2020-08-12
Facebook punta sui soldi degli iscritti e fa concorrenza persino alle banche
Mark Zuckerberg (Drew Angerer/Getty Images)
Nasce la divisione Financial. Gestirà i sistemi di transazione di ogni ramo della compagnia. E Amazon si muove in scia. Da social a financial network. Mark Zuckerberg cresce nella finanza facendo così concorrenza anche alle banche. Facebook ha infatti annunciato la creazione di una nuova unità dedicata ai servizi finanziari e volta ad armonizzare i sistemi di pagamento sulle sue piattaforme. Il gruppo si chiama Facebook Financial e sarà guidato da David Marcus, ex presidente di PayPal entrato nella società di Zuckerberg sei anni fa, che ha anche contribuito al progetto della criptovaluta Libra.Il gruppo, ha spiegato Marcus in un post, si occuperà di tutti gli strumenti relativi ai pagamenti che la compagnia sta sviluppando, come WhatsApp Payments, Facebook Payments e Novi, il portafoglio digitale pensato per Libra, in precedenza chiamato Calibra. Novi resterà sotto il diretto controllo di Marcus, ha precisato il manager. Per Facebook Payments, invece, la società ha assunto Stephane Kasriel.Facebook Financial - o più in breve F2 - supervisionerà tutti i progetti di pagamento del gigante della tecnologia, incluso Facebook Pay, il servizio lanciato nel 2019 che consente agli utenti di inviare e ricevere denaro su Facebook, WhatsApp, Instagram e Messenger. Una novità sganciata dal progetto di criptovaluta Libra, finito sotto i riflettori delle autorità bancarie mondiali. «Le persone utilizzano già i pagamenti attraverso le nostre app per fare acquisti, donazioni e inviare denaro, Pay renderà queste transazioni più semplici e fornirà un'esperienza di pagamento comoda, sicura e unificata», avevano spiegato i vertici di Facebook a dicembre specificando che il sistema «si basa su infrastrutture finanziarie e su partnership già esistenti ed è separato dal portafoglio Calibra che si appoggerà al network Libra. Pay supporta le principali carte di credito e di debito così come PayPal è stato reso disponibile negli Usa su Messenger, per poi essere portato in più paesi e più utenti, inclusi quelli di Instagram e Whatsapp. L'obiettivo è rendere sempre più a portata di mano il disegno di Zuckerberg di unificare tutto l'ecosistema delle sue app. Per utilizzare Facebook Pay basta infatti aggiungere il metodo di pagamento dalle impostazioni dell'app oppure sceglierlo quando si effettua una transazione. Del resto, i servizi finanziari sono il nuovo Eldorado dei big della tecnologia, i cosiddetti Ott (Over the top) come Amazon e Google. Confermando il crescente interesse della Silicon Valley per un'area che, fino a poco tempo fa, era di stretta competenza di Wall Street. Tutti vogliono però fare pagamenti o offrire conti correnti agli utenti, pochi si «bruciano» invece con i finanziamenti che sono troppo rischiosi da gestire come ha dimostrato la mina dei crediti deteriorati scoppiata nei bilanci delle big del credito. Lo stesso colosso di Mountain View sta lavorando al progetto Cache che renderà disponibili conti correnti in collaborazione con Citigroup e una cooperativa di credito dell'università di Stanford. I conti sono un prodotto simile a una commodity che i consumatori non cambiano spesso ma rappresentano un «tesoro» sul fronte dei dati perché sono in grado di mostrare quanto i consumatori spendono, dove acquistano e quali bollette pagano. Non è la prima volta che Google flirta con i servizi finanziari. Nel 2011 aveva lanciato Wallet, con cui i consumatori potevano parcheggiare elettronicamente le loro carte di credito. Iniziativa che non ha avuto grande successo fino al lancio di Google Pay che, come Apple Pay, consente di pagare dal proprio smartphone. Cupertino ha invece lanciato negli Stati Uniti una carta di credito «fisica» in collaborazione con Goldman Sachs che sta collaborando anche con Amazon per offrire prestiti alle piccole e medie imprese tramite la piattaforma di Jeff Bezos. Quest'ultimo ha già fatto partire nel 2011 il servizio Amazon Lending che permette a una rete di venditori qualificati di accedere a prestiti dai 1.000 ai 750.000 dollari per finanziare la fornitura di merce da vendere online. Il sodalizio con Goldman permetterà a Bezos di estendere la sua piattaforma di prestito alle aziende senza alcun rischio di credito associato degli obblighi regolamentari. Ovvero di lavorare come una banca senza essere una banca.La strada comunque non è in discesa: i giganti della Silicon Valley devono convincere il pubblico scettico a potersi fidare della gestione dei loro dati e delle loro finanze. Un compito non facile come dimostra il caso Facebook dopo gli scandali sulla privacy. Per le banche tradizionali non va molto meglio, almeno in Italia. Secondo un sondaggio Swg-Kearney ai tempi del Covid-19 solo un cliente su cinque (il 20,3%) ha fiducia nella propria banca e assegna un voto tra 7 e 10 al proprio istituto.