: «Situazione molto agitata in commissione», twitta Claudio Borghi mentre mancano pochi minuti al voto, «pare che mezzo parlamento stia convergendo verso la sala del Mappamondo. Mi dicono che alcuni deputati M5s stiano provando a far ragionare i loro colleghi. A questo punto l’unica cosa sensata dovrebbe essere votarlo in aula». Alle 19, al termine di un pomeriggio incandescente, l’emendamento viene respinto: 13 voti a favore, 5 astenuti e 22 contrari il risultato della votazione. Si esprimono a favore Lega, Fdi e Alternativa: Fi si astiene; i giallorossi e Italia viva votano contro. Già ieri mattina, sempre in commissione Affari sociali della Camera, la Lega ha votato insieme a Fratelli d’Italia e Alternativa un emendamento sugli studenti non vaccinati, anche questo con il parere contrario del governo, anche questo bocciato. La spaccatura tra il Carroccio e il resto della maggioranza che sostiene l’esecutivo Draghi, in vista della votazione del pomeriggio dell’emendamento sull’abolizione del green pass, ha suggerito uno stop ai lavori. Al di là dei numeri, in ogni caso, il problema politico è enorme: sul green pass eterno la Lega è sostanzialmente all’opposizione, mentre il M5s è spaccato e solo la minaccia della caduta del governo e delle elezioni anticipate riesce a tenere a freno la voglia matta di decine di parlamentari pentastellati di ribellarsi ai diktat del fronte chiusurista guidato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, con il sostegno del Pd. «Mi ha colpito che come se nulla fosse», ha detto il segretario dem in direzione nazionale a proposito di quanto accaduto in commissione Affari sociali della Camera, «la Lega ha di nuovo votato emendamenti a provvedimenti in discussione fuori da una logica di maggioranza. Chiediamo serietà a noi stessi e la chiediamo a tutti: è l’unico modo», ha aggiunto Letta, «perché questo lavoro comune che abbiamo chiesto a Draghi di portare avanti vada avanti con efficacia». Tra l’incudine e il martello viene a trovarsi Forza Italia, che alla sua destra si ritrova Lega e Fdi ricompattati sul no al green pass, e alla sua sinistra ha gli alleati giallorossi che invece insistono su rigore e restrizioni. L’astensione in commissione dei deputati forzisti rappresenta plasticamente la situazione: «Siamo al lavoro», dichiara Silvio Berlusconi, «per scrivere un piano di graduale dismissione del green pass a partire dai contesti che, secondo gli esperti, risultano meno pericolosi per la salute pubblica, come le attività commerciali e di intrattenimento. Questo piano verrà consegnato al governo nei prossimi giorni». Va all’attacco Giorgia Meloni, che pubblica e commenta su Twitter il titolo di un articolo del magazine britannico The Spectator: «L’inutile tirannia del Covid pass italiano». «Il mondo libero», argomenta la Meloni, «guarda esterrefatto all’anomalia italiana e alla perdita di democrazia della nostra nazione. Fratelli d’Italia non si rassegnerà mai a questa deriva liberticida».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)