2021-01-10
Sarà più facile finire in zona rossa
Con 250 contagi ogni 100.000 abitanti. L'esecutivo vuole la stretta sulle regioni gialle e l'ennesima proroga dello stato di emergenza. Partiti i bonifici dei ristori di Natale.Prima, la promessa di un «Natale sereno» in cambio dei sacrifici da fare in autunno. Poi, visto che la stretta post estiva non ha raggiunto il proprio scopo, quella di un «ulteriore sacrificio» natalizio per poi riassaporare la libertà con l'avvio dell'anno nuovo. E infine, dato che nemmeno la stretta di Natale ha cambiato le cose, l'annuncio di un pacchetto di ulteriori restrizioni. Con il risultato che anche le regioni virtuose, o semplicemente più fortunate nell'aver schivato numeri da allerta, dovranno tenere sigillati i propri confini per un periodo indefinito. Se era già noto, infatti, in base a quanto stabilito nell'ultimo decreto del 5 gennaio, che da domani (come accaduto il 7 e l'8 gennaio) anche chi abita in una regione gialla non avrebbe potuto muoversi verso un'altra regione gialla, si sperava altresì che l'inasprimento svanisse assieme alle feste. E invece l'esecutivo, avallando i suggerimenti dell'Istituto superiore di sanità e del Cts, ha fatto filtrare l'intenzione di lasciare in vigore la versione «hard» della zona gialla. Ma c'è di più: le indiscrezioni delle ultime ore portano univocamente verso un ulteriore giro di vite per quanto riguarda i criteri di posizionamento in una fascia piuttosto che in un'altra. Secondo gli orientamenti filtrati, infatti, sarà il dato sull'incidenza dei casi, e non solo il famigerato fattore Rt, a determinare la fascia di rischio di una Regione. Secondo i parametri messi a punto dal Cts e trasmessi al governo, la zona rossa scatterebbe automaticamente nelle regioni in cui l'incidenza settimanale dei casi è superiore a 250 ogni 100.000 abitanti. Questo perché, secondo quanto affermato dall'Iss anche nell'ultimo monitoraggio in cui si è mestamente ammessa la perdita di ogni controllo del tracciamento dei contagi, la quota oltre la quale risulta impossibile ricostruire la catena del contagio è di 50 casi su 100.000 abitanti. Attualmente, la media nazionale dell'incidenza è di 150/170 casi ogni 100.000 abitanti. Con questo ulteriore irrigidimento, che segue quello delle soglie di Rt da 1,50 a 1,25 per dichiarare una regione rossa e da 1,25 a 1 per l'arancione, è verosimile prevedere un passaggio al rosso, in tempi brevi, del Veneto (che negli ultimi giorni è andato sopra 450 caso per 100.000 abitanti) ma anche dell'Emilia Romagna. Le due regioni citate, assieme a Calabria, Lombardia e Sicilia, da lunedì resteranno arancioni, dopo l'attuale week end arancione per tutta Italia, mentre tutte le altre ripartiranno dal cosiddetto «giallo rafforzato», che però sarebbe più corretto ormai chiamare «pseudo giallo». Anche il week end arancione per tutti, oltre alla zona pseudo gialla, è un'altra misura che il governo vorrebbe stabilizzare. Ricordiamo che nelle zone gialle ci si può muovere liberamente all'interno della regione, bar e ristoranti restano aperti fino alle 18 per poi servire solo l'asporto e a domicilio, mentre i negozi sono aperti regolarmente, con palestre e piscine chiuse. Nelle zone arancioni, invece, ci si può muovere solo all'interno del proprio Comune e bar e ristoranti possono solo fare asporto e consegne a domicilio. Per i movimenti al di fuori delle zone consentite, servirà l'autocertificazione con i comprovati motivi di necessità. Per il resto, se ne saprà di più nei prossimi giorni, a partire da lunedì mattina, quando il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia e quello della Salute Roberto Speranza parleranno con i governatori. Quest'ultimo, poi, mercoledì mattina a Montecitorio dovrebbe illustrare ufficialmente le nuove misure, che comporranno il quadro del dpcm del 16 gennaio. Accanto a questo, sta maturando anche l'ulteriore proroga dello stato d'emergenza, in scadenza a fine gennaio, che potrebbe essere portato a fine marzo o a fine luglio. Sul fronte dei ristori, intanto, le cose vanno a rilento: l'Agenzia delle entrate ha fatto sapere che i bonifici relativi al Dl Natale, pari a circa 628 milioni di euro, sono «partiti» e che «arriveranno» nei prossimi giorni, mentre il totale delle risorse erogate dalla stessa Agenzia, dall'inizio della pandemia, ammonta a 10 miliardi. Una cifra lontanamente paragonabile alle perdite accusate dalle categorie produttive più colpite dalla crisi, che per ora non possono far altro che aspettare il Ristori cinque.